- n. 9 - Settembre 2012
- Eventi
A Parma, un evento di solidarietà
Uno squarcio nel buio
La continua evoluzione dell’essere umano è costituita da differenti passaggi, contrassegnati da cambiamenti. Ogni mutamento implica la privazione o la perdita di uno stato precedente e costituisce la prima esperienza di lutto, il primo approccio con la morte.Si può morire in molti differenti modi. Ogni morte ha un suo lutto, i suoi perché, con differenti ripercussioni su chi resta. La “morte volontaria”, tuttavia, è quella che provoca un dolore e una condizione di sofferenza emotiva particolarmente difficili da affrontare, da elaborare e da superare. La scelta di non vivere costituisce, inoltre, un argomento “sgradevole” da trattare, almeno sul piano dell’alta divulgazione. Accanto alla letteratura scientifica e specialistica, infatti, difficilmente lo si trova affrontato secondo prospettive di “immediato approccio” per il grande pubblico.
Per contrastare tali difficoltà e il silenzio che la cultura del nostro tempo ha portato intorno al tema, a Parma, in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, ha avuto luogo un evento di solidarietà, attraverso uno spazio di riflessione, per accogliere un momento culturale di condivisione perché, nonostante la gravità e la complessità del problema, la prevenzione non può essere vista come responsabilità degli esperti, ma riguarda ciascuno.
L’iniziativa, curata da Maria Angela Cavalli e Maria Angela Gelati in collaborazione con Istituzione Biblioteche del Comune di Parma, si è svolta lunedì 10 settembre 2012 presso l’Oratorio Novo della Biblioteca Civica. “È stato una sorta di piccolo viaggio dentro al buio”, hanno detto le curatrici, “tra pagine, canzoni, immagini e riflessioni, per un dialogo possibile”. Il programma ha visto la partecipazione di Nicola Ferrari (psicopedagogista) e di Chiara Ometto (psicologa e psicoterapeuta), letture da parte di alcune attrici dell’Associazione ZonaFranca, video e interventi grafici a cura di Stefano Grilli, immagini fotografiche di Marco Circhirillo.
Gaia Lucrezia Zaffarano