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La favolazza del granducato di bisopoli

C'era una volta, nel Granducato di Bisopoli, una bionda fanciulla bellissimissima, un tempo poverissimissima, che viveva da sola in una casettina nel parcoboscoso. Il suo nome melodiosissimo era Fiordimeladelizia, ma gli animaletti del bosco la chiamavano tutti Grunff Grunff, Cip Ciricip e Muhuu, a seconda se erano un rude cinghiale, uno zufolante pettirosso o un nobile cervo.

Fiordimeladelizia viveva felice, perché aveva ereditato la casettina (355 metri quadri + terrazzo, portico & piccola piscina) e 200.000 baiocchi (perché era passata dal via), da una nonna di nome Sterlina, una adorabile vecchietta tirchioricchissima che era scomparsa in un "puff" per colpa di un incantesimo e mezzo (un distacco dovuto ad un attacco).

La nonna le aveva anche lasciato la tenuta, una tenuta che aveva tenuto finché ci aveva lasciato; una campagnazza mega settantaettari, con sette bravi mezzadri, (1x10 Ha) sempre a lavorar cantando, ma senza un vero perché.

Fiordimeladelizia era una fanciulla bella e felicissima, buona di animo e non solo di quello, così che tutti, nel bosco e nei dintorni, le volevano del gran bene, soprattutto Chiomabruna Belrandello, il più bel ragazzo del villaggio, che ogni sera partiva giù dal Granducato, saltando in groppa al suo fido destriero di nome Suzuki, e saliva fino al bosco per non lasciar da sola, nel buio della notte, la bella ereditiera, perché, diceva lei, del buissimissimo e dei gufi occhigrossi, aveva gran paura.

E intanto, l'uomo di pezza stava in un angolo a guardare...

Se sbirciamo dentro il mazzo delle probabilità, non si può piacere sempre a tutti.

Per esempio, un'altra signora che ogni giorno guadagnava 1500 svanziche ad un concorso di bellezza, una gattazza con gli stivali di nome Piattoricca Micificca, che aveva ai suoi piedi (puliti e profumati) tutti gli uomini di Bisopoli e che gestiva una catena di alberghi rosa; era ingelosissimissima.

Aveva tutti tranne Chiomabruna, che granricco non era, ma oltre ad esser un bel randello, abitava in un alloggetto popolare di vicolo La Sambuca, un alloggino con vista sulla Stazione Nord. Molto pittoresco. Piattoricca voleva ai suoi piedi, e non soltanto lì, anche Chiomabruna Belrandello, ma lui amava solo Meladelizia, e Piattoricca, che lo aveva saputo da uno specchio maschio pettegolosissimo, fumava di rabbia, e anche per vizio (due pacchetti al giorno di cigarillos Uominigrigi).

Un altro personaggio che non vedeva di buon occhio (era miope) quella relazione, era Don Rosiko, un signorotto battagliero, che avrebbe voluto diventare signornove sposando la strabellissima Fiordimeladelizia che gli piaceva sì, ma, soprattutto, aveva i confini della tenuta adiacenti alle sue megaproprietà terriere: per ciò quell'altro matrimonio non s'avea da fare.

Meladelizia però, a quanto appariva, amava solo Chiomabruna e lui ci stava da matti; gli animaletti del bosco dicevano che quei due formavano proprio una bella coppia, ma questo non bastava per giocare a poker.

Fu così che, in questa giocofavola trislacca, Don Rosiko e Piattoricca si misero insieme, perché ognuno dei due, oltre alle questioni di cuori, curava maggiormente quelle di quadri & aveva dei precisi obiettivi: lui conquistare almeno 24 territori, e lei triplicare la rendita % degli immobili di vicolo La Sambuca.

I due furfanti (non di picche!) prepararono un piano giocando disonesto, cambiando la carta degli obiettivi e tirando un dado truccato. Assoldarono un tizio tosto, ma supersfigatissimo, che abitava anche lui nel bosco. Si chiamava Lupo. E un altro, che al bar del ciambellano lo chiamavan Drago. Un tipo focoso, che quando voleva si tramutava in qualcun altro, ma che alla fin fine, in ogni favola seria, si beccava sempre un sette di spade. Era tutto un cerotto, non avrebbe retto a un cernove.

Secondo i piani, Drago si sarebbe presentato alla villazza, e commutato in idraulico, avrebbe liquidato Fiordimeladelizia appena prima dell'arrivo di Belrandello, poi si sarebbe dileguato e, sul più bello, sarebbe sopraggiunto Lupo camuffato da nonna Sterlina che, con il suo mordente, avrebbe accoppato a colpi di stress il povero Chiomabruna, poi si sarebbe tolto il pelo da nonna e, nuovamente Lupo, avrebbe giurato che, mentre passava di lì per portare della merenda a una bambina, con quelle grandi orecchie, sentendo baccano era entrato e aveva colpito quell'assassinissimo ragazzo. Una volta tirato il dado tutto sarebbe andato nel paese delle meraviglie senza andare in prigione né passare dal via.

