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La perdita, il lutto e il Natale

Come affrontare l’accompagnamento del dolente in un periodo delicato come le festività: qualche spunto per le imprese.

La perdita di un congiunto, improvvisa, per una lunga malattia o per età avanzata, è sempre un’esperienza perturbante, a volte devastante, che influisce significativamente sull’equilibrio emotivo di coloro che restano, che devono riorganizzare tutta la propria vita e che, all’inizio, devono occuparsi anche delle incombenze immediate legate alla gestione del decesso (chiamare le imprese funebri, scegliere cofano, lapide ecc.) in un momento in cui la mente fatica a restare lucida. Se la morte sopravviene in un periodo particolare dell’anno come è quello natalizio, l’effetto perturbante della perdita, dello smarrimento e del dolore può amplificarsi.
Bisogna, inoltre, tener presente che le festività natalizie sono sempre un momento difficile da vivere per chi ha subito un lutto recente: figurarsi di passare il primo Natale senza la figura cara può sembrare quasi impossibile. Il Natale, anche per chi non è credente, rappresenta in genere un momento di serenità, di gioia familiare, di ritorno all’infanzia (acquistare i regali per parenti e amici e confezionarli in pacchetti colorati; addobbare la casa per le feste, montare il Presepe, attaccare luci e palline all’abete ecc.); tutto nell’aria sembra avere una connotazione magica e misteriosa: si tratta, quindi, di un periodo dell’anno molto speciale che tutti noi, non soltanto i bambini, vorremmo preservare dal dolore e dalla sofferenza.

Ma quando muore qualcuno a noi caro tutto questo bruscamente cambia: come affrontare l’allegria degli altri? Come partecipare ai rituali familiari che finora ci hanno fornito conforto e protezione ma adesso sembrano urlare la nostra perdita? Come tutto il resto, anche le festività natalizie perdono di significato quando si affaccia la morte. A Natale il dolore per la perdita, soprattutto se recente, si fa più acuto perché tutto ci ricorda il defunto in maniera vivida: la decorazione preferita di cui si occupava sempre, il piatto prediletto, immancabile per il pranzo o per il cenone della Vigilia, le consuetudini familiari che anno dopo anno si riproponevano nella loro ciclicità e che donavano a ciascuno un senso di stabilità… All’improvviso niente ha più senso, c’è un vuoto incolmabile che fa mostra di sé anche concretamente (la sedia vuota, il regalo che non c’è, il segnaposto che avanza), i bei ricordi dei Natali passati ci perseguitano; se il nostro caro è deceduto durante il periodo natalizio, ogni nuovo Natale può essere un piccolo trauma che innesca pensieri intrusivi e ruminazione.

Quale atteggiamento tenere verso il dolente in questo periodo dell’anno?
Come aiutare la persona smarrita e sofferente? Se è difficile trovare le parole giuste con cui comunicare con una persona in lutto durante il resto dell’anno, lo è certamente di più nel periodo festivo.

Cosa fare

Il lavoro degli operatori funebri, ma anche di medici e infermieri che magari hanno seguito il defunto nelle ultime fasi della sua vita, diventa in questo momento ancora più delicato e fondamentale. Come possiamo e dobbiamo comunicare con la persona che è in lutto nel periodo festivo? Come in ogni altra occasione del proprio lavoro, il supporto degli operatori è molto importante: accogliere in silenzio pianti e lacrime, offrendo il conforto di un ambiente tranquillo e riservato, di un’attenzione sollecita, di fazzoletti di carta e di un bicchiere d’acqua che permette all’individuo di fare una breve pausa e ricomporsi, sono la base di ciò che ogni impresa offre alle famiglie. Ma cosa fare in un momento di lutto aggravato dalle festività?

Ricordiamoci che ogni persona vive la perdita in modo unico e peculiare: non tutti trovano sfogo nel pianto, non tutti manifestano visibilmente il loro dolore. In ogni caso, ci sono alcuni comportamenti che è sempre buona norma evitare se davvero vogliamo offrire il nostro aiuto a chi sta vivendo un lutto nel periodo del Natale, come le frasi di circostanza impersonali, che sminuiscono la sofferenza dell’altro e che non risuonano come volontà di offrire conforto. Se non sappiamo davvero cosa dire perché tutto ci suona stonato, restiamo in silenzio. Scegliamo un silenzio accogliente e partecipe che permetterà all’altro, se lo vorrà, di aprirsi. Possiamo inoltre fornire una serie di consigli ai parenti della persona colpita dal lutto, ricordando che sarebbe opportuno non cercare di coinvolgerla a tutti i costi nei festeggiamenti: dietro questo desiderio, infatti, si nasconde spesso, l’inconscia irritazione per non potersi godere le feste come si vorrebbe perché la sofferenza dell’altro fa sentire in colpa. D’altra parte, stare vicino a chi sta attraversando un periodo così delicato è importante: scegliere, quindi, di stare accanto alla persona in lutto in maniera sollecita, assecondando i suoi bisogni può essere utile.

Accendere insieme una candela per commemorare il defunto; se la persona fosse credente, accompagnarla in Chiesa, a pregare o a una funzione; se desidera parlare, ascoltare i suoi ricordi o guardare insieme a lei alcune fotografie dei Natali trascorsi possono essere tutti modi per stare vicino al dolente. Quando il lutto colpisce tutta la famiglia e quindi ciascun membro sta vivendo il proprio dolore, sforzarsi di fingere che tutto sia come prima soltanto perché è Natale può essere controproducente e innescare conflitti. È anche vero, però, che alcuni membri, soprattutto i più piccoli, potrebbero comunque desiderare di vivere lo stesso l’atmosfera delle feste.

In questo caso è d’aiuto intervenire con un cambiamento, che venga incontro alle esigenze di tutti: sì al Natale e alle feste, ma un Natale diverso. I vecchi rituali e le vecchie tradizioni di famiglia, che hanno funzionato così bene per anni e hanno portato tanta gioia per un lungo periodo, devono adesso essere sostituiti da nuove tradizioni da inaugurare, più funzionali per quel nucleo familiare “orfano” della figura del deceduto.
Il cambiamento avrà il pregio di portare novità, di riavviare l’evoluzione della sofferenza a rischio di congelamento e di arginare il rimuginare e la ruminazione, che contribuiscono a mantenere vivo il dolore.
 
Linda Savelli

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