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In prima linea per gli altri

L’improvvisa scomparsa del fondatore di Emergency ha destato incredulità e grande commozione.


Il 13 agosto scorso il grande cuore di Gino Strada ci si è fermato per sempre. Una vita dedicata agli altri, in particolare alle vittime di guerra che l’ha portato ad operare in prima persona nelle zone più inospitali e pericolose del mondo, nel bel mezzo di conflitti in corso.

Nato a Sesto San Giovanni nel 1948, ha intrapreso gli studi in Medicina e Chirurgia alla Statale di Milano laureandosi nel 1978, specializzandosi successivamente in Chirurgia d'Urgenza e approfondendo le sue competenze con diversi anni di formazione all’estero tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Sud Africa. È nel 1988 che si approccia alla chirurgia traumatologica e alla cura delle vittime di guerra. Fino al 1994 lavora con il Comitato internazionale della Croce Rossa intervenendo nelle zone di conflitto in vari Stati, quali Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia.

Le esperienze maturate di questi anni porteranno fondazione di Emergency, l’organizzazione specificatamente dedicata per portare cure mediche in modo del tutto gratuito alle vittime di guerra e delle mine antiuomo. Costituita nel 1994 con la moglie Teresa Sarti e alcuni colleghi, in questi 27 anni di attività Emergency ha promosso la costruzione di ospedali e posti di primo soccorso in 18 Paesi nel mondo e grazie ad una encomiabile rete di volontari e alle donazioni di tantissimi sostenitori, sono 11 milioni le persone che hanno ricevuto la necessaria assistenza medica.  
Per i suoi alti valori umanitari, il costante impegno e l’intenso lavoro sul campo, nel 2006 Emergency diviene partner delle Nazioni Unite - Dipartimento della Pubblica Informazione e dal 2015 fa parte del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, mentre dal 2018 diventa partner ufficiale dell'European Union Civil Protection and Humanitarian Aid.

Gino Strada è sempre stato in prima linea nella realizzazione dei progetti di Emergency: dapprima in Ruanda, poi per lungo tempo in Cambogia e quindi per sette anni in Afghanistan. Ma la sua presenza non è mai mancata in qualsiasi altro scenario di criticità.

Personaggio spesso scomodo per le sue posizioni di rottura con l’establishment, non ha mai esitato ad esprimere lucide analisi sui giochi di potere che stanno alla base delle guerre, scontrandosi più volte con i potenti del mondo. Fedele al giuramento di Ippocrate, per lui contavano solo le vittime senza distinzioni di parte; come ha affermato il Primo Cittadino di Milano Beppe Sala “Di Gino si può pensare quello che si vuole, ma una cosa è certa: ha sempre pensato prima agli altri che a se stesso”.

La sua filosofia può essere sintetizzata in un passo del suo libro Pappagalli Verdi: Quel che facciamo per loro, noi e altri, quel che possiamo fare con le nostre forze, è forse meno di una gocciolina nell’oceano, ma resto dell’idea che è meglio che ci sia, quella gocciolina, perché se non ci fosse sarebbe peggio per tutti. Tutto qui”.

Gino Strada se n’è andato a 73 anni a causa di un attacco cardiaco, mentre si trovava in Francia per un breve periodo di vacanza. Per quelle insondabili coincidenze del destino, la sua morte è avvenuta proprio nei giorni in cui l’Afghanistan stava ripiombando nell’incubo del regime talebano, rischiando di vanificare i numerosi progetti in atto in quel Paese che comprendono 3 ospedali, un centro maternità e 44 posti di primo soccorso.  

La camera ardente è stata allestita nella sede di Emergency a Milano quando, espletate le formalità del rimpatrio, dopo qualche giorno dal decesso è giunta dalla Francia l’urna contenente le sue ceneri. Nei tre giorni di esposizione sono state migliaia i personaggi noti e le persone comuni che nonostante il periodo di ferie e il clima rovente hanno voluto rendergli omaggio: dal sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala, a don Luigi Ciotti, dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini all'architetto Renzo Piano; e ancora, tra gli altri, Flavio Insinna, Fabio Fazio, Massimo Moratti, l’infettivologo Massimo Galli....
 
Innumerevoli i messaggi di cordoglio a cominciare da quello del presidente Sergio Mattarella “Gino Strada ha recato le ragioni della vita dove la guerra voleva imporre violenza e morte…” seguito dalle parole di Mario Draghi “Gino Strada ha trascorso la sua vita sempre dalla parte degli ultimi, operando con professionalità, coraggio e umanità…”.

Vogliamo concludere il ricordo del fondatore di Emergency con una sua dichiarazione che è stata stampata sullo striscione che accompagnava l’urna cineraria: “I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, sennò chiamateli privilegi”.
 
Raffaella Segantin

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