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TANEXPO 2012

Un successo senza precedenti/1

Marzo è passato e con esso l’edizione 2012 di Tanexpo che ha chiuso i battenti domenica 25 dopo tre giorni di esposizione che hanno confermato, se ancora ve ne fosse bisogno, la leadership della manifestazione bolognese che da anni ormai richiama nella città felsinea il meglio della produzione e della clientela mondiale.
Anche se non è il caso (restiamo modesti e con i piedi per terra) di intonare un peana, non possiamo tuttavia nascondere l’immensa soddisfazione che ci pervade nel constatare che l’impegno di una équipe ben rodata ha dato i meritati frutti per un lavoro condotto instancabilmente nella prospettiva di fornire agli operatori del comparto funerario quelle opportunità di business che, sole, consentiranno loro di far fronte alla necessità di rendere sicura, ampliandola, la propria attività imprenditoriale.
Cosa quanto mai difficile soprattutto in questi tempi travagliati di crisi, di balzelli (è molto più semplice, per far cassa, aumentare le tasse o crearne di nuove anziché tagliare le spese inutili ... gli italiani ne sanno qualcosa da un bel po’) e di mancanza di liquidità.
Ebbene, nonostante tutte queste difficoltà, Tanexpo ha riscosso, per dirla con i nostri amici spagnoli, un “exito rotundo”, un franco successo che ha premiato la volontà degli organizzatori, con in testa il caparbio Nino Leanza, e dei loro partner imprescindibili: gli espositori. Questi, presenti in numero cospicuo, sono stati i veri protagonisti dell’evento: la soddisfazione generale da essi manifestata al termine dello stesso rappresenta la ricompensa più ambita per tutti coloro che hanno dato quanto potevano, e talvolta anche di più, per assicurare ai propri clienti i risultati che essi meritano per la fiducia concessa e per gli investimenti sopportati non solo nella prospettiva di un giusto profitto (parola nobile, nonostante le connotazione negativa che di essa taluni esagitati post-sessantottini vorrebbero dare), ma anche per garantire ai propri collaboratori quel bene tanto più prezioso oggi in quanto più raro: il lavoro.
Sfatiamo quindi il mito degli imprenditori rapaci assetati unicamente dalla volontà di arricchirsi a fronte del sudore dei dipendenti. Certo ne esistono ancora, e li conosciamo tutti, ma fortunatamente essi rimangono nelle proprie tane riservandosi di lasciarle soltanto quando una preda facile esce allo scoperto per farsi mangiare senza tanti complimenti. Si è già visto e si vedrà. E tentano di sfogare il proprio livore impotente ed osceno propagando maldicenze, menzogne o patetiche contro-verità come quella, diffusa per sms a diversi operatori e che abbiamo constatato “de visu”, in cui si annuncia che essi avrebbero deciso di non partecipare alla rassegna bolognese vista la scarsa importanza della stessa e soprattutto perché in futuro altre manifestazioni avrebbero garantito migliori e ben più cospicue opportunità d’affari. “Quod licet Iovi non licet bovi”, dicevano i nostri antenati. Potremmo tradurre così: ciò che (per la sua posizione e per le sue competenze) è concesso a Giove, non è concesso al bue (o al popolo di buoi).
