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Ripartire dalla ricerca

Un settore certamente impegnativo, quello dell'autotrasformazione, ricco di imprenditori instancabili, dotati di grande iniziativa e di spiccate capacità creative. Tuttavia c'è bisogno, anche per gli allestitori italiani, di un cambiamento di mentalità; ovvero si sta rendendo più che mai impellente la necessità di superare gli schemi che hanno fatto il successo di questa nicchia di mercato, ma che ora rischiano di costituire un freno per lo sviluppo. Pensiamo alla frammentazione delle piccole aziende produttrici, una realtà che inizia a mostrare tutti i propri limiti in termini di espansione e di innovazione. Pensiamo alla loro incapacità nella messa a punto di nuovi prodotti e di processi produttivi ad elevato contenuto tecnologico che li porta a imitare sistemi e meccanismi adottati dai concorrenti italiani anziché innestare nel proprio prodotto contenuti da sviluppare e da portare sul mercato.

Le piccole dimensioni di queste imprese di allestimento, dicevamo, sono assolutamente inferiori alla soglia minima che consentirebbe loro di competere con successo sul mercato internazionale. È oramai evidente che anche nell'autotrasformazione, come in tutti gli altri settori dell'economia, lo slogan "piccolo è bello" non funziona più. Facendo nostre le parole di un vero e proprio "guru" del giornalismo economico europeo, quell'Alan Friedman che da qualche decennio segue con grande attenzione i sussulti del mercato italiano, prevediamo un periodo "darwiniano" che apporterà grandi benefici anche in questo settore.

Accade oggi ciò che i più avveduti avevano già previsto da anni, e cioè che si comincia a pagare il fatto di aver puntato tutto sulla produzione senza aver investito, però, nella ricerca e nelle tecnologie. Siamo tutti consapevoli che il vantaggio competitivo basato sul design industriale e sui materiali innovativi riveste un ruolo determinante per la nostra realtà economica e che su questo ogni azienda dovrebbe basare un proprio piano progettuale. Ed è innegabile che essi siano strumenti di sostegno per la competitività, soprattutto nella logica dell'innovazione incrementale, quella cioè che prevede l'immissione sul mercato di nuovi prodotti costantemente aggiornati.

Gli indicatori economici, in realtà, sono meno negativi di quanto venga spesso percepito. Ma si annusa nell'aria la sensazione che sia finita un'epoca, si annusano incertezza, dubbi, paure, soprattutto da parte dell'imprenditore funebre che in molti casi si trova disorientato nella scelta del mezzo adatto alla propria impresa e che finisce per lasciarsi suggestionare da fattori quali la moda o una pubblicità più seducente e persuasiva, senza valutare altre componenti quali i materiali e i processi impiegati nella lavorazione, la scelta del design, il valore che acquista il mezzo nel tempo. Con il risultato che dopo qualche anno si accorge che, per risparmiare un paio di migliaia di euro, si ritrova con un mezzo obsoleto che non soddisfa appieno le esigenze lavorative della propria azienda.

INNOVAZIONE ED ECCELLENZA TECNOLOGICA NELL'AUTOFUNEBRE ITALIANA

Una clientela esigente è senza dubbio fonte determinante di vantaggio concorrenziale. Al di là di tutte le altre considerazioni, le imprese innovano principalmente per soddisfare i clienti. Forti di questa coscienza i tecnici della Pilato, nonostante la resistenza al cambiamento di molti soggetti, sono innovatori instancabili e silenziosi che hanno fatto del miglioramento continuo il motore del proprio successo. Attraverso la padronanza delle tecnologie emergenti, l'Azienda veneta lavora ogni giorno con grande impegno per trasferire alle imprese funebri italiane soluzioni nuove e all'avanguardia. Ne sono una prova gli impianti elettrici installati sulle autofunebri o i meccanismi idraulici per il sollevamento dei pianali nei furgoni, tutti sistemi orientati a rendere più efficiente il lavoro dell'operatore, assicurando facilità di utilizzo e buon funzionamento delle apparecchiature.

Infine, non dimentichiamolo, la Pilato ha saputo fare dell'autofunebre un modello di grande artigianato di qualità, un lavoro estremamente creativo in cui si dimostrano basilari e insostituibili le esperienze acquisite nel tempo, la fantasia progettuale e la capacità di trovare soluzioni originali ai problemi posti dai clienti. Ecco perché l'Azienda investe molto non solo in macchinari all'avanguardia, ma anche e soprattutto sulla formazione di un personale selezionato con la massima attenzione e "costruito" pazientemente nel tempo.

Quali sono i risultati? Una crescita di know-how che va oltre la specializzazione, un know how messo a servizio dei progetti di quanti hanno scelto Pilato nel momento in cui si sono posti l'obiettivo di divenire un'azienda funebre di riferimento per le realtà locali nelle quali operano.

 
Rossella Piovesan

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