- n. 6 - Giugno 2002
- Intervista a...
PIER MAURIZIO ZAFFARANO,
da pochi mesi al vertice di Federcofit
UN PRESIDENTE FORTUNATO
Un luogo comune della politica sostiene che il giudizio su di un governo vada basato sull'analisi dell'attività svolta nei primi cento giorni dal suo insediamento. Se volessimo applicare questo parametro alla nuova dirigenza di Federcofit Pier Maurizio Zaffarano e la sua squadra potrebbero già vantarsi di avere brillantemente superato il loro esame.
Ho conosciuto Pier Maurizio Zaffarano a Modena, in occasione di Tanexpo 2002, ed abbiamo condiviso il tavolo dei relatori, che lo ha visto protagonista di tutti i convegni, qualche caffè presso lo stand di Oltre Magazine, e brevi occasioni di incontro che ci hanno permesso di confrontarci su molte problematiche del settore funerario e cimiteriale italiano.
In questi contesti ho avuto modo di cogliere con immediatezza alcuni aspetti del carattere e della professionalità di Zaffarano, che hanno trovato conferma in una più approfondita conoscenza che si è andata sviluppando nel tempo: l'amore per la propria professione, l'estrema attenzione per gli aspetti etici e deontologici, lo spirito di servizio dedicato alla categoria, l'impegno, la tenacia e l'umiltà su cui basa l'incarico istituzionale appena assunto.
Ho incontrato recentemente il Presidente e, dopo aver amaramente commentato uno scudetto buttato via dalla nostra
beneamata Inter, gli ho chiesto di darmi qualche informazione sull'attività di Federcofit.
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La nostra Federazione nasce nel maggio del 1999, a Milano, su iniziativa di una trentina di Soci Fondatori che, sconcertati e delusi dall'immobilismo e dalla arcaicità della Feniof, sentivano forte il bisogno di vedersi rappresentati da un organismo capace, determinato, coerente, propositivo ed al passo con la naturale evoluzione di un comparto che viveva con disagio il confronto con realtà analoghe degli altri Paesi europei. Il tutto in un momento in cui era in discussione, per l'ennesima volta, il nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria dei contenuti del quale la Feniof, che avrebbe dovuto avere autorevolissima voce in capitolo, nulla sapeva, invece, e, di conseguenza, nulla poteva dirci.
Il primo anno di vita di Federcofit è stato quindi quasi interamente dedicato a districarci nei meandri della politica, per capire, dialogare e discutere, a tutti i livelli, lo stato dell'arte di una normativa sulla quale si sarebbe basato il futuro delle nostre aziende.
E devo dire che non è stato facile: ci è capitato spesso di lavorare su documenti che, alla prova dei fatti, si rivelavano superati da altri che, in maniera sommersa e blindatissima, erano stati nel frattempo elaborati.
Tanto lavoro si è alla fine rivelato efficace: ci ha permesso di stabilire un ancora attualissimo dialogo diretto con Enti Pubblici, Operatori ed Organi di Informazione, ma soprattutto ci ha permesso di bloccare ciò che stava viaggiando a velocità folle, assecondando privilegi di pochi e disegni politici che avrebbero inferto un duro colpo all'imprenditoria privata. È stata la conferma del potere della parola: dialogare con tutti, anche se si hanno opinioni diverse, e non nascondere la testa sotto la sabbia, è una filosofia alla quale crediamo e che sta permettendo alla Federcofit di guadagnare consensi e visibilità".
Su quali punti avete condotto la vostra battaglia?
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Il testo del Regolamento di Polizia Mortuaria attualmente all'esame del Parlamento dopo essere stato licenziato dal Consiglio Superiore di Sanità risponde appieno a molti dei nostri desiderata. D'altronde uno dei più autorevoli estensori di questa normativa è Ivan Melis, vicino a Federcofit fin dalla sua fondazione e consulente della Federazione fino a quando non gli è stato affidato questo importante incarico istituzionale.
Senza voler entrare troppo nei dettagli tecnici, anche per non dare nulla per scontato fino al momento della promulgazione della Legge, voglio ricordare i principi essenziali sui quali si basano i programmi di Federcofit: liberalizzazione del mercato, netta distinzione fra attività istituzionale ed attività commerciale, pari opportunità fra pubblico e privato, estrema attenzione alla formazione ed alla creazione di nuove figure professionali. E, per quanto ne sappiamo, il nuovo Regolamento sembra rispondere adeguatamente a questi principi. Poi, vedremo quale sarà l'effettivo ruolo delle Regioni. Noi abbiamo sempre dato credito alla efficacia ed alla autonomia delle Istituzioni Regionali e, dovunque siamo presenti sul territorio, abbiamo con esse un rapporto diretto ed un tavolo di lavoro aperto. Ed anche su questo terreno posso dire che stiamo operando bene".