Lasciamo, quindi, a costoro le proprie beate insolenza ed incoscienza (anche se poi alcuni si sono presentati a Tanexpo non tanto, si suppone, per interesse nei confronti delle novità, ché tanto già conoscono tutto, ma probabilmente per tentare di contattare al volo, di rapina e a minor spesa, qualche cliente di passaggio, esempio concreto di certa parassitosi sulla quale ritorneremo più in là) e la scelta di andare dove meglio credono per esibire la propria merce. Meglio se i prezzi sono da stralcio (si sa ... i tempi sono duri ... e non tutti possono permettersi il lusso di esporre nella massima rassegna funeraria mondiale) e soprattutto se sovvenzionati dal mai abbastanza spremuto Pantalone e cioè il contribuente (fin che dura ...). Nessuno si è mai permesso, nei corridoi dell’esposizione, di importunare tali soggetti nelle forme inurbane, anzi indecenti, utilizzate invece in passato ed in altri luoghi da persone prive della benché minima educazione, aggiungendo che siamo tutti ben felici che rimangano nelle proprie vallate nutrendosi di quel fiele che come una magica pozione consente loro, alimentandone la rabbia velenosa, di vivere. Anzi di sopravvivere. Esattamente come accade con i “parassiti” che invadono i corpi viventi per trarne sostentamento. Ci sia concessa una parentesi filologica che consentirà al lettore di formarsi una opinione per emettere un giudizio su tale termine che, già da noi usato un paio d’anni orsono, ha scatenato una reazione offesa ed ingiustificata da chi aveva, a giusto titolo, creduto di riconoscersi in tale veste. La parola viene, come tante altre, dal greco. Più precisamente da “parà” (= accanto) e “sitos” (= pane, grano, pagnotta per dirla alla Trilussa). Il parassitismo esprime quindi quella relazione biologica simbiotica in cui uno dei protagonisti, il parassita, tira profitto a spese di un terzo, l’ospite. Il tutto per beccarsi un po’ di quella pagnotta. Trasportando tale definizione scientifica in senso figurato alla situazione osservata a Bologna possiamo quindi ben confermare le affermazioni fatte nel 2010. Come definire altrimenti il comportamento di chi, approfittando dell’afflusso considerevole (riconoscimento indiretto, per inciso, dell’importanza di Tanexpo) di visitatori in fiera, ha proposto ad alcuni di essi viaggetti in bus verso una residenza in cui esponeva i propri prodotti? Non farebbero meglio gli artefici di tali brillanti “paramanifestazioni” ad organizzarle in altri momenti, magari assumendosi le spese di viaggio degli ospiti senza aspettare di trovarseli pronti grazie all’efficacia del lavoro dei curatori della rassegna bolognese? Non è che la cosa disturbi più di tanto, anche se non possiamo fare a meno di ritenere tali posture squallide e di affermarlo ad alta voce. In realtà si tratta soprattutto di uno schiaffo dato ai colleghi che, loro sì, hanno investito quattrini per far venire i propri clienti e per mettere in mostra il frutto del proprio lavoro. Un po’ di fair play talvolta non guasterebbe. Tale esempio spiega, tra le altre cause ben note (incapacità ed ignavia della classe politica, ad esempio), le ragioni per cui il Bel Paese si trova nei guai più neri. Fintanto che i “furbetti del quartierino”, simbolo di quell’Italietta per la quale gli stranieri ci sbeffeggiano, continueranno ad imperversare (si fa per dire …) con i loro sotterfugi, non ci sarà spazio per quella chiarezza cristallina di comportamenti che è premessa indispensabile per uscire da una crisi profonda in cui i piccoli espedienti per vivacchiare alla giornata lasciano il tempo che trovano. Per chiudere tale parentesi come l’abbiamo iniziata, e cioè sul piano scientifico, ricorderemo che i parassiti, presenti in tutto il mondo vivente con l’eccezione, notevole, degli echinodermi, sono talvolta essi stessi vittime di altri parassiti chiamati “iperparassiti” il che nelle circostanze attuali, con certi chiari di luna, risulta essere alquanto frequente. Come tutti sanno, per debellare tali organismi è possibile utilizzare diversi strumenti quali, ad esempio, il “Di-cloro-Di-fenil-Tri-cloro-etano, meglio conosciuto come DDT (o “Flit”, dal nome di uno dei prodotti più usati in cui tale principio attivo era presente), o si può attendere che essi si estinguano spontaneamente. È quello che vorremmo fare, anche per evitare di sprecare il pur vile prezzo del Flit per qualcosa di, tutto sommato, insignificante. “Sed de hoc satis”.

