- n. 1 - Gennaio/Febbraio 2019
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Il cimitero è per i vivi
Estatto della tesi di laurea "Cimitero: comprendere le nuove pratiche sociocultuali attraverso l'analisi del luogo".
Pubblichiamo con piacere uno stralcio dell’originale tesi con cui Martina Della Valle ha ottenuto la laurea triennale in sociologia presso l’Università degli Studi Milano Bicocca e a cui vanno i migliori auguri di tutta la Redazione di Oltre Magazine.
Il turismo cimiteriale è una pratica sempre più in voga e sempre più persone si recano nei cimiteri come turisti. Grazie soprattutto alla facilità di spostamento, molti turisti fanno rientrare nei loro tour la visita al cimitero più noto della città nella quale si recano. Altri addirittura organizzano viaggi improntati unicamente alle visite cimiteriali. L’esplosione del fenomeno è confermata dal raggiungimento di un numero notevole di visite ai principali cimiteri storici europei, come quelli francesi Père-Lanchaise, Montmartre, Montparnasse, o il vecchio cimitero ebraico di Praga, e anche ad alcuni cimiteri italiani come il Monumentale di Milano e la Certosa a Bologna, solo per citarne alcuni. Nonostante sia considerato da alcuni un comportamento bizzarro oppure un genere macabro di turismo e nonostante che attorno ai cimiteri vi siano ancora molte superstizioni, in realtà il turismo cimiteriale è una forma di scoperta che va ben oltre ciò che riguarda il mondo oscuro.
Gli stimoli che spingono gli individui a compiere queste visite sono riconducibili principalmente a due motivazioni: l’esistenza di beni artistici e architettonici racchiusi al loro interno e la presenza di tombe di personaggi illustri.
Patrimonio artistico
In riferimento al primo motivo si può affermare che
molti cimiteri possono essere considerati dei veri e propri musei a cielo aperto per i beni artistici e architettonici in essi racchiusi. Già durante il periodo del Romanticismo, quando si cominciò ad esprimere attraverso la monumentalità delle sepolture i sentimenti e il legame nei confronti dei propri cari defunti, gli individui si recavano nei cimiteri per ammirare le ricchezze in essi costudite. Fu proprio durante quegli anni che si cominciò ad avere la concezione che i cimiteri non fossero solamente luoghi dove accogliere chi ci aveva lasciato, ma che in realtà venissero edificati principalmente per i vivi. I campi santi costruiti in quel periodo erano stati infatti ideati non solo per essere locali di sepoltura e di svolgimento di pratiche funerarie, ma anche per enfatizzare la memoria, e ancora per ricreazione, educazione e visita. Dopo numerosi decenni di abbandono di questa pratica, i cimiteri tornano oggi ad essere considerati luoghi importanti. Essi
sono custodi del patrimonio tangibile, inteso come arte, architettura e pianificazione urbanistica; al contempo racchiudono in sé anche un patrimonio intangibile, meno evidente al visitatore distratto, quello
riconducibile ad una sorta di raccolta antropologica che permette di conoscere in maniera diretta le pratiche e le abitudini correlate alla morte dei nostri predecessori.
Attraverso la decodificazione dei cimiteri si può appunto comprendere la società che li ha creati. Tutte le strutture ed i monumenti mortuari contribuiscono ad esprimere un dinamico e complesso mosaico culturale: in quest’ottica il campo santo diventa un elemento integrato con la società e quanto più esso è ricco di significati storici o culturali, maggiore sarà il flusso di turisti interessato a visitarlo.
Tombe di personaggi illustri
Per quanto riguarda la visita alle sepolture di personaggi famosi, bisogna considerare che
esiste una vasta quantità di cimiteri che ospitano le spoglie di personalità note. Spesso accade che molte persone tendono a sacralizzare i luoghi di tali sepolture in quanto hanno sviluppato un legame di vario tipo con i personaggi in questione quando erano in vita e desiderano continuare a mantenere questa relazione. Accade pertanto anche un corpo senza vita sia in grado di attrarre come quando era vivo, creando attorno a sé un continuum di relazioni sociali.
La visita cimiteriale collegabile alla presenza di tombe di personalità non è un fenomeno nuovo; questa pratica, infatti, era comune già in tempi più antichi ma rispetto al passato si riscontrano differenze nei confronti della tipologia di personalità attrattiva. Una volta, ad esempio, era abituale, soprattutto per i Cristiani, visitare le tombe di santi e/o di martiri, tuttavia, nonostante ancora oggi ci siano persone ancora dedite a questa pratica, in linea generale è una consuetudine che sta cadendo in disuso a causa anche di un notevole affievolimento del sentimento religioso. A
riscuotere successo sono ora i luoghi di sepoltura di leader politici, come il mausoleo di Lenin a Mosca o di Mao Tsé-Tung a Pechino, ma non solo. La maggior parte delle visite si verificano, infatti, nei cimiteri che custodiscono le spoglie
di personaggi legati al mondo della televisione o di attori, cantanti, sportivi e scrittori. Sono queste personalità dei nostri tempi a mantenere vivo l’interesse anche dopo la loro scomparsa, creando flussi riconducibili anche a commemorazioni in date particolari come possono essere quella di nascita o di speciali anniversari... Il luogo di sepoltura dei personaggi famosi costituisce un simbolo di transizione che i turisti sono interessati ad intraprendere per poter aver un contatto ‘autentico’ con il mondo delle celebrities.