È una storia recente quella di Federcofit. Come siete organizzati e quali sono i vostri programmi futuri?
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La nascita di Federcofit sembra avvenuta ieri, e invece abbiamo già tre anni di vita. La trentina di Soci che hanno costituito il fulcro di partenza sono oggi diventati, nelle diverse categorie, più di duecento. Ma c'è ancora tanto lavoro da fare. Oggi siamo presenti e ben radicati in alcune Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo), ma dobbiamo arrivare, a brevissimo, in tutta Italia. E poi, essendo Federcofit espressione di tutto il comparto funerario e cimiteriale, dobbiamo incrementare il rapporto con il mondo produttivo molte delle cui finalità condividiamo strategicamente.
Vogliamo intensificare le nostre relazioni internazionali guardando con attenzione anche fuori dall'Europa. Ma punti essenziali del nostro programma sono l'affermazione di un marcato senso etico della nostra professione e la formazione. Con un atteggiamento fermo e coraggioso abbiamo estromesso dalla Federazione o non abbiamo accolto chi non avesse il massimo rispetto di una corretta deontologia o non si dimostrasse coerente con gli obiettivi sociali. Non sono decisioni popolari e pesano sulle risorse economiche della Federazione, ma riteniamo ci diano quella credibilità e quella forza politica di cui andiamo legittimamente orgogliosi.
La formazione professionale è la chiave di volta per costruire il futuro delle nostre aziende. L'avvento della Casa Funeraria, la privatizzazione dei cimiteri, l'incremento della cremazione, il sempre maggiore sviluppo interculturale del nostro Paese necessitano di figure professionali estremamente preparate, innovative ed al passo con le mutate esigenze del mercato. Uno dei pregi di Federcofit è quello di essere organizzata in maniera dinamica ed essenziale, e di puntare molto sui Gruppi Territoriali. L'Esecutivo della Federazione, che ha grande autonomia, è costituito da poche persone, tutte capaci ed intraprendenti.
Il Direttivo, le cui riunioni organizziamo in modo itinerante proprio per fare sentire la presenza della Federazione sul territorio, ha funzioni di definire le strategie e di assegnare le deleghe operative. Stiamo, inoltre, per insediare il Collegio dei Probi Viri e, per implementare la massima trasparenza, stiamo per scindere le cariche di Segretario Generale e di Tesoriere.
A questo proposito, lasciatemi spendere un pubblico ringraziamento per il nostro Segretario Generale, Giovanni Caciolli. È la vera forza della Federazione. Iperattivo ed instancabile, con una grande capacità organizzativa, una perfetta conoscenza di tutte le problematiche del settore, una visione politica aperta ed innovativa. Ha rappresentato, e continuerà a rappresentare in futuro, la vera anima di Federcofit.
Grazie al suo lavoro, ed al lavoro di tutti, dovunque siamo stati chiamati a rappresentare giuste istanze ci siamo dimostrati presenti ed efficaci, sensibilizzando le Istituzioni, interagendo con gli organi di informazione, dando alla categoria soluzioni concrete. Ne è recentissima testimonianza la conferenza stampa di Pisa, cui so darete risalto anche su Oltre Magazine".
È un presidente fortunato, Zaffarano. Perché essere eletto Presidente in un momento di grandi innovazioni, con la possibilità di contribuire concretamente ad una spiccata evoluzione del settore, rischia di "farla passare alla storia".
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Non penso proprio di essere destinato ai libri di storia.
Credo invece nell'efficacia dell'impegno e del lavoro quotidiano. Per dedicare più tempo al mio incarico istituzionale ho appena lasciato, in ottime mani per altro, la Presidenza del mio Gruppo. Avrò così la possibilità di essere presente ovunque sia necessario, di seguire direttamente i tanti progetti che stiamo mettendo in cantiere, di far conoscere sul territorio una Federazione nei cui valori credo fermamente. E mi auguro di poterlo fare dialogando con gli amici della Feniof, per fare sentire forte, a tutti i livelli, la voce della categoria".
Non ci ha detto una cosa, Zaffarano: che, forse, sarà più facile riuscire ad incontrarlo, senza doverci dare, come è accaduto questa volta, un appuntamento volante, in centro a Milano, di venerdì sera.
Carmelo Pezzino