Rotastyle

VIAGGIO SPAZIO TEMPORALE

all'interno di un grafico urbano

Viaggio immagini desiderate per trattenere e inseguire il tempo. Sono immagini che osservo, sogno, abbraccio con la fantasia e qualche volte disegno.
Anche il tempo ho disegnato, per tanti anni, su pagine di quaderni a quadretti, ottenendo grafici colorati. Ed ancora oggi questi grafici si sovrappongono alle linee rette o curve, alle forme geometriche che i miei occhi incontrano, le strutture urbane ad esempio: case, finestre, strade e rotaie. Segnano le ore, segnano i giorni e gli anni.

Il tempo è fermo, è l'eternità, è il grafico compiuto che assumendo in sé lo spazio lo irrigidisce come una vita osservata da immensamente lontano. Il tempo basta a se stesso, è quello che è, ma ama manifestarsi per ciò che non è, ed irriverente irrompe dentro di noi con i suoi volti da Narciso. Noi immersi nella realtà, lo percepiamo come un grafico in progressione, un grafico che si allunga, che si tende, si dilata e si comprime, gioca in noi l'illusione del movimento, la sua fantastica velocità variabile. Così il tempo ci appare diviso in forme ritmiche l'una dall'altra diverse.

C'è il tempo dilatato. È il tempo della fantasia e della magia, a volte coincidono, che ci posa e riposa in luoghi altri. Ha un ritmo pieno, e si nutre di giochi e di fate. Ci dona la vita. E l'amore.

C'è il tempo che passa. Questo è il tempo della identità, l'articolazione cosciente dell'esistenza, il nostro divenire. Una manciata di colori buttata lì ad addensare ricordi. Straordinaria è la forza del tempo che spinge il sentimento verso la memoria che allunga e allarga l'Io di quel tempo solido che, gassoso ora, si dilata e si disperde.
Un fiume agitato da voci che non vogliono spegnersi.

C'è il tempo sospeso, il tempo dell'intuizione. Un tempo così veloce, come la luce, che pare fermo. L'intuizione è una possibilità, l'intuizione permette al mondo di svelarsi e al contempo di moltiplicarsi in mondi paralleli più o meno differenti e possibili.

Nel tempo sospeso percepisco il mio finire, che diventa traccia costante del tempo che passa e si inabissa nel desiderio di essere tempo fermo. La visione del mondo si attorciglia con il tempo e, tra le sue rughe e le sue pieghe, mi destabilizza. La paura mi scaraventa nel tempo parcellizzato, il tempo dell'angoscia e della frantumazione dell'Io.
Per vincere la paura, per riunirmi e riempire di me il tempo fermo, disegno un dio.
Una manciata di colori buttata lì a creare un destino, una manciata di colori per riempire la morte di qualcosa.
Così precisa e lu-minosa è l'immagine del volto di dio, della sua bocca, che ne odo perfino le parole, potenti e chiare. Mi avvolgono di fede e dio diventa Dio e le Sue parole Legge.

Viaggio per incontrarvi, per donarvi le parole della Sua Legge e il conforto della fede. Ma se non crederete, il mio viaggio sarà un vulcano di fuoco e di sete.

Nel tempo dilatato la fantasia ha preso il sopravvento e un inferno si è acceso di fuoco e di demoni. E non un solo inferno, ma più inferni si sono accesi, perché Dio ha parlato a molte orecchie difettose sparse per il mondo.
Errori di traduzione, errori di interpretazione.
Falsi profeti e discepoli ottusi, o profeti ottusi e falsi discepoli, od ottusi e falsi discepoli contemporaneamente; nomi diversi di Dio e spade in mano, anche missili ed aerei; odio per colori diversi e odio senza colore. Sicuramente è dolore, ma per una giusta e santa causa! Anche se spesso Dio non c'entra e l'obiettivo da raggiungere è un pezzo di terra in più, magari con un po' di petrolio sotto.

Ci sentiamo sazi di 'verità', sicuri nella 'verità', e già le parole non sono un mezzo adatto per sostenerla, ma se mai qualcuno ne ha avuto consapevolezza, e l'ha detta, questa ha subito, e subisce, una forte dispersione nella comunicazione da un individuo all'altro, da gruppi di individui ad altri, anche dall'Io ieri all'Io ora all'Io domani. Giriamo in tondo generazione dopo generazione ebbri di presente e di futuro che non sono mai se non nel ricordo.
Ma il tempo è colloso e qualcosa di lui rimane appiccicato alla materia; anche per questa ragione desideriamo possederla e/o distruggerla e/o la amiamo a nervi tesi.

L'amiamo anche teneramente, la materia. L'accarezziamo e i diversi volti del tempo si uniscono e ci riportano là, in quel tempo dilatato che non è rigido, a ben vederlo, ma pulsante e fremente di possibilità.
I ritmi del possibile sono infiniti e paradossalmente l'unico ritmo impossibile è proprio quello che tra una battuta e l'altra contiene lo spazio-tempo infinito.


 
Gianni Maria Tessari
GIANNI MARIA TESSARI nasce a Carmignano di Brenta (PD) il 4 settembre 1949. Vive e lavora tra Torino e Bassano del Grappa.
Già musicista ed ora pittore ha esposto sia in Italia che all'estero. Si interessa allo studio della psicologia della percezione. Nel 1998 pubblica, con la Casa Editrice COM'MEDIA di Torino, il suo libro d'artista 'Città Quadro'.
Dal 6 aprile 2002 espone presso la Galleria d'Arte STUDIO '71 di Palermo con una mostra dal titolo "Viaggio spazio temporale all'interno di un grafico urbano" dal cui catalogo, curato da Vinny Scorsone, è tratto il materiale di queste pagine


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