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Una piccola cosa...

La notizia è allarmante, eppure è stata sminuita e resa innocua al punto da essere definita una "piccola cosa". Pubblicata su l'Informasoci n. 12/2002, essa è finalizzata a mettere al corrente le imprese associate alla Feniof che "la Liguria con legge regionale ha dettato una normativa sulle documentazioni da produrre, ai fini del rilascio dell'autorizzazione di valvole, nella quale si impone la presentazione al Sindaco del Comune territorialmente competente di una domanda corredata dalle indicazioni tecniche necessarie a dimostrare la validità scientifica e gli effetti igienico-sanitari".
Se capisco bene ciò vuol dire che ogni impresario funebre, prima di porre in uso la valvola, deve inviare, al Sindaco del paese nel quale opera, la domanda descritta in premessa, corredata da una relazione tecnica illustrativa, anzi dimostrativa, della validità scientifica della valvola, estesa anche agli aspetti igienico-sanitari. Come dire una specie di trattato medico-tecnico-scientifico sulle funzioni di quell'apparecchio, comunemente definito "valvola", che viene applicato al coperchio di zinco dei cofani funebri, prima della sigillatura.
Quello che non mi è chiaro è se questa relazione esplicativa sulla funzione della valvola va inviata ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità, e cioè ad ogni singolo utilizzo (ipotesi realistica, a quanto è dato capire, pur se insensata), oppure una volta sola al momento della entrata in vigore della legge o ad inizio attività, rinnovabile con cadenza annuale se non pluriennale.
Con grande tempestività, la Feniof ha ritenuto "opportuno e doveroso" trasmettere questa innovativa e sorprendente normativa regionale ligure alle ditte produttrici di valvole, una delle quali, tramite il proprio legale, si è attivata a chiedere chiarimenti alla Regione Liguria. La quale, con nota 21 maggio 2002, dopo una serie di … precisazioni astruse, esplicitate in pura terminologia burocratichese, inintelligibile a noi "comuni mortali", così conclude: "Appare altresì opportuno e necessario precisare che le deliberazioni della Giunta Regionale, ovvero i provvedimenti legislativi della Regione Liguria trovano applicazione esclusivamente sul territorio regionale e ad essi debbono soggiacere i cittadini, ovvero gli utenti destinatari ivi residenti od operanti". E ci mancherebbe che la Regione Liguria pretendesse di imporre le proprie fantasiose leggi ai cittadini di altre Regioni! Da notare la spocchiosità della locuzione "debbono soggiacere i cittadini"! È un capolavoro di arroganza, tenuto conto che soggiacere significa ad litteram "essere soggetto" ovvero "essere sottoposto" (come esemplifica il dizionario Sansoni) "alla volontà, all'arbitrio altrui".

