Rotastyle

a Düsseldorf

BEFA 2005

È ben vero che non si finisce mai di imparare. A riprova la scoperta di un amaro locale alle erbe, il Killepitsch, che pur esistendo da più di un secolo mai avevamo avuto l'occasione di degustare in occasione delle numerose precedenti visite e che ci ha definitivamente sedotti. Siamo rientrati con le scorte necessarie.

Düsseldorf, capitale della Renania Settentrionale-Westfalia, la zona la più popolata del Paese, è infatti la sede di uno dei più importanti centri fieristici tedeschi ed ospita, nelle sue strutture ben concepite ed equipaggiate, un numero quanto mai elevato di manifestazioni internazionali. Il quartiere espositivo si trova in un'ampia zona verde a due passi dal placido e maestoso Reno ed a qualche minuto dal centro. L'equipe TANEXPO aveva stabilito la sua base nel bel mezzo di tale zona, in un ambiente bucolico illeggiadrito da cavalli e caprette ed estremamente adatto alla meditazione ed alla riflessione oltre che, per gli amatori, ad attività ginnico-sportive di vario genere. Peccato che il vicino aeroporto liberasse a getto continuo, a partire dalle sei del mattino, i suoi jet portatori non solo di passeggeri, ma anche di un certo nocumento acustico per i dormienti, impedendo a questi sventurati di perfettamente recuperare dalle fatiche del dì precedente. Le serate erano allietate dalle degustazioni, necessarie per digerire la saporita ma pesantuccia cucina locale, delle numerose marche della gloria cervisiaca locale, la Alt, una qualità di birra ad alta fermentazione prodotta secondo vecchie regole. Essa si trova in perpetua rivalità con la Kölsch, la birra, peraltro del tutto diversa, della vicina Colonia, nel quadro più ampio di una guerra di campanile che non ha nulla da invidiare alle secolari beghe tra fiorentini e senesi o a quelle tra lucchesi e pisani non dimenticando quelle tra questi ultimi e, ancora una volta, i fiorentini. Il quartiere di tutte queste gradevoli ed istruttive esperienze è la Altstadt, la città "vecchia". Si fa per dire, visto che in realtà si tratta della ricostruzione del vecchio centro dopo che le vicissitudini belliche hanno trasformato, come tutti sanno, la Germania in un immenso campo di rovine. L'atmosfera è rimasta la stessa. Quella di un luogo di incontro dove folle immense, soprattutto durante il fine settimana, si ritrovano per dare libero sfogo alla loro vera passione: la degustazione di quantità industriali di birra all'interno dei locali o nei "biergarten". Talvolta anche con spiacevoli eccessi da parte soprattutto di giovani che già in "prima serata", per usare un linguaggio televisivo, deambulano alticci e chiassosi nelle strade che costituiscono il centro del quartiere. Il che ci è risultato tanto più scioccante al ritorno da un paese, il Messico, dove l'alcol è vietato alla vigilia di una tornata elettorale. Non dimentichiamo che domenica 22 s'è votato in quella regione importantissima della repubblica federale e che il risultato, disastroso per la coalizione di centro-sinistra (che per la prima volta da quarant'anni ha perduto la sua leadership), ha indotto il cancelliere Schroeder ad anticipare di un anno le elezioni politiche. Mossa eticamente ineccepibile e strategicamente eccellente. Soprattutto perché i probabili successori avranno a che fare con la recessione che l'Ocse annuncia per l'Europa (e soprattutto per l'Italia) e che gli elettori non mancheranno di sanzionare nelle votazioni successive ridando, nel gioco dell'alternativa democratica, il potere a coloro che lo hanno appena perso. In altri termini elegante passaggio della patata bollente.

Venendo alla fiera propriamente detta, la BEFA, essa si è presentata, come sempre, all'insegna dell'ordine e del massimo confort logistico. Come tutti sappiamo si tiene ogni cinque anni, intervallo che alcuni trovano eccessivo. La rarità dell'evento permette, d'altra parte, di ben memorizzarlo e di stabilire paragoni tra le diverse edizioni. Ebbene, l'esposizione di quest'anno ci è parsa più piccola rispetto a quella del 2000 che già aveva presentato un profilo inferiore all'edizione del 1995. La superficie espositiva netta è stata di poco più di 6000 metri quadri di cui più di mille occupati dalla federazione, che organizza la manifestazione, con gli uffici amministrativi e lo spazio di vendita di cofani di cui parleremo più avanti. Involuzione negativa, quindi, dovuta probabilmente all'inflazione di questo tipo di manifestazioni che alla fine demotiva i potenziali espositori e visitatori. Oltre che, nel caso specifico, da una politica suicida della federazione professionale che ha creato una centrale d'acquisto di cofani (facendoli venire da chissà dove) che ha mandato su tutte le furie i costruttori locali che hanno, con bella e quasi (i crumiri non mancano mai) unanime compattezza, boicottato la manifestazione. Se a ciò si aggiunge l'attitudine teutonicamente rigida dell'organizzazione nei confronti di qualche espositore, che per rappresaglia non s'è presentato, il quadro è completo. In realtà il problema di fondo è sempre lo stesso e cioè quello del nefasto "interventismo" di una federazione che, non contenta di assolvere i suoi compiti istituzionali (tutela della professione, aggiornamento normativo, formazione ed accrescimento della professionalità), pretende di fare di tutto organizzando fiere e mettendosi perfino a vendere cofani. Perché, già che ci siamo, non cominciare anche a produrli! E poi, accanto ai cofani, i veicoli, i bronzi e così via. Non ci siamo proprio! Un imprenditore al quale esponevamo tale situazione nel campo fieristico funerario ci ha detto, tra l'incredulo e l'ironico: "Ma dove mai s'è vista una esposizione organizzata dai clienti?" Checché se ne dica l'organizzatore professionale (quello, cioè, il cui mestiere è la comunicazione e non la tutela di una professione) è, ispirandosi alla chimica, il catalizzatore (K) tra l'offerta del produttore (A) e la domanda del potenziale cliente (B). Anche chi è completamente digiuno della scienza di Lavoisier & Co. intuisce che la reazione non è possibile quando K=B. Ora una federazione, qualunque essa sia, non è altro che un insieme di B. In altri termini un grande B. Ognuno tragga le inevitabili conclusioni.

