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Da Valencia a Kielce (Parte 2 di 2)

La partecipazione di Tanexpo 2018 a Funermostra e Necroexpo, le esposizioni di Spagna e Polonia.

Necroexpo, Kielce 2-4 giugno

Kielce, operosa cittadina tra Varsavia e Cracovia, organizza ogni due anni nel suo centro fieristico (il più importante della Polonia con Poznan) Necroexpo, la fiera funeraria patrocinata dalla PIP, l’Associazione Funeraria Polacca presieduta da Witold Skrzydlewski.
La settima edizione ha visto un aumento degli espositori in un padiglione che ha accolto un numero significativo di visitatori soprattutto il secondo giorno. Dimensione e numeri sono molto simili a quelli spagnoli ma le somiglianze finiscono qui.
Al mosaico di popoli (castigliani, andalusi, baschi, galiziani, catalani - il governatore della Catalogna Carles Puigdemont ha indetto per l’1 ottobre un referendum, che Madrid considera illegale, per l’indipendenza della Catalogna), lingue e culture propri della penisola iberica fa riscontro un Paese omogeneo in cui la Chiesa cattolica riveste un ruolo di primaria importanza intervenendo in tutti i campi della vita polacca (divorzio, aborto, lavoro domenicale…). Anche la loro storia è profondamente diversa. La Spagna, dopo gli orrori della guerra civile (caratterizzata anche da momenti, come la caduta dell’ Alcázar di Toledo, di grande nobiltà e cavalleria tipici dei nostri cugini iberici) non ha subíto quelli del conflitto mondiale e, alla morte del caudillo Francisco Franco è pervenuta alla democrazia senza scosse  (a parte l’episodio quasi da operetta del mancato golpe, nel 1981, del tenente-colonnello Tejero). La Polonia invece, da sempre terra di conquista e di scorribande a causa della sua geografia, ha dovuto piegarsi, dopo la guerra 1939-45, alla dittatura devastatrice di un partito agli ordini di Mosca che ne ha fatto, come negli altri stati caduti sotto il giogo comunista, un paese grigio, triste e sottomesso malgrado i tentativi ciclici dei fieri polacchi (che possono essere considerati un po’ i latini d’Europa Centrale) di liberarsi da tale schiavitù.Tanto più straordinario è il cambiamento che ha seguito l’avvento della democrazia e che ha consentito alla Polonia di divenire uno dei membri più dinamici dell’Unione Europea in seno alla quale essa ricopre un ruolo di prima importanza se si considera che è il Paese che meglio di tutti gli altri ha saputo negoziare i drammatici sconvolgimenti economici del 2008 mettendosi così in condizione di disporre di armi valide per affrontare il futuro.

L'esposizione

Un primo tentativo di organizzare una fiera funeraria aveva avuto luogo negli anni ‘90 del secolo scorso. Della tetra e sinistra “Hala Ludowa” di Wroclaw (la Breslavia del famoso trattato del 1742 tra Federico II di Prussia e Maria-Teresa d’Austria che pose fine alla prima guerra di Slesia permettendo ai prussiani di annetterla quasi totalmente) ci restano ricordi indelebili che evocano il triste grigiore del “paradiso socialista”, grigiore che permeava tutti gli aspetti del vivere quotidiano. Il funerario non sfuggiva a tale “regola”. Tutto era nero. I cofani dalle forme improbabili, fabbricati in modo più che sommario, le vetture, vecchie carrette traballanti nere anch’esse come pure le urne. E via di seguito. Sola nota di colore: le candele. I polacchi sono molto attaccati a questo simbolo della luce-vita eterna ed il caso vuole che il colore delle candele (bianche e rosse) sia quello della bandiera polacca. Solo tale umile accessorio rendeva meno lugubre il tutto.
Oggi siamo agli antipodi. I cofani di Sadowski e di Rubicon&Vicinus sono di gran qualità. I carri funebri sono all’altezza come la Pilato (da sempre presente in Polonia) potrà confermarlo. Una vasta scelta di urne soddisfa la clientela più esigente. Le attrezzature di Hygeco Polska e di Rezon sono valide e svariati servizi vengono proposti alle imprese.
Un capitolo a parte è quello dei forni da cremazione. Erano presenti: ATI (Francia), GEM Matthews, IFZW di Zwickau in Germania con le sue macchine di grande qualità (e prezzo) nonchè Kalfrisa (Spagna) che ha installato il 40% dei forni polacchi. Un mercato, come già s’è osservato, in forte crescita (oggi siamo al 15%) da quando la Chiesa ha levato il veto (anche se continua ad opporsi alla dispersione delle ceneri) e da quando si sono potute liberare le forze dell’iniziativa privata anche nel settore funerario dove ha portato i suoi frutti a tutti i livelli creando così le premesse per un futuro estremamente promettente tanto più che l’indennità funeraria spettante ad ogni cittadino (uno dei rari aspetti positivi del vecchio sistema collettivista) dovrebbe, come era in vigore fino al 2011, giungere a quota 1.500 euro anziché i 1.000 odierni.
C’è poco da fare, la libertà di intraprendere è, piaccia o meno, il motore principale per la crescita di un Paese a condizione che essa sia temperata da una sensibilità ai problemi sociali e non sfoci in una “libertà” incontrollata, dagli effetti nefasti, tendente al monopolio che, pubblico o privato che sia, rimane un elemento anomalo negli scambi commerciali.

Un cenno particolare merita la coppia di organizzatori, i giovani Marcin Musial e Marcin Paszkowski che sin dall’ inizio, in seno a Targi Kielce l’ente fieristico della città, accompagnano la crescita costante di Necroexpo giunta quest’anno alla sua settima edizione. Ogni aspetto è curato nei minimi dettagli e l’ascolto degli espositori e dei visitatori è attento e permanente.
Seguendo, come Funermostra, la via tracciata da Tanexpo, un superbo banchetto per 300 persone (come a Valencia) ha allietato la manifestazione. Esso era stato preceduto, il giorno prima, da un sontuoso barbecue offerto dalla PIP. Tali iniziative, che non tutti gli organizzatori propongono, non solo offrono un momento di gioiosa convivialità agli invitati ma consolidano i legami tra gli attori della professione. Anche tra concorrenti visto che, da che esiste il mondo, e con esso il commercio, la concorrenza è sempre risultata utile determinando una crescita del mercato  e stimolando la ricerca volta a migliorare ed a rendere più attraenti i prodotti, creando così una spirale virtuosa e benefica per tutti: produttori e consumatori.
 
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