Siamo ripiombati nel pieno dell'oscurantismo medioevale, quando principi e signorotti dispotici imponevano ai propri sudditi le leggi più capricciose ed impensabili che andavano dalla iniqua tassa sul macinato fino allo spregevole ius primae noctis! Nella reiterazione medievalistica post moderna si sta demolendo quello che i nostri avi dei secoli scorsi avevano costruito con tanto sacrificio ed a prezzo di tante vite umane e si stanno distruggendo i canoni ed i valori di uguaglianza e di uniformità sui quali ha trovato fondamento fino ad ora l'identità della nazione.
E sta prendendo corpo sempre di più l'orgia frammentaristica dalla quale neppure la Feniof resta immune. Infatti, il redazionale così conclude: "È un problema organizzativo ed operativo molto grosso ma…. (omissis)…… abbiamo già cominciato l'allenamento per farci le ossa e per poter vincere anche questa sfida". Senza reagire, senza inveire! E sarebbe il caso perlomeno di inviare una vibrata protesta alla Regione Liguria! Quanto a "vincere" la sfida, lasciamo perdere… Difatti, con estrema rassegnazione, la Federazione prende atto della nuova situazione e si "allena" ad intervenire presso ognuna delle venti, fra Regioni e Province Autonome, sui più diversificati casi che i molteplici regolamenti di polizia mortuaria potranno fare insorgere nel prossimo futuro.
È allucinante che in Liguria l'applicazione della valvola - già autorizzata a suo tempo dal Ministero della Sanità a livello nazionale - si pretende venga accompagnata da una relazione tecnico-scientifica e, magari, in Toscana l'uso della valvola possa essere proibito. È allucinante che in Puglia la valvola venga imposta sia ai feretri da trasportare fuori Comune sia a quelli destinati alla tumulazione nel medesimo Comune dove è avvenuto il decesso. È allucinante che si possa soltanto ipotizzare che una Regione consenta l'uso di cofani di cartone mentre un'altra confermi l'obbligo del legno massello. E che accadrebbe se una Regione approvasse l'uso di tavole di 1 cm. di spessore a fronte di altre che richiedessero 2 cm. di spessore o 4 cm.? Senza dire che ogni Regione potrebbe inventarsi un nuovo spessore per la vasca di zinco se non, talune, imporre quella di piombo.
La confusione sarebbe tale e tanta da rendere impossibile la più corretta operatività delle aziende ed assurda la conoscenza delle diversità che andrebbero a caratterizzare singolarmente ognuno dei 20 regolamenti regionali. In questo ipotetico ma non improbabile bailamme la Feniof cosa fa? Si allena! Piuttosto che insorgere con forza presso il Ministero competente perché talune funzioni basilari delle imprese e strutturali del feretro vengano dichiarate irrinunciabili e uniformemente valide su tutto il territorio nazionale, si allena a fronteggiare la caotica difformità applicativa di norme e di apparecchiature.

Poniamo il caso che ad una delle Regioni italiane venisse la bizzarra idea di codificare la guida a sinistra, così come tuttora avviene in Inghilterra, che cosa accadrebbe?
I sindacati degli autotrasportatori per primi e poi tutte le rappresentative degli automobilisti si ribellerebbero ad un siffatta sciagurata iniziativa. Il nostro sindacato di categoria, invece, non ha la capacità e la voglia di ribellarsi allo scempio che si consumerà sulle teste degli operatori funebri con l'avvento dei regolamenti "spezzatino" e definisce "piccola cosa" il prodromico allarmante processo di distinzione (del tutto inane, anzi sicuramente nocivo) al quale le Regioni sembrano volersi ispirare.
A Bologna per spostare di pochi metri un feretro in un corridoio ospedaliero è d'obbligo l'intervento di 4 necrofori (2 operatori con l'ausilio di un carrello porta-salme non bastano più); in Liguria la applicazione della valvola deve essere accompagnata da una relazione tecnica redatta e presentata dall'impresario funebre che sarà costretto a studi letterari e scientifici.
Una Regione potrebbe considerare lecito applicare la Barriera (in sostituzione dello zinco) ai feretri che, per essere cremati, devono essere trasferiti in altri siti, un'altra potrebbe respingerla. La Francia proibisce l'attraversamento del suo territorio a carri funebri di altre nazionalità. La stessa scelta potrebbero operare talune Regioni italiane vogliose di eccentricità! In pieno clima europeistico, con il vento della globalizzazione mondiale che, seppure contestato da chiassose minoranze, soffia impetuoso ed inarrestabile, il nostro comparto si caratterizza per la corsa alla frammentazione, allo spezettamento, alla diversificazione. E chi lo rappresenta e dovrebbe tutelarlo da tali pittoresche incongruenti anomalie, minimizza definendo "piccola cosa" l'incipiente processo disgregativo. Autonomistico, disordinato, incontrollabile. Fino agli anni '60 si pagava il dazio sulle salme per l'attraversamento di ogni centro urbano.
In questi nostri tempi "moderni", le Regioni e le Province Autonome potrebbero reintrodurre un pedaggio sui morti. Vergogna! E la Federazione Nazionale, impassibile, subirebbe! Qualche decennio addietro in Feniof c'era una Commissione che, quale membro dell'A.E.T. (Associazione Europea di Tanatologia) aveva lo scopo di collaborare, appunto, con la Associazione europea al fine di studiare la possibilità che in tempi brevi si addivenisse alla uniformità dei regolamenti di polizia mortuaria delle nazioni aderenti alla Comunità Europea. Che fine ha fatto? Esiste ancora? E, se esiste, cosa propone per sconfiggere le norme protezionistiche nazionali - come quella francese - e superare le barriere che, abbattute per quanto concerne la moneta, lo scambio delle merci, la libertà individuale, permangono per quello che riguarda l'interscambio di salme, oggi più accentuato rispetto a qualche decennio fa?
E, se così è, la possibilità di uniformare a livello europeo i regolamenti, per facilitare e snellire le procedure burocratiche per l'estradizione e l'introduzione dei defunti, non è in stridente contrasto con il frammentarismo e la diversificazione regionalistica tanto di moda in Italia? Parafrasando un notissimo slogan pubblicitario, ritengo che "se non ci fosse" una associazione nazionale rappresentativa degli interessi delle imprese funebri, adesso "bisognerebbe inventarla", proprio per combattere con estremo vigore e ferma determinazione questo aberrante e confusionario fenomeno autonomistico.
Sembrava che l'epoca dei "Comuni" (che avevano per emblema della loro indipendenza il famoso Carroccio) e del loro acerrimo nemico, l'imperatore Federico Barbarossa, fosse storicamente superata. Sembrava che l'Italia dei Principati, dei Ducati e dei cento Stati e Staterelli appartenesse ad un passato lontanissimo tutto da dimenticare. Invece i corsi ed i ricorsi storici teorizzati da quel grande pensatore che fu Giambattista Vico si stanno dimostrando, per quello che concerne la vita italiana, la più squallida e nefasta realtà involutiva. In fondo, non preoccupiamocene più di tanto. È pur sempre una "piccola cosa"! L'ha detto la Feniof!
 
