- n. 11 - Novembre 2009
- Cinema
Match Point
Passione, tentazione, ossessione
C’è chi l’ha definita “la pellicola più vera degli ultimi anni”. Chi ancora “una vera e propria tragedia greca”. Un film duro Match Point, brutale, che sovverte il comico e cinico stile di Woody Allen. Anche l’ambientazione è insolita: Londra. Woody abbandona la sua Hollywood per lanciarsi in una produzione totalmente europea.
Il protagonista è il glaciale Chris Wilton (Jonathan Rhys-Meyers), tennista di professione che rinuncia alla propria carriera per insegnare in un esclusivo club inglese. Qui fa la conoscenza di Tom Hewett, ricco e intelligente rampollo dell’alta società. Tom presenta a Chris sua sorella Chloe e, come è prevedibile, i due cominciano ad uscire insieme. Tutto normale, si direbbe. Non fosse che un’altra donna irrompe nella vita di Chris: è Nola Rice (Scarlett Johansson), l’affascinante e sensuale fidanzata di Tom. Chris ne rimane inesorabilmente ammaliato. E nonostante il matrimonio con Chloe (per amore o per calcolo?), venuto a sapere della rottura tra Tom e Nola, si abbandona ad una fedifraga relazione con la donna. Passione, tentazione, ossessione. Chris non riesce a vivere senza, e il suo amore per Chloe si spegne ogni giorno di più. Ma poi, la svolta: Nola rimane incinta. E Chris si trova di fronte ad un bivio, incerto su quale delle due donne scegliere: la dolce e rassicurante Chloe, che lo ha portato ai vertici dell’alta società, o la sensuale e passionale Nola, senza un soldo e insicura? La scelta di Chris sarà letale. Una delle due donne morirà.
Match Point è una pellicola che vive di negazioni, di sogni infranti, di realismo e senza ipocrisie. Un film intensamente bello, che spiazza lo spettatore come un pugno nello stomaco. La soluzione finale, la morte di una delle due donne, è talmente tragica ed estrema da pensare paradossalmente che sia stata veramente l’unica soluzione possibile. La morte come cancellazione di un problema. Un aspetto non insolito della morte che si presenta anche attualmente: l’eliminazione di persone “scomode”. È egoismo certo, è pazzia. Eppure Woody Allen riesce a dare al tema risvolti inaspettati: Match Point è un dramma psicologico. Quello di un uomo perbene il cui animo si evolve, a cui sfugge di mano la situazione e non sapendo come comportarsi agisce di impulso, preso dal panico, non rendendosi conto della gravità del gesto. Uccide una delle due donne, colpevole solo di averlo amato. Vittima innocente di un piano confusionario, portato a termine con scarsa attenzione e con poca dignità. Perché si sa, “nella vita certa gente non ha proprio fortuna”. E i momenti decisivi, i match point della nostra esistenza, dipendono dal caso. Da una serie di coincidenze. Eppure il coinvolgimento dello spettatore con la tormentata vicenda di Chris è tale da non riuscire a condannarlo per il suo gesto.
Woody Allen non compare mai davanti alla macchina da presa. Anche questo è insolito. Ma è una scelta riuscita: l’assenza del regista rende il film molto meno “cinematografico” e permette allo spettatore di immedesimarsi meglio nella vicenda. Un applauso agli attori: Scarlett Johansson, la musa di Allen, perfetta nel suo ruolo di femme fatale. E Jonathan Rhys-Meyers, rivelazione degli ultimi tempi, che si dimostra all’altezza del compito. Grandi meriti anche alla colonna sonora, soprattutto nel finale: le arie del Figaro accompagnano il gesto di Chris, intensificandosi con il progredire del piano.
Laura Savarino
MATCH POINT
(Usa - Gran Bretagna, 2005)
di Woody Allen
Durata: 124 minuti
Cast: Jonathan Rhys-Meyers, Scarlett Johansson, Brian Cox, Matthew Goode, Emily Mortimer, Penelope Wilton
CURIOSITA'
Nomination all’Oscar 2006 come migliore sceneggiatura originale.
Vincitore del David di Donatello 2006 come miglior film dell’Unione Europea.
È il primo film di Allen girato interamente in Gran Bretagna.
La colonna sonora riveste una grande importanza nell’economia del film in termini di pathos e di sottolineatura della crescita dell’aspetto drammatico della vicenda. Abbandonato per una volta il genere jazz/swing Allen, che ambienta la vicenda nella swinging London, si affida curiosamente e in maniera raffinatamente civettuola a celeberrime arie e a musiche operistiche. In particolare, degno di segnalazione è il lungo, accorato e straziante fil rouge costituito dalla voce di Enrico Caruso che si dipana fra le diverse sequenze in una sua celebre interpretazione dell’aria Una furtiva lagrima, da L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti.
CITAZIONI
“In ogni cosa è importante avere fortuna. Il lavoro è indispensabile, ma hanno tutti paura di ammettere quanta parte abbia la fortuna. In fondo gli scienziati stanno confermando sempre di più che la vita esiste solo per puro caso: nessuno scopo, nessun disegno”.
Chris Wilton (Jonathan Rhys-Meyers)