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Chemical Roadmaster Italia

Un successo ormai divenuto internazionale

Italia. Il bel paese nel quale vivere era, fino a qualche anno fa, una attrazione per quanti sognavano una vita serena, una alimentazione sana, un ambiente colto e ricco artisticamente. “Ci vuole tutta una vita per imparare a vivere”, ricordava Seneca, ma quel che più conta è che “ci vuole tutta una vita per imparare a morire”. Seneca si era così profondamente inabissato nello spirito umano da non desiderare più di riemergere. Certo che la morte spaventa. La corruzione delle carni, di biblica memoria, incombe su di noi con cinica evidenza, a monito dell’arroganza e dell’egoismo umani. Ma per gli spiriti profondi non occorre che la morte si accompagni sempre alle caratteristiche negative e deleterie che affliggono lo spirito dei veglianti e dei congiunti, oltre che il naturale cordoglio. Il rispetto per le spoglie mortali di una persona cara sulla quale abbiamo riversato amore, stima, comprensione ed attenzione, vuole che non si conceda immediatamente il corpo agli artigli della “vecchia signora” perché ne possa iniziare da subito il disfacimento. Oltretutto tale processo, degradante per la salma, diviene mortificante per i congiunti ed estremamente pericoloso per gli addetti ai lavori a causa dei liquidi di rilascio della decomposizione cadaverica”.
Con queste parole siamo stati accolti in Chemical Roadmaster Italia da Fabio Melano, coordinatore del progetto Biozero, per una visita che fa seguito a quella dell’autunno 2007 nel corso della quale si era parlato delle iniziative che l’azienda milanese ha, da qualche anno ormai, intrapreso in campo funerario attraverso la linea Anubi ed in particolare, in seno alla stessa, di Biozero, un rallentante di decomposizione cadaverica sostitutivo della formalina, non tossico per gli operatori e per l’ambiente, che consente alle imprese di onoranze funebri di ottemperare al Regolamento di Polizia Mortuaria che recita testualmente: “Nei mesi da aprile a settembre le salme devono essere sottoposte a trattamento antiputrefattivo”.
Partendo da tale premessa Chemical Roadmaster Italia ha realizzato una iniezione conservativa temporanea che, iniettata dagli addetti ai lavori nella cavità addominale della salma, ne rallenta il processo di putrefazione per il tempo della veglia e delle esequie. Tale composizione, dotata di un pratico sistema di iniezione, è completamente innocua per gli operatori e totalmente biodegradabile per l’ambiente. Ora, se è ben vero che la formalina (soluzione acquosa di formaldeide) non è espressamente vietata, è altrettanto vero che la Comunità Europea prevede che lo sia in tempi relativamente brevi e che in ogni caso, come ci fa notare Melano, “presenta rischi tanto durante la manipolazione (la formalina libera un gas tossico che può causare edema polmonare e gravi irritazioni agli occhi; intacca i tessuti con cui viene a contatto indurendoli ed alterandoli chimicamente; il contatto con la pelle provoca gravi ustioni) quanto per l’esposizione a lungo termine (dannosa per il dna, tanto che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro - IARC - ha inserito la formaldeide tra le sostanze considerate con certezza cancerogene per la specie umana). Senza trascurare i rischi ambientali ed ecologici: inquinamento delle falde acquifere e alta incidenza di indecomposti durante esumazioni ed estumulazioni con conseguenti problematiche di smaltimento”.
In tale contesto l’azienda di San Giuliano Milanese ha messo a punto, dopo lunghi studi condotti nel proprio laboratorio di ricerca in collaborazione con esperti del settore e con l’Università degli Studi di Milano, un prodotto, Biozero, alternativo alla formalina e alle altre sostanze chimiche tuttora impiegate per procrastinare la decomposizione cadaverica risultando quindi indispensabile come trattamento base ritardante per le salme e come coadiuvante nei trasporti frigoriferi. “Composto da una miscela di biocidi stabilizzati da sali, limita la proliferazione dei batteri responsabili dei processi di putrefazione, il corrompimento precoce delle carni e lo sviluppo di forti maleodorazioni. A tali caratteristiche Biozero, la cui consistenza simile all’acqua ne facilita l’iniettabilità, unisce l’innocuità per gli operatori e la biodegradabilità. Si propone quindi come alternativa valida alla formalina e garantisce una maggior sicurezza, in termini sanitari, rispetto ad una salma non trattata soprattutto quando essa debba essere sottoposta a lunghi spostamenti (compresi quelli all’estero) ovvero trasportata in obitori, crematori, strutture per il commiato. Tanto più che l’uso è estremamente semplice. Si tratta infatti di iniettare nella cavità addominale, grazie ad una apposita pistola, una dose di Biozero per ogni 70 chilogrammi di peso corporeo. Il tutto, come si diceva, senza rischi né a livello di manipolazione né a livello ambientale ed ecologico e senza conseguenze per l’esposizione a lungo termine. La sola precauzione da prendere è quella di evitare di spruzzare la sostanza negli occhi”.
Fabio Melano, con giustificato orgoglio, ricorda che il prodotto è ammesso all’uso in Lombardia (regione pilota in campo funerario e non solo…) nell’ambito della circolare n. 21/SAN (indirizzi applicativi del Regolamento Regionale Lombardia n. 6 “Regolamento in materia di attività funebri e cimiteriali”) che all’articolo 7 recita: “In sostituzione della formalina è consentito l’utilizzo di altri preparati che assicurino la conservazione a breve termine del cadavere e che presentino una minore tossicità per gli operatori”. Che Biozero sia efficace risulta dalla sperimentazione per la conservazione di campioni di tessuto umano condotta dal Laboratorio di Istopatologia Forense dell’Università degli Studi di Milano. Tralasciando tutti i dettagli dello studio, che chi è alla ricerca di approfondimenti troverà sul sito aziendale (www.roadmaster.it), le conclusioni del lavoro riportano che “tale sperimentazione ha evidenziato una notevole efficacia conservativa del prodotto Biozero sui tessuti umani entro i quattro giorni dal trattamento. In particolare si è evidenziata la capacità del prodotto di mantenere le caratteristiche morfologiche ed organolettiche del tessuto umano trattato, senza macroscopiche alterazioni dello stesso”.
Ciò spiega il vasto successo commerciale riportato non solo in Lombardia, ma anche in molte altre regioni. E sulle ali di tali successi ed in vista di quelli, ancora più importanti, che coroneranno in un futuro ormai vicino i notevoli investimenti di Chemical Roadmaster Italia sulla linea funeraria Anubi e in particolare su Biozero, lasciamo Fabio Melano con la soddisfazione di vedere una azienda italiana distinguersi con un prodotto efficace, originale, innovativo e tale da imporsi anche al di fuori dei confini nazionali.
 
Giuliano Franzese

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