Social Media e agenzie di viaggio
Le precedenti motivazioni sono le due principali che spingono a recarsi nei cimiteri come turisti, ma non le uniche.
Social media e agenzie turistiche giocano un ruolo importante nell’indirizzare o condizionare affinché si visitino i cimiteri. Le tecniche di comunicazione sembrano essere considerevolmente rilevanti nell’indurre i turisti verso precise mete. I
media infatti sono portatori di conoscenze ed emozioni relative a luoghi lontani dalla sfera della quotidianità. Attraverso programmi televisivi o bighellonando nel mondo virtuale dei
social network, le persone prendono consapevolezza della ricchezza racchiusa nei cimiteri e ciò stimola in loro il desidero di visitarli in prima persona. Nella società contemporanea
i media occupano gran parte della vita di ciascun individuo perché sono in grado di emozionare ed avvicinare universi altrimenti distanti. Nel caso specifico
hanno la capacità di rendere il mondo dei cimiteri più accessibile, influenzando gusti e modificando immaginari condivisi. Allo stesso tempo, per quanto concerne
le agenzie turistiche, i cimiteri sono diventati una fonte di interesse grazie alla possibilità di lucro ad essi associata e in questa direzione il turismo cimiteriale diventa un importante fenomeno socio-economico. Molti cimiteri, soprattutto quelli monumentali,
promuovono visite guidate che si propongono di esaltare i luoghi come straordinarie fonti di storia per la preservazione della memoria individuale e collettiva e tanto più il significato storico e culturale racchiuso nei campi santi viene messo in risalto, maggiore sarà il numero di turisti che vi si recherà. Le agenzie sono abili nel porre in evidenza determinate caratteristiche come la natura, l’architettura tumulare e le personalità sepolte, facendo diventare il cimitero un luogo di attrazione e anche di commercializzazione, sfruttando l’attuale esigenza delle persone di diversificare e arricchire la propria esperienza di viaggio.
Sempre riconducibile all’ottica turistica sono la diffusione di pubblicazioni in giornali, diari e riviste di viaggio riguardanti le visite nei cimiteri, una stimolante fonte di ispirazione che creano nel turista la curiosità di recarvisi. Frequente è anche imbattersi in libri che forniscono informazioni rispetto alle opere d’arte e agli individui illustri tumulati nel cimitero. Queste pubblicazioni sono delle vere e proprie guide, dove ogni aspetto del cimitero, dai suoi contenuti agli orari di visita e alle regole da rispettare al suo interno, è trattato minuziosamente.
Alla vista delle considerazioni fin qui fatte si può dire che,
nonostante il tema della morte sia ancora circondato da numerosi tabù, i luoghi ad essa associati hanno gradualmente perso l’aura di liminalità (ovvero di momento di transizione da uno status ad un altro) che li contraddistingueva nel passato, grazie soprattutto al mutamento di mentalità degli individui odierni. Questo cambiamento di atteggiamento può essere ricondotto alla sempre più crescente visibilità della morte nella società contemporanea nonché ad un costante attaccamento e ad una maggiore ossessione delle persone nel ricordare i propri cari con pratiche che creano legami continui anziché spezzati. Da qui nasce la tendenza sempre più generalizzata di una maggiore volontà di esprimere il lutto in modi nuovi in ambito pubblico e di discutere apertamente della morte.
Le relazioni tra i vivi e i morti creano nuovi spazi relazionali sostenuti da nuove pratiche socio-culturali che producono e riproducono performance, rituali, geografie emozionali ed atmosfere affettive del tutto inedite. Anche le fonti da cui reperire informazioni quotidiane trattano sempre più l’argomento della morte attraverso inchieste, notizie di cronaca ed altro ancora. In questo senso si può affermare che la morte entra tutti i giorni nelle nostre case.
In conclusione, invito coloro che ancora ritengono il cimitero come un qualcosa da tenere a distanza, ad abbandonare questa retrograda idea, perché esso racchiude in sé i valori di un popolo resi eterni attraverso i monumenti.
Il cimitero serve più ai vivi che ai morti in quanto è un ricordo della presenza divenuta assenza. Chi associa i cimiteri ad esperienze traumatiche rischia di perdere la ricchezza di questo spazio che in realtà è fondamentale per la vita.
Martina Della Valle