In tale contesto le prospettive per TANEXPO 2006 sono più che rosee. Premiando una professionalità più che consolidata, decine di aziende hanno già prenotato, dieci mesi prima dell'evento, lo spazio per l'anno prossimo. Un grave problema si porrà agli organizzatori e cioè quello di dover, fra poco, rifiutare la candidatura di coloro che avranno atteso troppo. Cosa mai gradevole per manager la cui vocazione ed il cui compito ed interesse sono quelli di soddisfare i clienti e di dar loro il massimo di opportunità per creare nuovo business. Ciò può venire solo da una alta affluenza di visitatori, non solo italiani ma provenienti da tutto il mondo. È proprio in questa ottica che TANEXPO si muove, in senso proprio e figurato, andando continuamente (e con considerevole investimento finanziario) in tutte le fiere del mondo, anche nelle più piccole, alla ricerca continua non tanto di espositori (i famosi cinesi che dovrebbero, secondo alcuni pavidi sprovveduti, massacrare il mercato nazionale) quanto di visitatori ed in definitiva di potenziali clienti per le aziende che si assumono l'onere di esporre. Saremo presenti in Spagna (Valencia), in Polonia (Kielce) ed in Ungheria (Nyregyhaza). Contemporaneamente azioni sofisticate di marketing vengono messe in opera su altri settori geografici (rimanenti paesi dell'Europa centro-orientale, America Latina e Caraibi, Africa). Il tutto per garantire il massimo successo commerciale e quindi la più ampia soddisfazione del cliente.

Ritornando a Düsseldorf colpisce lo scarso tasso di internazionalizzazione a livello tanto di espositori che di visitatori. Tra i primi, se escludiamo qualche francese (DESPLANCHES, BALSIMPORT ed una delle quattro aziende transalpine fornitrici di morgues), un paio di olandesi (il gigante della cremazione DE FACULTATIEVE e BOGRA, leader dei cofani nei Paesi Bassi) e qualche produttore di cofani dell'Europa centrale (Repubblica Ceca con VYRA CASKET, Serbia con SCITMEN, Croazia con TVORNICA POGREBNE OPREME, Slovenia con MENINA e Romania con PAG ROM che già possiede una commerciale italiana), il grosso era, come al solito, rappresentato dai nostri intraprendenti connazionali. Nell'Italian corner hanno riscosso notevole successo ANTONELLI con i suoi rivestimenti interni per cofani, pezzi unici personalizzati ed artigianali - nel senso nobile del termine - per amatori del bello e dell'elegante, realizzati a mano ed in certi casi su misura in materiali pregiati (misto lino, lino, pizzo macramè, velluto di altissima qualità), BERTELLI, dall'alto della sua pluridecennale esperienza, con le sue fotoceramiche innovative, GEM, leader italiano nella produzione di forni crematori che dopo aver conquistato prestigiosi cantieri in Italia si affaccia con sempre maggiore volontà sui mercati internazionali aiutato, bisogna dirlo, dall'eccellente qualità tecnica di un prodotto che unisce la massima solidità alla perfetta rispondenza alle norme più restrittive in materia di filtrazione e quindi di protezione dell'ambiente. Altrove abbiamo incontrato PILATO, con alcuni autoveicoli in esposizione presso gli stand BINZ e KHÜLMANN, sempre ammirati per la purezza delle linee e l'innata eleganza italiana, EUROPAG che mirando ad un prodotto di altissimo contenuto estetico ha presentato tre, diconsi tre, cofani eccelsi, OLIVETTI con i suoi frigoriferi ed accessori per imprese e cimiteri, SPAF, PRESSAL e ZORSOL con la loro ampia offerta di accessori, nonché IDEA e ZANARDO complici nella stessa avventura, il primo con la sua vasta ed creativa gamma di strumenti, l'altro con i suoi autoveicoli.

