- n. 1 - Gennaio 2008
- Cultura
Dalla scultura devozionale del Tardo Medioevo alla Pietà di Michelangelo
Vesperbild: l'immagine del vespro
Nel corso del Trecento si diffuse nell'Europa centrale di lingua tedesca un nuovo soggetto iconografico, noto con il nome di
Vesperbild. La parola significa letteralmente
immagine del tramonto, o
del vespro, e sta ad indicare una serie di piccole sculture in legno dipinto, in gesso o in terracotta, che rappresentano la Madonna seduta che sostiene, sulle proprie gambe, il corpo esanime e irrigidito di Gesù, morto la sera del venerdì santo. Questa rappresentazione non è riconducibile ad alcun racconto presente sui Vangeli, né, eventualmente, sui testi apocrifi che narrano le vicende della vita di Cristo. Una invenzione, dunque, o più semplicemente una interpretazione popolare di ciò che verosimilmente potrebbe essere accaduto subito dopo la deposizione di Gesù dalla croce: i testi sacri narrano che al momento della crocifissione e della sepoltura la Madonna era presente accanto al proprio Figlio.
Questo tipo di scultura conobbe una notevole fortuna anche in alcune regioni italiane; dapprima in Friuli, attraverso la Slovenia, poi nel centro, Marche e Umbria, già a partire dalla fine del Trecento, fino a culminare a Roma, in pieno Rinascimento, ad ispirare alcuni famosi capolavori dell'arte italiana: dai
Vesperbild nacque infatti il tema iconografico, noto col nome di
Pietà, che numerosi maestri del XVI secolo dipinsero e che
Michelangelo Buonarroti scolpì in un bianco blocco di marmo di Carrara da lui scelto personalmente. Nella cittadina di
Pergola, nelle Marche, è conservato un
Vesperbild di notevole bellezza. Realizzato in gesso interamente dipinto, risale circa all'inizio del '400 e riflette fedelmente i modelli di produzione germanica: la Vergine Maria, vestita di un manto blu scuro decorato in oro, è seduta con il capo chino e con lo sguardo fisso e triste verso il corpo di Gesù, adagiato sulle ginocchia della madre e ormai irrigidito dalla morte, con il costato ferito e con il sangue rappreso sul corpo martoriato dalla crocifissione; le sue braccia si intrecciano all'altezza dei polsi, lasciando bene in vista i buchi dei chiodi.
Sculture come questa vennero all'epoca prodotte in modo quasi industriale e sono poche, in realtà, quelle giunte fino a noi che, come quella di Pergola, abbiano un valore rilevante dal punto di vista artistico. Come si è detto, tuttavia, questa produzione fu molto popolare ed arrivò ad ispirare alcuni dei grandi maestri dell'arte italiana. Fra questi, colui che seppe interpretare fedelmente il significato devozionale del
Vesperbild, consacrandolo al tempo stesso fra i temi più importanti nelle arti figurative, fu indubbiamente
Michelangelo. La sua
Pietà, conservata nella
Basilica di San Pietro, mantiene intatte le caratteristiche iconografiche di quel soggetto nato dalla tradizione popolare tedesca e ad essa legato: la Madonna seduta che, sola, con il capo chino e con lo sguardo abbassato, sorregge il corpo del Figlio appena deposto dalla croce. Le figure da lui create, tuttavia, appartengono ad un mondo nuovo che si esprime attraverso una plasticità che tende alla perfezione anatomica delle forme e che anela alla bellezza totale e assoluta, pur apparendo estremamente naturali e, in qualche modo, reali. Maria è una fanciulla dai tratti dolci, non più una donna segnata dal tempo e addolorata; il corpo di Cristo, invece, appare abbandonato con grande naturalezza sul grembo materno; il capo reclinato all'indietro sottolinea ancora di più l'impressione di un corpo vero.
È la bellezza ideale, perfetta, a rappresentare il significato simbolico di questa
Pietà, che
Michelangelo scolpì nel 1498, quando aveva solo 22 anni. L'artista seppe interpretare compiutamente il significato che attraverso le Scritture assume la morte di Gesù: non un lutto, ma il passaggio che ha segnato la salvezza del genere umano. Il gesto estremo compiuto da Dio per i suoi figli. Da notare, inoltre, che la Madonna è raffigurata esattamente così come
Dante, duecento anni prima, la descrisse nel
Paradiso: "
Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio". Non c'è dolore sul volto di Maria, perché non c'è dolore nella morte di Cristo: quella morte, che lui stesso sconfiggerà tre giorni dopo risuscitando, conduce tutti gli uomini alla vita eterna. Questo è il messaggio che da cinque secoli si legge sulla
Pietà custodita in
San Pietro.
Michelangelo si servì, dunque, di una fortunata rappresentazione nata dalla devozione popolare europea per creare uno dei più importanti capolavori della scultura rinascimentale italiana.
Daniela Argiropulos