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A Charlotte, dall'8 al 10 ottobre

NFDA Convention & Expo 2012 (1)

Che l’America sia sinonimo di efficienza e di modernità è risaputo. È anche noto alla maggior parte di noi che in quel Paese tutto avvenga in fretta e talvolta in modo un po’ esagerato. Chi non ricorda le gag in cui l’Americano un po’ strafottente si vanta della capacità e della rapidità d’azione propria del suo popolo per venire alla fine messo alla berlina da una sagace battuta del solito italiano modesto o, per dirla con il linguaggio attuale, un po’ “sfigato”?
Questo concetto di funzionalità, di dinamismo e di solerzia ben si applica a Charlotte, la città principale del Nord Carolina che porta il nome della consorte del re Giorgio III d’Inghilterra e che, in pochi anni, da piccolo centro di provincia è diventata uno dei poli più importanti per quanto riguarda gli affari e le attività finanziarie, tanto che recentemente il presidente Barak Obama l’ha scelta quale sede per la convention democratica in vista della conferma ufficiale della propria candidatura alle prossime elezioni di novembre.
Non è stata la mia prima volta a Charlotte. La mia precedente visita risale ad una decina di anni fa, ma francamente mi sono imbattuta in una realtà completamente diversa che non ha trovato alcun riscontro con quella impressa nella mia memoria. Ricordo, infatti, una città destinata unicamente alle attività lavorative, una città costituita per lo più da uffici, una sorta di city americana che alle 5.30 del pomeriggio si svuotava completamente riportando migliaia di auto verso i sobborghi residenziali. Dopo quell’ora, come se fosse stato dato un ordine urgente di evacuazione, diventava tragicamente vuota: le strade deserte, non vedevi più nessuno, non esisteva alcun luogo di aggregazione, sembrava un enorme ufficio chiuso per ferie. La Charlotte che ho visto in questi giorni non ha niente in comune con tutto ciò: è una città estremamente viva, piena di locali e di ristoranti di tutti i tipi, una città in cui fervono attività culturali di ogni genere, testimoniate da numerosi musei e centri artistici, senza tralasciare i luoghi deputati allo shopping tanto cari agli americani, ma anche a noi italiani! Ho avuto conferma che negli ultimi anni è stata soggetta ad uno sviluppo esponenziale e in un periodo relativamente breve sono stati costruiti molteplici e imponenti grattacieli che ne hanno cambiato completamente la fisionomia e lo skyline. Un boom urbanistico che tuttavia non si è sviluppato in modo selvaggio, ma secondo canoni ben precisi che hanno coniugato le esigenze di una metropoli moderna con la necessità di realizzare un prodotto esteticamente gradevole: le strade principali sono state abbellite da giardinetti, da fontane e da molteplici sculture, alcune molto curiose, che rendono assai piacevole una passeggiata downtown, ovvero per le vie del centro.
In questa location, che sembra quasi una città del futuro, si è tenuta dal 7 al 10 ottobre l’annuale Convention & Expo della NFDA, la più importante associazione americana di impresari funebri. Siamo stati presenti nell’area espositiva con uno stand per presentare il Consorzio Tanexport le cui aziende hanno scelto una formula di partecipazione istituzionale non presentando singoli prodotti, ma promuovendo il Consorzio ed i propri associati nel loro insieme.
Rispetto alle esposizioni a cui siamo abituati in Europa, quella americana si contraddistingue al primo impatto per una sostanziale differenza nella costruzione degli stand, caratterizzati da una sorta di tendaggi, e non da pareti rigide, e separati orizzontalmente l’uno dall’altro da un tramezzo, sempre in tessuto, alto solo mezzo metro. È un concetto un po’ strano, che potrebbe sembrare quasi una violazione della privacy, ma che in definitiva aiuta molto la socializzazione con i vicini e riesce a creare una simpatica atmosfera di sinergia e di affiatamento.
L’esposizione ha visto 240 presenze di aziende, provenienti, ovviamente, per lo più dagli Stati Uniti, ma alcune anche dall’Europa come Facultatieve Technologies, l’inglese Flexmort e l’italianissima Life Celebrating, della provincia di Pordenone, produttrice di libri ricordo digitali dove sono raccolte le memorie della persona deceduta per aiutare così le famiglie ad onorare i propri cari.
Nell’International Pavilion erano poi presenti le diverse fiere internazionali e alcune tra le maggiori associazioni a livello mondiale. Oltre a Tanexpo, ambasciatrice del made in Italy che ha promosso la prossima edizione in programma a Bologna dal 28 al 30 marzo 2014, hanno partecipato Expo Funeraria Mexico, con Idelfonso e Gabriela Gonzalez, e NFE - Gran Bretagna, con gli amici David e Kimberly Hyde e Alan Slater, rigorosamente dotati di naso rosso e tenuta “da circo”, tema caratterizzante di Stoneleigh 2013. Inoltre, La Guia Funeraria, con Carmen Olmeda e il figlio José Manuel Martín, in rappresentanza della Spagna, Fadesfya, la Federazione Argentina, con il presidente Jorge Bonacorsi, Alpar, l’Associazione dei Parchi Cimiteriali Latino Americani, rappresentata della presidentessa Teresa Saavedra, e Fiat-Ifta, l’organizzazione mondiale degli operatori funebri, che ha visto la presenza del Segretario Gerard Knap, del Tesoriere Dirk van Vuure e delle rispettive famiglie.
[continua]


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