Stesso discorso per quanto riguarda i visitatori. Accanto ai soliti Serguei Yakushin, Dimitri Yevsikov e Serguei Bondarenko dalla Russia, Borivoj Trejbal dalla Repubblica Ceca, Tadeusz Czartoryski dalla Polonia, Jean Neveu e Christian Raffault dalla Francia, gli spagnoli di Barcellona e di Madrid (gli amici Sanz e Isabel Uriarte), Scott Billingsley, di Batesville, dagli USA e Dirk Van Vuure, con l'inseparabile consorte Lia, dall'Olanda. Ancora una volta numerosi, a conferma della innata mobilità sin dai tempi di Marco Polo, i nostri compatrioti, gli esponenti del Bel Paese. Tra di essi, se ne omettiamo qualcuno voglia scusarcene, gli imprenditori Alcide Cerato della San Siro di Milano e Luciano Taffo della EUROCOF di Roma, Gianfranco Merlotto della GFM IMBOTTITURE, Enrico Stragliotto e Sandro Lorandi delle omonime produttrici di cofani, nonché Stefano e Paolo Moretti della TECNICA PRESS. Totalmente assenti i bronzisti (che hanno forse privilegiato l'appuntamento di Stonetec a Norimberga) laddove STRASSACKER, leader tedesco del settore, era ben presente con i suoi prodotti sublimi, quasi commoventi, per la qualità del materiale, il design e la perfezione delle opere. Lo rivedremo a Modena.

Per quanto riguarda gli altri articoli s'è già parlato dei pochi costruttori di cofani. Tra di essi alcuni si sono distinti per l'originalità della ricerca a livello di design, altri per le ardite colorazioni, quasi psichedeliche, delle casse. Una avvenente e ben proporzionata modella, in succinta tenuta, si è lasciata dipingere su tutta la superficie corporea da un artista che così la ricopriva di colori e disegni simili a quelli delle bare. Il tutto sotto gli sguardi concupiscenti ed inebetiti dei visitatori molto indaffarati con le loro macchine fotografiche ed ai quali la bella non lesinava sorrisi devastanti. Quasi tutti i carrozzieri locali erano presenti all'appuntamento con le loro ultime novità che peraltro, a nostro modesto avviso, non sono adeguate ai gusti della clientela italiana. Grande scelta di urne di varia foggia e decorazione (anche se il metallo continua a dominare il mercato) che corrisponde al continuo incremento della cremazione in Germania. Imponente (il secondo, per superficie, della fiera) lo stand di W. Völsing, leader del mercato gestito dai Völsing padre e figlio, persone che da anni conosciamo ed ammiriamo per la loro serietà professionale e per l'innata eleganza nei rapporti umani. Al padre, Willibald, che si sta rimettendo da un serio incidente automobilistico, vadano i nostri più sinceri e sentiti auguri di un prontissimo ristabilimento. A presto in Italia! Importante la proposta di reliquari e di urne biodegradabili utilizzate soprattutto per le esequie marine. Tale forma di funerale, per immersione, è molto praticata nelle città del mare del Nord e del Baltico tant'è che molti e gallonati lupi di mare (i comandanti delle navi vedetta sulle quali la cerimonia ha luogo) navigavano, si può ben dirlo, tra gli stand in provenienza dai loro punti espositivi. Assente invece la flotta sottomarina dei temutissimi (da qualcuno) cinesi che a meno che, cosa relativamente difficile da realizzare, non si siano truccati da europei non si sono proprio visti. Con l'eccezione di un fabbricante di urne biodegradabili di Hong Kong (ahi, ahi, ahi!!!) presente attraverso il suo distributore danese. Per finire menzioneremo una importante offerta di articoli da scavo ed altre macchine da inumazione che per il momento, vista la natura di molti dei cimiteri italiani, hanno prospettive di mercato piuttosto esigue nel nostro Paese.

Una Befa, insomma, bella, ordinata e ben organizzata quale possiamo logicamente attenderla dagli amici tedeschi. Unico neo il fatto che lo stand di TANEXPO, espositore pagante come gli altri, non abbia goduto del tutto sommato modesto onore di una visita del presidente (con una "p" molto piccola) della Federazione tedesca (e della Fiera) che pur s'è degnato, bontà sua, di recarsi sugli stand adiacenti organizzati, en passant, dalla stessa TANEXPO. Meschineria o maleducazione? Forse tutte e due. Ai posteri, comunque, l'ardua sentenza. Anche in Germania, non ci facciamo soverchie illusioni, esistono i meschini ed i maleducati. Ciò non ci impedirà di certo di continuare ad ammirare quel Paese e quel popolo malgrado il brutto periodo che sta attraversando ed i più di cinque milioni di disoccupati. Ciò spiega anche, forse, una certa irritabilità ed impazienza di certi conduttori automobilistici. Aspettiamo, numerosi, gli amici tedeschi a Modena per
TANEXPO 2006. Auf wiedersehen.

 
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