Alfonso De Santis
Colgo al volo l'occasione per esprimere tutto il mio incondizionato gradimento riguardo ai bellissimi articoli del p.i.f. Alfonso De Santis, dove "p.i.f." sta per "puntuale informazione funebre". Sarebbe veramente impensabile che Oltre Magazine non comprendesse al suo interno il pensiero sempre preciso, e da me completamente condiviso, dell'ex impresario Alfonso De Santis (è dal lontano novembre 1997 che mi trovo d'accordo con lui: infatti, due nostre lettere, all'epoca, vennero pubblicate su l'Informatore n. 11 a sostegno di un intervento del Signor Farnedi di Cesenatico sul testo di Disegno di Legge Feniof).
La prima attenta e scrupolosa lettura, quando mi ritrovo tra le mani il periodico dell'imprenditoria funeraria e cimiteriale, riguarda proprio lo scritto dell'illuminato foggiano. Data la mia età (sono nato nel 1961) mi sembra di sentir parlare mio padre (attualmente settantaseienne, ma vivo e vegeto più del sottoscritto) il quale, dopo oltre 50 anni di esperienza, può vantare a giusto titolo il diritto di saperla lunga riguardo questo "mestiere" e quindi di vedere le cose nel modo corretto.
Spero comunque che questo "botta…e risposta" con l'Ing. Daniele Fogli (dove "Ing." sta, forse, per "ineffabili note giornalistiche") possa portare ad una serena accettazione delle diverse opinioni e ad uno sforzo, da parte di tutti, per migliorare una situazione già abbastanza grigia e difficile quale è quella del nostro settore.
Un augurio, questo, da ex associato Feniof.
Cordiali saluti.RAG. FILIPPO ROSSI
("Rag." sta, semplicemente, per "Ragioniere")

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