- n. 7/8 - Luglio/Agosto 2006
- Cultura
Riti funebri in Cina
In
Cina coesistono una moltitudine di etnie che differiscono tra loro nel rispetto delle tradizioni culturali e nella professione della fede; alcuni gruppi costituiscono minoranze etniche (
Baoan, Drung, Deang, ...), mentre altri formano quasi intere popolazioni (
Han, Mongoli, Zhuang, ...). I cinesi rivolgono il proprio interesse in misura maggiore verso la vita pratica piuttosto che verso la cura dell'anima dopo la morte; ciò si spiega nella concezione che hanno della figura di Dio, equiparato al mondo della natura. La storia religiosa cinese, d'altronde, non ha mai avuto importanti apostoli, né martiri o redentori ed è per questa ragione che nei secoli è andata consolidandosi l'idea che l'uomo, in origine, sia un essere buono, in grado di raggiungere la propria salvezza attraverso la conoscenza della natura umana. Tuttavia al giorno d'oggi in Cina il culto religioso è professato da una corposa parte della popolazione; i cinesi si dividono principalmente in
taoisti, buddisti, confuciani, oltre ad una piccola minoranza di
cristiani. Queste religioni attribuiscono un valore importante al culto dei morti e ai riti funebri che accompagnano l'anima del defunto nell'aldilà.
I funerali cinesi, in genere, sono meticolosi e seguono cerimonie specifiche a seconda del credo religioso, ma tutti sono accomunati dalla caratteristica di non essere lugubri; il
colore del lutto, infatti, non è il nero bensì il
bianco, ovvero l'assenza di colore. Quando una persona muore, sulla porta della casa in cui viveva vengono appesi
fogli quadrati di
carta bianca, mentre sulle porte delle abitazioni dei vicini sono affissi foglietti
rossi, simbolo della felicità di una vita che non si è spezzata, ma che continua nell'oltretomba.
Corone di fiori, incenso, candele e
lanterne di carta costituiscono uno scenario emozionante all'interno del quale si svolge la processione dei parenti del morto. I congiunti, vestiti di bianco, accompagnano la bara verso il luogo della sepoltura, generalmente il
tempio, al suono del
gong, dei
violini a due corde e dei
tamburi. Le note della solenne marcia funebre accompagnano i funerali ufficiali celebrati in occasione della morte di personaggi illustri. La tradizione vuole che
fuochi di artificio vengano fatti esplodere con lo scopo di allontanare gli spiriti maligni e che
modellini di carta a forma di
case, automobili e
denaro vengano
costruiti e
bruciati al fine di agevolare il passaggio dell'anima attraverso i
dieci tribunali dell'aldilà.
Nell'estremo Oriente della Cina, invece, il lancio di
aquiloni a forma di uccelli o di draghi è utilizzato per tenere lontani gli esseri malvagi. Prima dell'inumazione una giovane donna, vestita con un costume bianco a frange rosse, danza in prossimità della bara per regalare al defunto un ultimo piacevole ricordo di felicità della vita terrena. Secondo i cinesi la
giada possiede poteri speciali e benevoli ed è per questa ragione che talvolta i morti vengono seppelliti con dischi di giada a forma di mandorla sugli occhi. Per quanto concerne la deposizione della salma presso il luogo sacro, di solito si ricopre la bara con una tavola sulla quale viene successivamente incollata la foto del defunto, viene scritto il nome e soprattutto indicato lo stato sociale occupato in vita, in quanto ancora oggi la società cinese si fonda su una radicata tradizione che prevede la divisione in classi sociali ben definite. Analizzando in maniera più specifica alcuni rituali delle cerimonie funebri cinesi, possiamo riferire della concezione, tipicamente
confuciana, dell'anima dopo la morte; per coloro che seguono questo credo
l'anima di un defunto si divide in
tre parti: una sale in cielo, una seconda rimane nella tomba per accogliere i sacrifici e le offerte di cibo che parenti ed amici vorranno concederle e infine una terza viene localizzata nella tavoletta del tempio. Questa anima può trasformarsi in uno spirito benevolo o malvagio a seconda del suo comportamento durante la vita terrena e degli onori donati dai parenti nel corso delle cerimonie funebri; di conseguenza, più sentiti e sontuosi sono i riti commemorativi, più probabilità avrà l'anima di accedere in tempi brevi al mondo degli spiriti buoni e di portare, in tal modo, beneficio ai propri congiunti rimasti ancora in vita.
Secondo una antica tradizione
taoista, ancor oggi praticata, i riti funebri cominciano all'interno della casa del defunto, ovvero prima del funerale: quando una persona muore nella propria abitazione, occorre
coprire tutti
gli specchi perché l'anima potrebbe afferrare il riflesso di una persona viva e portarlo con sé nell'aldilà.
Il
sacrificio degli
animali, in particolare di
bufali o di
buoi, è praticato in occasione dei rituali funerari soprattutto nella Cina meridionale (Yunnan). Il bufalo rappresenta un mezzo per mediare tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti ancestrali; la sua carcassa è tradizionalmente divisa in trentasei porzioni sacramentali e la carne è poi distribuita ai presenti, seguendo un ordine stabilito in base alla posizione sociale occupata dai partecipanti alla cerimonia.
Confucianesimo e
taoismo sono oggi le religioni più diffuse tra le
comunità cinesi in
Italia; le esperienze religiose della Cina riescono a integrarsi in maniera positiva nel nostro Paese dove sono sorte anche chiese e comunità cristiane di lingua cinese. Maestri cinesi, che professano la religione taoista o confuciana, guidano gli immigrati appena giunti, organizzando incontri periodici al fine di diffondere il proprio credo.
La presenza massiccia dei cinesi in Italia è caratterizzata anche dall'organizzazione in alcune società segrete che troppo spesso nascondono bande criminali, le cui radici affondano in una antica e nostalgica tradizione religiosa; eppure ancora oggi si registra l'assenza di funerali e di segnali che possano indicare il lutto di questa comunità. In realtà, negli anni si è ipotizzato che i cinesi deceduti in Italia vengano fatti sparire subito, in modo da poter riciclare i documenti e rivenderli ai clandestini che, il più delle volte, appartengono a clan mafiosi. Questa tecnica è ulteriormente facilitata dal fatto che i cinesi hanno tratti somatici molto simili e che i loro ideogrammi risultano incomprensibili a noi occidentali. Il riciclaggio dei documenti è praticato dalle triadi mafiose che utilizzano sigilli e timbri falsi allo scopo di posizionare nuovi elementi nelle cosche. I cinesi, inoltre, non temono affatto la giustizia italiana, chiamata da loro in codice "
testa di tigre" o "
coda di serpente", poiché ritengono che non vi sia una adeguata corrispondenza tra il reato commesso e la pena subita.
Il proselitismo che la popolazione cinese ha imposto fino ad oggi in tutto il mondo attraverso la diffusione della cucina e dei prodotti
low-cost non trova al momento eguale riscontro nella professione delle credenze religiose e dei relativi riti funebri; probabilmente ciò si deve al fatto che la fede del popolo cinese non è poi così profonda e che alla fine a prevalere sono sempre le esigenze materiali della vita quotidiana.
Claudia Grassi