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Nuove soluzioni per imprese e privati

Sovraindebitamento

Gli ultimi anni di crisi hanno notevolmente mutato gli scenari economici: molte aziende e molti privati si sono trovati in situazioni di sovraindebitamento, così è stato deciso di introdurre, attraverso la legge n. 3/2012, un procedimento per agevolarne la risoluzione. In sostanza le piccole e micro imprese che non saranno in grado di far fronte agli impegni economici presi potranno trovare un accordo con i creditori, mediato da appositi Organismi di Composizione della Crisi (OCC), per ristrutturare il proprio debito.
Secondo i dati elaborati dalle Camere di Commercio potrebbero essere interessate dal provvedimento circa 5.600.000 aziende italiane, pari a quasi il 92% del totale.
Per poter usufruire di questo sistema occorre che si verifichino le seguenti condizioni:
• il debitore non deve averne usufruito nei tre anni precedenti;
• il debitore si trova in una situazione di sovraindebitamento;
• il debitore non è assoggettabile alla procedura fallimentare.
L’accordo deve essere approvato da creditori che rappresentino almeno il 70% dei debiti contratti nel caso in cui il debitore sia un’impresa, oppure almeno il 50% nel caso sia un consumatore; inoltre il debitore deve saldare integralmente i creditori privilegiati, a meno che non rinuncino al privilegio, e quelli che non sottoscrivono l’accordo, a meno che lo stesso non preveda una moratoria con durata massima di 12 mesi.
Una volta raggiunto l’accordo, questo dovrà essere omologato dal tribunale. Successivamente l’OCC dovrà assicurasi che vengano mantenuti gli impegni presi. In caso contrario la legge prevede forti sanzioni in capo al debitore intenzionalmente inadempiente, nonché per i reati commessi dai componenti dell’OCC. In particolare è prevista la reclusione da 6 mesi a 2 anni con multe che vanno da 1.000 a 50.000 euro se:
• si aumenta o si diminuisce volontariamente il passivo;
• si sottrae o si dissimula parte rilevante dell’attivo;
• si simulano attività inesistenti;
• si sottrae, si occulta o si distrugge, in tutto o in parte, la documentazione relativa alla propria situazione debitoria o la propria documentazione contabile;
• si effettuano pagamenti non previsti nell’accordo;
• si aggrava la propria situazione debitoria dopo il deposito della proposta e per tutta la durata della procedura;
• non si rispettano intenzionalmente i contenuti dell’accordo.
Questo nuovo strumento da un lato porterà vantaggi quali, ad esempio, la possibilità di continuare l’attività di impresa a seguito degli accordi presi e mantenuti, dall’altro sembrerebbe di difficile attuazione in quanto, per le piccole e medie imprese, raggiungere accordi con coloro che rappresentano il 70% dei crediti non è una operazione semplice; oltre a ciò non sono ancora ben chiari i costi ed i tempi burocratici di tutta la procedura. Naturalmente solo a seguito dell’entrata in vigore e ad un opportuno rodaggio potrà essere valutata la reale efficacia della nuova norma.
 
Claudio Leuzzi


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