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VERSETTI E PREGHIERE, MA NON SI PIANGE IN PUBBLICO

Nei riti funebri musulmani ci sono molti momenti di raccoglimento, fondati sulla lettura del Corano. Dichiarazioni di fede, sudari e veglia funebre per il defunto, che viene seppellito con il capo rivolto verso La Mecca. Al termine del rito, l'usanza del banchetto.

Con più di ottocento milioni di fedeli, l'Islam è la seconda religione dopo il Cristianesimo. Sorta nel VII secolo d.C. in Arabia, dove già esistevano culti a divinità legate alla pastorizia e all'allevamento del bestiame, è fondata sul Corano, il testo fondamentale rivelato da Allah al profeta Maometto, nato nel 570 d.C. alla Mecca, e contiene i comandamenti di Dio, cui il fedele è sottomesso. Infatti la parola "musulmano", usata normalmente, proviene da "muslim", cioè credente, dedito a Dio.

LA RECITA DEL CORANO. Definito il bene più alto di un musulmano, poiché sarebbe l'ultima rivelazione comunicata agli uomini, il Corano fa parte della vita di ogni fedele. E lo accompagna anche nel momento della morte. Infatti, quando una persona sta per mancare, un presente deve recitare dei versetti del Corano e deve anche far mormorare al morente la "shahada", ovvero la "dichiarazione di fede": "non vi è Dio oltre Dio, Maometto è il profeta di Dio". Il musulmano, appena morto, è deposto su una barella con la testa in direzione della Mecca, luogo sacro perché vi è la "Caaba", cioè il "Cubo", edificio che conserva la Pietra nera, forse un meteorite, che si crede mandato da Dio.

Il cadavere viene quindi lavato completamente, a scopo di purificazione, e avvolto nei "kafan", sudari: nella tradizione popolare sono due, generalmente bianchi, ma se ne trovano anche di neri e di verdi.
La preghiera per il defunto avviene nella sua casa o nella moschea: la legge prevede la "salat aljanazah", "la preghiera dei morti", che viene effettuata in gruppo, anche senza la presenza di un "imam" (la "guida", colui che dirige la preghiera comune nella moschea). È proibito compiere questa cerimonia per un infedele e lo si seppellisce senza lavarlo e senza sudario. Le donne sono ammesse alla preghiera, ma è proibito manifestare pubblicamente il proprio dolore con pianti, urla o percuotendosi il corpo. Non è prescritta la veglia funebre, ma spesso viene usata, con accensioni di lampade intorno al cadavere.

IL MOMENTO DELLA SEPOLTURA. La bara viene portata verso il luogo del seppellimento a spalla di uomini, se il defunto è maschio, da femmine, se è morta una donna. Il corpo viene seppellito, a cura di un numero dispari di uomini, con il capo rivolto verso la Mecca, mentre i presenti gettano tre manciate di terreno sopra di esso. Dopo la sistemazione nella fossa è d'uso il "talqin", che consiste nel suggerire al defunto la professione di fede, affinché risponda in maniera giusta agli angeli Munkar e Nakir, che lo interrogheranno nella tomba. Nel giorno della sepoltura è raccomandato un banchetto funebre, "walima", durante il quale sono recitati passi del Corano. Di solito, si usa fare un banchetto funebre tra il settimo e il quarantesimo giorno, ma mai durante i tre giorni del "aza", la consolazione funebre, durante i quali, all'interno della moschea, oppure in un tendone per la strada o a casa del defunto, i familiari ricevono le condoglianze e ascoltano la lettura del Corano.

L'ALDILÀ NEL CORANO. Per i musulmani, Allah è Dio uno ed unico, creatore di tutte le cose e Signore del mondo, sostegno, guida, distruttore, restauratore, conservatore di tutto, giudice supremo nel giorno del giudizio. L'essere umano è pienamente consapevole del suo stato di assoluta subordinazione, dipendenza e nullità nei confronti del Signore. Infatti islamismo deriva dal verbo "aslama", che vuole dire sottomettersi: c'è quindi la completa sottomissione, la dipendenza del fedele da Dio.
Per illustrare in modo efficace la punizione o il premio che toccherà ai giusti ed ai peccatori, il Corano descrive il paradiso e l'inferno con termini molto vivaci e concreti. L'inferno islamico è un abisso di fuoco, luogo di tormento del corpo e dell'anima. Il paradiso è un giardino, ricco di delizie, attraversato dal fiume dell'abbondanza, liquore limpidissimo. Si parla anche della presenza di "huri", fanciulle di grande bellezza, vergini sottili e profumate: è un paradiso, e non si esclude il piacere sessuale. Nel testo fondamentale dell'Islam sono presenti an-geli e demoni. I primi sono "messaggeri", creature obbedienti e sottomesse ad Allah, inferiori agli uomini, ma guardiani del genere umano: i più noti sono Ga- briele, che ha "deposto" il Corano nel cuore di Maometto, Mikail, Michele, Serafino, che suonerà le trombe nel giorno del giudizio, Izrà, l'angelo della morte che prende in cura le anime dei profeti. I demoni sono invece presenze spirituali che interferiscono nella vita quotidiana dell'uomo con proposte ingannatrici, controbilanciate, però, dall'angelo custode, vicino ad ogni creatura.

CIMITERI ISLAMICI ANCHE IN ITALIA. Oggi i musulmani vivono non solo nei paesi arabi, ma anche nell'Asia occidentale e meridionale, nell'Africa occidentale ed orientale e nell'America del nord. In seguito al fenomeno dell'emigrazione hanno raggiunto anche l'Europa: in molte zone, si sono formate comunità più o meno numerose di musulmani. Un fatto che non si può trascurare e che porta a far convivere diverse realtà, usi, tradizioni. Ed anche diversi riti religiosi e modalità di sepoltura.
Per dare la possibilità di essere seppelliti secondo i dettami della propria confessione religiosa si è attivato, ad esempio, già qualche tempo fa il comune di Gallarate, in provincia di Varese: l'amministrazione sta infatti portando avanti un progetto per ampliare il cimitero di Arnate. L'idea sarebbe quella di riservare una parte del nuovo camposanto anche ai parenti dei cittadini di religione diversa da quella cattolica. I musulmani sono i più interessati al progetto: agli islamici verrebbero riservati cento posti per l'inumazione a terra. Il progetto di massima è già stato approvato: il dialogo con gli uffici del comune riguarda soprattutto le procedure da seguire per rispettare le leggi musulmane e contemporaneamente le leggi italiane. La normativa prevede infatti che la salma depositata nei cosiddetti campi comuni, venga spostata, dopo dieci anni, nelle celle ossario, che ad Arnate sono poste ai lati del cimitero, in posizione rialzata. Secondo la tradizione islamica questo non sarebbe possibile, ma la comunità pakistana del luogo, per non creare difficoltà, ha già fatto sapere di essere disponibile ad una soluzione alternativa. Verrà invece soddisfatta senza problemi la richiesta di una delimitazione simbolica tra le tombe di religio-ni diverse. Una striscia di terreno o una staccionata in legno alta pochi centimetri, le soluzioni più probabili.

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