- n. 10 - Novembre 2001
- Opinioni
IL DIO DEL VIDEO
Questa foto è fasulla.
È stata contraffatta con un mediocre fotomontaggio. L'aereo è perfettamente parallelo al suolo, a quell'ora del mattino non era ancora aperto l'accesso all'ultimo piano delle Twin Towers e le ombre sono quelle del pomeriggio.
I particolari saltano agli occhi, ma anche se non si dovessero percepire subito il dubbio si insinua, eppure questa foto ha fatto il giro del mondo navigando nel mare della rete, sospinta dal vento di quella misteriosa emozione che suscita, galleggiando sulle onde di un inspiegabile bisogno di esserci, di partecipare, ma anche di stupire.
Strane diramazioni di un oscuro protagonismo che razzola dentro di noi, pronto a colpire, per farci uscire dal nostro peccaminoso anonimato. Quale cervello ha sentito il bisogno di imbastire questo lavoretto? Il cervello di un ragazzo burlone che non rientra nelle regole comuni di ciò che è bene e di ciò che non lo è? Un cervello svelto, che ha approfittato del momento di sconcerto globale per distribuire il suo volto mite e bigio in ogni angolo del pianeta? Un cervello sottovalutato, ingabbiato, complessato, maltrattato e insoddisfatto che ha trovato terreno di rivincita? Oppure un cervello normale, comune, distaccato e cinico, eppure quasi ironico, quasi simpatico? Un cervello terribilmente occidentale.
Il cervello di uno di noi, travolto dal bisogno che abbiamo di egocentrismo, noi piccoli artisti senza più tela, noi sfruttati, mal pagati, insoddisfatti e sperduti uomini liberi. Io non lo avrei mai fatto però, appena ho ricevuto questo inquietante lavoretto, lo ho girato a mia volta ad altra gente, mentre una vocina che ogni tanto mi parla dal di dentro mi diceva di non farlo, che era una foto dannatamente manipolata.
Ho spedito la foto perché la ho trovata travolgente, la ho spedita perché 'volevo' credere che fosse vera.
Poi ho riflettuto e mi sono pentito.
La morte è uno spettacolo davvero impressionante, duro, forte, emozionante, ma ormai fa parte della quotidianità, occorre andare oltre. Si spara alla testa alle ore dei pasti, laggiù, lontano, si muore dentro alla scatola nera dell'informazione… Poi la borsa: chissà se salirà? Poi il meteo: meno male, non pioverà! Noi, cuori occidentali, tecnologici e civili, geniali ed evoluti, davanti a quella foto fasulla che ha fatto il giro del mondo, noi, fermiamoci per un istante! Noi, figli del nostro Dio, abbiamo dunque ancora un'anima con la quale dialogare, oppure ci siamo irrimediabilmente convertiti al nuovo dio globale? Il dio del video o del televisore.
Carlo Mariano Sartoris