Proprio negli stessi giorni in cui si alimentava la polemica a Lucca, due inchieste scuotono il settore funerario in Versilia e a Pistoia.
Evasione fiscale sui funerali. Quasi un milione di euro di "ricavi non dichiarati" dalla Misericordia di Massarosa che, per gli anni compresi fra il 2002 e il 2005, avrebbe secondo la Guardia di Finanza presentato una dichiarazione "infedele" dei ricavi. Avrebbe, cioè, dichiarato assai meno di quanto incassato dai funerali, considerando che si occupa del trasporto funebre e della sepoltura di circa il 90-95 % dei deceduti nella zona. Su questo milione di euro non sarebbero state pagate né irpeg, né irap, imposte dovute perché il trasporto delle salme non è una attività istituzionale svolta a fini solidaristici, ma una attività di lucro svolta come impresa commerciale. La Finanza osserva che "non è stato riscontrato alcun servizio funerario reso in base alle indicazioni statutarie, con modalità proprie delle organizzazioni di volontariato. I servizi, invece, risultano esclusivamente resi nel settore commerciale in regime di libera concorrenza con le imprese di onoranze funebri. Il principio solidaristico indicato nello statuto è, di fatto, completamente disatteso, tanto che la Misericordia pubblicizza il servizio sulle pagine gialle e impiega in via esclusiva tre dipendenti per tale attività che non risulta essere indirizzata verso individui che versano in situazioni di emarginazione e di bisogno socio economico".
A Pistoia, invece, tre dipendenti asl ed un impresario di onoranze funebri sono stati arrestati per concussione e corruzione. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri i necrofori approfittavano del proprio ruolo per chiedere soldi alle imprese: chi non pagava, era costretto a subire ostacoli ed ostruzionismi. "Gli impiegati della asl - ha dichiarato il pm Alessandro Gherardini - pretendevano una tassa dalle agenzie funebri alle quali garantivano il lavoro. Questo sistema di tangenti si è basato sul fatto che alle famiglie dei deceduti in ospedale ancora indecise sulla scelta dell'impresa i tre, anziché mostrare come da regolamento l'elenco delle imprese disponibili, proponevano subito un'agenzia di loro conoscenza". Il risultato? "Molte centinaia di euro secondo un vero e proprio tariffario, costi che pesavano sulle spalle dei parenti dei defunti, l'obbligo di accettare questa proposta come unica possibilità di lavorare".
"Occorre approvare la Legge sul settore funerario ferma al Senato!". Lo chiede il deputato di Forza Italia Fabio Minoli Rota relatore del ddl approvato alla Camera e in attesa del passaggio in Aula al Senato. Minoli sollecita il varo della legge, ancor più dopo i recenti fatti di cronaca di Pistoia. "Vogliamo garantire il rispetto della dignità dei defunti, e dei diritti di chi resta a ricordarli, attraverso la moralizzazione del settore e la ridefinizione della materia funeraria e di polizia mortuaria". Il ddl introduce sanzioni pecuniarie e la revoca della licenza in caso di procacciamento indebito di contratti commerciali. "Il nostro Governo - conclude Minoli - ha fatto molto per arrivare alla parità fra servizio pubblico e privato poiché riteniamo importante poter operare in un mercato liberale dove entrambe le parti siano messe nelle condizioni di lavorare secondo le stesse regole".