- n. 3 - Marzo 2010
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Il progetto Argeo di Benedetti
Santuario della memoria
Lo conoscete perfettamente perché, viste le sue prerogative di altissimo livello, già in passato è stato oggetto della attenzione della nostra rivista oltre che delle più autorevoli istituzioni religiose e dei più importanti operatori funerari italiani. Sappiamo però che, in occasione di Tanexpo 2010, Benedetti sta predisponendo per Progetto Argeo, in collaborazione con i Maestri di Arte Poli, una versione particolarmente prestigiosa che non mancherà di affascinare quanti, italiani e stranieri, avranno modo di visitare la rassegna bolognese.
Argeo è una struttura destinata al deposito delle ceneri dei fedeli defunti. Rappresenta una soluzione innovativa per la custodia delle urne e rispetta il valore etico, culturale, artistico e religioso del luogo ospitante. Posto all’interno delle chiese o di altri luoghi consacrati e impreziosito da immagini sacre con marmi e vetrate, offre uno spazio decoroso in cui far visita ai propri cari. Può essere collocato in cripte, in edicole annesse al corpo principale della chiesa o comunque in spazi non adibiti alla celebrazione dell’Eucarestia (ad esempio la navata centrale), meglio se dotati di accessi indipendenti. Trae origine dalla tradizione del colombario e deve la propria denominazione a un personaggio legato ad Eracle, eroe della mitologia greca, che cremò il corpo dell’amico Argeo perito al suo fianco in battaglia riportandone poi, come promesso, le ceneri al caro padre.
È uno spazio trascendente, un santuario della memoria in cui ogni vita continua a mantenere il proprio valore. Il progetto è nato dalla volontà di soddisfare il desiderio di un credente di fare riposare le proprie ceneri all’interno di un luogo consacrato facilitando così le visite dei familiari e consentendo loro di vivere intimamente un momento di raccoglimento e di preghiera. Argeo è stato voluto di altissimo livello artistico ed artigianale, con finiture marmoree nei rivestimenti esterni e con opere d’arte uniche per le facciate, realizzate con vetrate classiche o artistiche, con mosaici o con bassorilievi. Pietra, legno, vetro e bronzo si plasmano nelle mani dell’artista per creare opere d’arte uniche ed esclusive in grado di suscitare intense emozioni. Lo scheletro della struttura, interamente in acciaio inox, è stato studiato per durare a lungo e per garantire la massima robustezza, anche in considerazione del fatto che ogni singolo modulo avrà un peso superiore alla tonnellata. Può essere composto da 24, 48 o 72 celle ciascuna delle quali sarà in grado di ricoverare più urne diventando quindi una sorta di “tomba di famiglia”.
Benedetti gestirà, per ciascuna chiesa che ne farà richiesta, l’intero iter progettuale e burocratico presso la Commissione Diocesana di Arte Sacra proponendo anche una simulazione di struttura contestualizzata all’ambiente di destinazione. Non è previsto alcun impegno economico per le istituzioni ecclesiastiche. La dimora cineraria verrà fornita in uso alla Chiesa che provvederà ad attribuire le singole celle alle famiglie che ne faranno richiesta, acquisendo la proprietà dell’intera struttura una volta ultimato il processo di locazione per il quale viene fornito al parroco affidatario anche un programma gestionale di facilissimo utilizzo.
Carmelo Pezzino