- n. 2 - Febbraio 2003
- Opinioni
Sorridenti annunci di una morte prossima ventura
Ora, mentre sto scrivendo, nulla è ancora successo, ma accadrà. Pioveranno migliaia di bombe, poi l'armata del nuovo Re del Mondo partirà e non saranno mesi, ma solo settimane. A quel punto sarà solo morte; sembra un racconto tratto dall'Apocalisse, ma lo sento da mesi alla tivù. Non ce la faccio più e lo devo dire.
Moriranno come sempre gli umili, gli indifesi, gli innocenti, e forse qualcuno che ha grandi ideali. Moriranno sbrindellati e sparsi dalle esplosioni: anime semplici e buone, giovani cuori innamorati, stomaci affamati, gambe veloci, abili mani contadine, stupiti, intelligenti e incolpevoli cervelli. Unici, irripetibili insiemi di ogni singola, straordinaria, importantissima e magica forma di vita. Moriranno, bruciati, seppelliti e spappolati dalle metalliche bombe da cinquemila chili, moriranno corpi e menti, sparpagliati a migliaia, per poi essere conteggiati, esibiti, filmati, umiliati anche dopo defunti.
Grideranno un nome prima di restituire l'anima al vento, ma nessuno sentirà quale, sarà quello di una donna o di un figlio, ultimo atto d'amore. Forse bestemmieranno il nome di un Dio troppo esigente o forse no, io lo farei, ma non conosco quella gente. Piangeranno a migliaia povere madri dalla pelle scura, giovani mogli disperate e piccoli innocenti, piangeranno lontano da noi e non lo sapremo, seppure così vicini, appena un po' più in là, nelle televisioni, da dove ci parleranno a centinaia i giornalisti, gli opinionisti, gli esperti militari, gli economisti, i coraggiosissimi inviati speciali, i soldati intervistati e i prodi generali.
Più lesto e vasto sarà il massacro chirurgico e più innegabile risulterà la vittoria. Così è sempre stato e, ahimè, così sempre sarà, finché il nostro strano Dio o chi per lui ce lo permetterà.
Il petrolio è quasi una comparsa, la guerra giusta va a cominciare e i protagonisti di questo macabro, ennesimo teatrino sono già pronti; gli abili aviatori e i morti futuri sono dietro il sipario e sorridenti stanno aspettando il via del missile e poi la cinepresa che documenterà il funambolico spettacolo esplosivo.
Non importa se questa volta il pubblico è un poco più freddino, se è gente rassegnata e tranquilla ormai e poi... in qualche modo, prima o dopo, qualche attentato sconvolgente lo riscalderà. Sarà solo l'inizio, ma in qualche modo, poi, si dovrà terminare.
Azzardo un pronostico di questa sporca partita: quattro a zero già a metà del primo tempo, il Raiss esonerato con una bella pensioncina, nell'intervallo cioccolata americana e in Europa tante esplosioni, fino ai supplementari, fino ai rigori.
A meno che io sbagli e si diventi tutti un po' più buoni.
Carlo Mariano SartorisGiorgio Gaber nei suoi ultimi pensieri non si sentiva più italiano; ebbene, io rilancio e mi scuso coi presenti, ma se la storia del nostro genere deve sempre essere scritta col sangue di chi non conta nulla (sebbene in modo più illustrato, evoluto e intelligente), io protesto, mi dissocio e mi defilo: non mi sento un essere umano.