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L'ANIMA

Without the soul, dead is dead

"Ritengo di avere ottenuto la dimostrazione sperimentale che una sostanza capace di essere pesata lascia il corpo umano al momento della morte."
Duncan Mac Dougall
Uno dei sogni irrealizzabili dell’uomo è sempre stato quello di dare una forma e una sostanza palpabile a ciò che ha di più caro: la propria anima. Già gli antichi greci e latini, con i termini “ànemos” e “anima”, indicavano in essa l’afflato spirituale ed eterno di un essere vivente ritenuto indipendente dal corpo poiché distinto dalla parte fisica.
Se l’uomo è riuscito a dare una precisa definizione della parola “anima”, non è invece stato capace di trovarne la misura e la quantità esatta, la percentuale con cui partecipa alla vita. Ma ancora più misterioso ed oscuro è il procedimento con cui essa si svincola dal corpo alla morte di un individuo.
Nel 2004 è uscito anche in Italia il film “21 grammi” del regista messicano Alejandro Gonzalez Inarritu. Pellicola di grande successo, deve il proprio titolo ad una serie di esperimenti condotti nel 1907 da uno scienziato americano e pubblicati su riviste scientifiche (Journal of the American Society for Psychical Research e American Medicine) e non (New York Times).
Si devono a Duncan Mac Dougall, docente e fisico dell’Università del Massachussets, una serie di ricerche (ovviamente non approvate né dalla medicina né dalla Chiesa) al termine delle quali si disse certo di aver scoperto che il corpo umano dopo la morte registra una minima e quasi impercettibile variazione di peso. Lo scienziato pesò su una bilancia industriale sensibile ai grammi molti pazienti morti di tubercolosi in tarda età scoprendo che il corpo, a pochi minuti dal decesso, subisce una immediata perdita di peso calcolabile in 21 grammi, effetto della fuoriuscita dell’anima dal corpo e della sua successiva dispersione nell’aire circostante. Il dato fu ricavato dall’identica misura registrata su sei cadaveri, anche se non si è rivelato facile individuare il preciso momento della morte, quello in cui pesare il defunto calcolandone e registrandone la variazione ponderale. L’argomento ha fatto molto discutere. Medici e scienziati sostenevano che se l’anima è per definizione qualcosa di impalpabile non avrebbe dovuto avere alcuna consistenza, neppure quella dei 21 grammi; Mac Dougall obiettò di aver compiuto gli stessi accurati esperimenti anche su alcuni animali senza registrare alcuna traccia di quel cambio di peso inspiegabile, ma plausibile, e a sostegno della propria tesi portò il convincimento cristiano secondo il quale gli animali non possiedono anima.

Pochi anni fa, in Russia, Kostantin Korotkov, fisico di San Pietroburgo, annunciò ufficialmente di essere riuscito a fotografare l’anima di un uomo nel preciso momento della morte. Il ricercatore, grazie a speciali apparecchiature, fissò su pellicola le oscillazioni fosforescenti del campo elettromagnetico intorno al corpo di un defunto che, in base alle sue teorie, permangono per un periodo oscillante fra le 8 e le 48 ore a seconda delle cause del decesso. Korotkov stabilì che più la morte è improvvisa e non di origine organico - naturale, più il corpo leggero dell’anima resta a lungo vicino al cadavere, quasi stentasse ad accettare l’improvvisa separazione… L’indagine, durata due anni, ha esaminato persone decedute in età compresa fra i 19 e i 70 anni: in sintonia con quanto sostenuto dalle principali credenze religiose tradizionali, nelle immagini è possibile osservare attorno al cadavere un vero e proprio alone che rimanda alla percezione che l’uomo ha dell’anima come di un soffio. Le fotografie degli esperimenti di Korotkov sono tutt’ora gelosamente custodite dallo scienziato, ma ve ne sono altre più antiche legate ad esperimenti simili compiuti all’inizio del ‘900 da un altro ricercatore russo, il dottor Baraduck.

Il mistero prosegue e la comunità scientifica si divide fra le opinioni dei due studiosi, lo scetticismo della medicina e l’iconografia religiosa. La mente però è aiutata dal poter pensare che l’anima è una sostanza palpabile e che come tale ha un ruolo fondamentale durante la vita e una giusta collocazione all’interno di un corpo. Ma è giusto addentrarsi in uno dei misteri più forti e oscuri dell’umanità e indagare cosa accade nel preciso attimo in cui si passa dalla vita alla morte?
 
Gaia Lucrezia Zaffarano


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