I sette mezzadri avrebbero chiamato lo sceriffo Stella d'Argento, il quale non avrebbe avuto dubbi su tutta la faccenda, perché era un poco fesso e avvinazzato, e di indagare oltre non ne avrebbe avuto voglia. Sporca storia, ma la carta degli imprevisti dice che non andò così.

E intanto, la bambola di stoffa stava in un angolo a guardare...

Fiordimeladelizia, in verità, era una sexi ragazzina insaziabile, che di farsi deliziare il fior non ne aveva mai abbastanza. Appena vide l'idraulico dal tubo assai virile, gli si mostrò ignuda e compiacente, così che il focoso sicario, anziché farla fuori, sedotto e ammaliato, le si fece dentro. Andando la riparazione per le lunghe, arrivò il Belrandello il quale, credendo che il Drago fosse un turpe violentatore, prese una spadazza infilata in una roccia che passava di là e, come da copione, infilzò lo sfortunato Drago che, giusto prima di venire, se ne andò dritto al creatore.

La bellissimissima contafrottola, ancora ardente dai fluenti bollori del Drago idraulico, insoddisfatta sul più bello, ma ancor più eccitata dal sangue che colava, fingendosi strappata al pericolo (sudaticcia, ma non poco seccata), si gettò sul suo salvatore per ringraziarlo, riprendendo l'attività amatoria con più foga e con vigore.

Fu in quel mentre, in mezzo a quel bordello, che fece la sua apparizione il Lupo taroccato nonna Sterlina. A quell'improvvisata, Fiordimeladelizia ebbe un sussulto e non certo di delizia. Iniziò a farneticare zazzerostravolta, e vuotò il sacco (è un modo di dire), su tutta un'altra storia.

Chiese perdono al Lupononna per averla tramutata in "puff" nullatenente per impossessarsi della casetta, la piscina ed il ricco podere, usando una pozione scombinata, di ali di pipistrello, polvere di mummia e forfora di avvocato civilista.

I sette mezzadri (pari a tre zadri e mezzo), richiamati dallo schiamazzo (no, non di tarocchi), assisterono a quella confessione & testimonianza.

Fu così che lo sceriffo non ebbe a faticare nel ricostruire le false apparenze dell'ingarbugliatissimissima faccenda.

epilogo

Al processo c'eran tutti e Gufo@lexduralex, il lento giudice imparziale, non ebbe a balbettare nell'emettere la più logica sentenza.

1. Fiordimeladelizia venne condannata per tentato "puff", tornò indietro di tre caselle e lì fu e trasformata in Prugnasecca dall'apposito boia, l'inflessibile Mago Merluzzo;

2. A sua volta Chiomabruna, per la falla inferta all'idraulico, fu tramutato in rospo senza passare dal via e, poiché si era solo in un Granducato, mancava ogni speranza di guarire per essere stato baciato da qualche principessa;

3. Lupo continuò a far la parte di Sterlina così da poter vendere a Don Rosiko la tenuta e la villazza con piscina, ricattandolo per la vicenda della cospirazione; poi scomparve a spassarsela in un'altra favola brasiliana;

4. la bella Piattoricca tornò a essere la più bella e desiderata madama del Granducato di Bisopoli ed ebbe il suo alloggetto, l'unico che mancava per trasformare vicolo La Sambuca in un residence a luci rosa, pieno di belle signorine e che faceva angolo con Viale Manidalà. Fermarsi anche solo per mezz'ora costava carissimo;

5. i mezzadri continuarono a lavorare senza sapere perché, ma per premio chiesero un aumento, giacché non guadagnavano niente. Niente è = a zero, quindi ottennero uno zero molto più spesso e talmente grosso che furono felicissimi, anche senza un perché.

morale della favola

1. troppe volte le storie nascono come favole & finiscono in tragedia;

2. tante volte chi gioca col morto, tra imprevisti & probabilità, gioca sporco e ne esce pulito;

3. c'è sempre chi sa la verità, ma sia l'uomo di pezza che la bambola di stoffa tennero la bocca cucita...

Chiedo scusa per la bislaccheria, colpa del temporale.

A proposito, tocca a me tirare il dado e muovere il funghetto: "...Qualcuno vuol comprare delle azioni dell'acquedotto comunale?".
 
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