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Campagne digitali per la lotta contro l'AIDS

Le star americane si uccidono su twitter e facebook

Il primo dicembre di ogni anno si celebra il “World Aids Day”, la giornata mondiale di sensibilizzazione per la lotta all’Aids, istituita per la prima volta nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La battaglia contro la malattia si è intensificata sempre più grazie alle associazioni e alle attività di raccolta fondi che hanno evoluto modalità e strategie di azione sempre più innovative e consone all’epoca.
Nel nuovo millennio sono i social media a fare da traino per la creazione e per la costruzione di una coscienza mondiale su una patologia che ogni anno conta milioni di vittime e un tasso di incidenza del contagio ancora troppo alto. Secondo il rapporto “Unaids 2011”, diffuso dalle Nazioni Unite, nonostante i progressi medici compiuti e l’impegno profuso, il quadro è ancora critico tanto che, nel mondo, ancora 34 milioni di persone sono malate di Aids e ogni giorno vengono registrati 7.000 nuovi casi di infezione. L’epicentro della malattia è nell’Africa Sub-sahariana, mentre il numero di nuovi contagi sta crescendo anche in Europa orientale, in Asia centrale, in Oceania, nel Medio-Oriente e nel Nord Africa.
Anche quest’anno il primo dicembre, la Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids) si è fatta promotore del “World Aids Day” nel nostro Paese, abbracciando e diffondendo lo slogan “Getting to zero”: zero discriminazioni, zero nuove infezioni e zero morti di Aids-correlate.
A livello internazionale, le iniziative non mancano: in particolare, ne ricordiamo una che ha fatto scalpore e che ha raggiunto in tempi brevissimi gli obiettivi di raccolta fondi con una comunicazione shoccante e con modalità innovative. Tutto grazie al web. Dodici star americane, il 12 dicembre 2011, sono morte virtualmente su Twitter (il servizio di microblogging del momento) e su Facebook (il social network più importante al mondo che non ha bisogno di presentazioni) sospendendo gli aggiornamenti nelle loro Fan Page e diffondendo sul web fotografie dei loro corpi adagiati in lussuose bare. I fan, per farli resuscitare, sono stati invitati a donare sul web un milione di dollari attraverso l’acquisto di maglie “Buy Life” il cui ricavato è stato devoluto alla ricerca per sconfiggere la malattia. Le star, tra le quali ricordiamo Alicia Keys (cantante soul internazionale), Lady Gaga, Elijah Wook (“Il Signore degli Anelli”), Justin Timberlake e la campionessa del tennis Serena Williams, hanno sacrificato la propria vita digitale lasciando un ultimo “Tweet” e un video-testamento sulla rete pubblicato e diffuso su Youtube. Nel giro di pochi giorni tutti sono stati riportati alla vita digitale grazie alle tempestive donazioni dei propri fan, a cui è bastato un semplice click. Alicia Keys, regina del rythm and blues che ha lanciato l’iniziativa di raccolta fondi insieme all’associazione “Keep a child alive”, ha affermato: “È molto importante usare media ai quali siamo naturalmente collegati per cercare di scuotere chi ci segue, di stimolare la loro attenzione. Non è che la gente non voglia partecipare o non sia interessata; è che è circondata da altri messaggi e non è semplice catturare l’attenzione anche su argomenti così importanti. Questo è un modo diretto, emozionale e anche un po’ sarcastico per farlo, ma penso possa funzionare”.
Anche per il “World Aids Day” 2011 l’associazione Red (che raccoglie fondi contro l’aids per l’Africa), in collaborazione con One (che si occupa di prevenzione contro le malattie e la lotta contro la povertà), ha lanciato una campagna digitale, chiamata “Quilt 2015 - The beginning of the end of Aids” (www.2015quilt.com), che si basa sulla realizzazione di una immensa trapunta virtuale per sconfiggere, entro il 2015, la trasmissione dell’Aids da madre a figlio. Gli utenti del web sono chiamati a realizzare quadri digitali con foto, forme o decorazioni e a condividerli attraverso i social media versando una donazione a una delle due associazioni. I lavori saranno visibili, oltre che sul web, in Times Square a New York. L’iniziativa trae spunto dalla trapunta “Aids Memorial Quilt”, l’opera più grande di arte collettiva al mondo composta da oltre 44.000 pannelli, realizzata a partire dal 1987 in memoria delle persone morte di Aids.
Come si stanno muovendo queste organizzazioni sui social media? Ovviamente su Facebook, dove gli strumenti per condividere informazioni e iniziative sono ormai diffusi e facili da utilizzare, ma non solo. Su FourSquare, fondata nel 2009, una rete sociale che si basa sulla geolocalizzazione degli utenti, ovvero sulla possibilità di condividere la propria posizione geografica via gps attraverso i dispositivi mobili e gli smartphones; su Tumblr, il social network di microblogging che favorisce la diffusione e la condivisione di immagini; su LinkedIn, dove le associazioni hanno creato un profilo aziendale per mettere in contatto i professionisti e condividere notizie e comunicazioni con i followers delle aziende; su Youtube, dove i video registrati dalle star rimangono uno strumento potente per la crescita della consapevolezza sulla diffusione dell’Aids. Justin Timberlake, nel focalizzare l’attenzione al problema, ha sicuramente più appeal di un articolo di giornale o di un documentario televisivo in terza serata. Twitter, con le sue comunità di followers, le brevi notizie in tempo reale e i sistemi di hashtag, rimane lo strumento digitale più utile per la comunicazione e per la diffusione di campagne di utilità sociale.
Non ci resta che rimanere connessi e partecipare attivamente alla diffusione delle notizie e delle azioni che, con un nostro click, potrebbero aiutare qualcuno nel mondo.
 
Martina Mandrioli


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