Ritornando all’edizione 2012 di Tanexpo vista dall’angolo che più da vicino ci interessa, quello internazionale, come contestare che essa abbia rappresentato un successo superiore alle nostre stesse ottimistiche aspettative! Sapevamo che il lavoro che da anni stiamo conducendo con rilevanti mezzi umani e finanziari non avrebbe potuto, alla fine, non dare quei risultati che tutti hanno avuto modo di constatare. Non solo erano presenti, accanto ai leader italiani dei diversi settori merceologici (cofani, vetture, bronzi, accessori, …), grosse realtà straniere, ma i visitatori provenienti da 56 (dico cinquantasei!) Paesi hanno fatto il resto affollando i corridoi di Bologna Fiere come mai in precedenza e riconoscendo “coram populo” che si trattava della più bella manifestazione funeraria cui avevano mai assistito. Ammissione tanto più gradita in quanto proveniente in molti casi da amici che proprio per essere tali non avrebbero avuto reticenze nel dirci se c’erano cose che per una ragione o per l’altra non andavano bene. Ciò era accaduto in precedenza e ne abbiamo tenuto conto. Se oggi nessuno più trova da ridire è proprio grazie alle critiche rivolteci in quei frangenti. Esse ci hanno permesso di migliorare. Grazie, quindi, a coloro che con le loro osservazioni, talvolta anche difficili da udire per chi le riceveva, ci hanno portato a livelli qualitativi senza precedenti. Non siamo quindi sordi ai rimproveri che ci vengono mossi. Purché essi siano costruttivi e non il risultato di un improbabile mix di invidia e di velleitarismo. In realtà più che irritati dalle dicerie e dalle fandonie che taluni vanno di proposito propagando (vedi alcuni cari amici che, non essendosi potuti recare a Tanexpo, ci hanno telefonato per chiederci se era vero che, secondo quanto loro riferito da certi figuri, in fiera non era venuto nessuno o quasi), siamo delusi dalla stupidità umana e dalla meschinità di certa gente che pur ci aveva dato in altri tempi l’impressione, risultata erronea (mai fidarsi delle impressioni, solo i fatti contano ...) di avere altra caratura umana, morale e, perché no, professionale. Peccato, anche perché rimaniamo convinti che in ciascuno di noi, accanto al marcio che ci portiamo appresso, vi sia qualcosa di buono e di nobile e che tali lodevoli tratti, che meriterebbero di essere sviluppati, vengano accantonati per invidia, per affarismo o per piegarsi, talvolta, a sordidi ed ignobili ricatti. Del genere: “se tu fai questo, io non ti compro quello” e via dicendo.
Comunque sia tutti gli stranieri incontrati, espositori e visitatori, ci hanno espresso grandissima soddisfazione non solo per l’accoglienza loro riservata (la serata di gala a Palazzo Re Enzo li ha sedotti) o per il clima primaverile (non è merito nostro, ma la fortuna aiuta gli audaci), quanto soprattutto per la qualità estetica della manifestazione (stand spesso magnifici) e per la ricchezza dei prodotti presentati e delle numerose novità. Il che è tutto dire, visto che di vere novità non è che, nel nostro settore, ne escano ogni giorno. Tra gli espositori esteri ve ne erano alcuni venuti “à reculons”, come si dice in Francia, e cioè con quella attitudine dell’asino che si impunta e che deve essere tirato verso la meta finale. È il caso di Batesville Casket, la più grossa azienda mondiale di cofani (più di un milione di pezzi all’anno) che da un bel po’ (siamo stati più volte nelle loro fabbriche nell’Indiana e alle fiere della NFDA a Boston, Orlando, New Orleans, Chicago) tentavamo di convincere a venire fin che l’amico Terry, il boss dell’area internazionale, ci ha annunciato, a Chicago lo scorso ottobre, che avrebbero fatto un test in Italia tramite la loro filiale britannica. Alla fine dell’expo, Geoff Bowles, il responsabile di quest’ultima ci ha reso partecipi della sua più ampia soddisfazione non tanto per quelli che potevano essere i futuri sviluppi nel nostro Paese (dove i cofani metallici, che rappresentano i 3/4 del mercato in Nord America, non hanno diritto di cittadinanza), ma per il numero importantissimo di contatti avuti con decine di clienti e di distributori potenziali del mondo intero. Dopodiché, vi è chi racconta che a Bologna non c’era nessuno. Ma per piacere! Questo per noi è un segno della enorme risonanza internazionale di Tanexpo. O allora non abbiamo capito nulla e dovremmo ritirarci. Non credo, non dispiaccia a qualcuno, che sarà così! C’è ancora tanto da fare e il meglio deve ancora venire. Forse prima del previsto se alcuni progetti rivoluzionari andranno in porto. Ebbene, la più grande soddisfazione provata ci viene proprio da queste aziende. Alla prova dei fatti non solo tutti ci hanno espresso la volontà di ritornare fra due anni con mezzi ancor più importanti, ma molti hanno manifestato il rimpianto per non essere venuti prima. Alcuni poi, e non esageriamo, ci hanno chiesto di conoscere la data d’apertura delle iscrizioni all’edizione 2014 per poter prenotare immediatamente il proprio spazio, mentre altri ci hanno assicurato che faranno, nei rispettivi Paesi, la più convinta e lusinghiera promozione per indurre i colleghi assenti quest’anno a raggiungerci in Italia fra ventiquattro mesi.
(continua...)
 
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