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A Mosca dal 28 al 30 Ottobre 2014

NECROPOLIS, TANEXPO WORLD RUSSIA 1/2

La tentacolare capitale dell’immensa Russia (9000 km ed otto fusi orari separano Kaliningrad – l’antica Königsberg dove nacque quell’Emmanuel Kant che tanto ci fece sudare al Liceo con la sua “Critica della Ragion Pura” - da Petropavlovsk Kamchatsky, nella penisola di Kamchatka) ci ha insolitamente accolti con una estate di San Martino (“Indian summer” per gli anglosassoni, “nachsommer” per gli austriaci - vedi il racconto di Adalbert Stifter, uno dei massimi esponenti del realismo austriaco - o ancora, visto che siamo in Russia, “bab’e leto”) in anticipo sull’11 novembre, giorno in cui si festeggia, nella data dei suoi funerali, il vescovo di Tours (la città dove si parla, dicono, il francese più puro) che peraltro era nato in Pannonia, l’odierna Ungheria Occidentale tanto per semplificare. Il santo ci è particolarmente caro in quanto protettore dei viaggiatori e prima ancora dei soldati (da Marte, dio della guerra) che appunto sono portati a viaggiare per adempiere alla propria missione. Il che non è senza inconvenienti. Primo fra tutti il fatto che le lunghe assenze possono favorire qualche “distrazione coniugale” da parte di chi se n’è andato o da chi è rimasto a casa. Per farla breve, il lettore sappia che il summenzionato santo è anche patrono dei cornuti. Un santo patrono, in fondo, non si può negare a nessuno! I napoletani, con il loro abituale e pungente humour, hanno fatto presto ad affibbiare agli infortunati che si ritrovano, senza distinzione di sesso, razza, religione od età, in tale frangente, la poco ambita qualifica di colui(ei) che “aràpe a prucessione ‘e San Martino” (apre la processione di San Martino). Più chiaro di così... Altre ipotesi vengono fatte su tale infelice patrocinio di Saint Martin (noteremo, per inciso, che Martin, e non Dupont come molti pensano, è il cognome più diffuso di Francia col che non si vuol assolutamente dire che la maggioranza dei francesi, e non solo gli arbitri, siano becchi). Alcuni sostengono che la data dell’11 novembre si può esprimere facendo le corna con le due mani (11-11), altri evocando il tenersi di fiere di bestiame, per lo più cornuto, in quel periodo dell’anno, altri ancora ricordando che in tale epoca si tenevano feste pagane sfrenate dove, tutto essendo concesso, l’adulterio era pratica corrente. “Semel in anno licet insanire”: non siamo lontani dal concetto espresso da Seneca e da Sant’Agostino che diventa in Orazio “dulce est desipere in loco” (è cosa dolce ammattire a tempo opportuno). Come non essere d’accordo col diletto lucano di Venosa? La spiegazione che preferiamo è invece legata al ricordo indelebile di un vero e proprio “pellegrinaggio istriano” che usavamo quasi religiosamente compiere in allegra combriccola più di mezzo secolo or sono. Da Trieste raggiungevamo, percorrendo nell’ultimo tratto (con una 500 “vera”, quella con la “doppietta”, traballante e indistruttibile) una strada (più che una strada un tratturo) sterrata, il piccolo paese di Momiano, oggi Momjan, in Istria Croata, nel Buiese, dove annualmente si aprono, nel giorno di San Martino, le botti del vino nuovo e non di quella “horseshit” (letteralmente “cacca di cavallo”, ma in romanesco “fregnaccia”) del vino “novello” più o meno giocondo.
E magari chi l’ha trovata, una tale scemenza, si crede pure un genio della pubblicità! Il “moscato di Momiano” sgorgava allora a fiotti, dorato e frizzante, accompagnando i sostanziosi e rustici cibi locali, creando in tutti i convivi una sana euforia propizia al liberarsi, tra molto goliardici lazzi e frizzi, da quella maschera rappresentata dai freni inibitori che spesso condizionano, rattristandoli, i rapporti sociali e occultando la vera personalità di ciascuno. In vino veritas! Se poi aggiungiamo il fatto che a tale nettare vengono attribuite anche virtù afrodisiache, efficaci soprattutto nelle donne pudiche, il quadro è completo. La comunicazione, affrancata ormai da ogni sovrastruttura formale e culturale, aveva modo, in tali condizioni, di esprimersi a 360 gradi … Si trattava però di far presto prima che il potere lassativo della pozione producesse i suoi terribili, disagevoli ed inopportuni effetti. Come sempre, in tali circostanze, dirompenti e mefitici. E non ci si accusi di indulgere, con infantile candore, nella coprolalía!
Lasciamo con un po’ di “amarcord” San Martino per ritrovare San Giorgio, patrono di Mosca, la cui statua si erge, solenne ed imponente, nella piazza del Maneggio della capitale. Il “cru” 2014 della fiera funeraria russa è stato ricco di novità. La prima è che dopo molti anni si è trasferita dal padiglione 20 al 57 sempre nella zona della VDNK chiamata “Cosmos” dove si trovano, esposti all’aria aperta, velivoli che costituiscono pietre miliari nella storia dell’aereonautica e dell’esplorazione spaziale sovietica. Ciò è tuttavia conseguenza del vero fatto nuovo ed importante, il partenariato italo-russo che, a somiglianza di quanto fatto lo scorso anno in Brasile, ha trasformato radicalmente l’evento non solo nel nome (ormai Necropolis – Tanexpo World Russia), ma anche nei contenuti. Sulla piattaforma, cioè, di una filosofia partecipativa ormai imprescindibile in un mondo sempre meno compartimentato in cui gli interscambi, a tutti i livelli, costituiscono il fulcro di ogni esercizio imprenditoriale, la “conditio sine qua non” per il successo di qualsivoglia attività produttiva e commerciale.
Si tratta di una nuova cultura che Nino Leanza, anticipando i tempi, aveva incondizionatamente fatta sua interpretandola come un momento di sviluppo fondamentale nel mondo delle fiere del settore funerario. L’evento di San Paolo non era ancora terminato che da visionario, nel senso valorizzante del termine, egli aveva lanciato l’idea, concretizzatasi qualche giorno fa con il pieno successo di Mosca, di un’alleanza con gli amici russi. Inutile dire che immediatamente Sergey Yakushin e Dimitry Evsikov, anch’essi decisamente proiettati verso l’avvenire, hanno aderito con entusiasmo al progetto creando così una squadra unita ed efficace al servizio degli operatori (produttori e clienti) funerari del mondo intero.
In tali condizioni s’è palesata inevitabilmente la necessità di accrescere lo spazio espositivo visto che ormai il padiglione 20 era insufficiente per soddisfare tutte le richieste. Ciò spiega il trasferimento al 57 che peraltro sarà solo transitorio in quanto esso verrà, in tempi brevissimi, definitivamente occupato dalla municipalità di Mosca. L’anno prossimo, quindi, Necropolis – Tanexpo World Russia si terrà nel nuovissimo ed ancor più spazioso e funzionale padiglione 75. Le date saranno fissate in tempi molto brevi. Esse dovrebbero, nelle intenzioni degli organizzatori, permettere l’arrivo di un gran numero di imprenditori dal Sud America impediti di farlo quest’anno per la quasi concomitanza con la ricorrenza dei defunti che in quei paesi è particolarmente sentita e che richiede la presenza sul posto di tutte le forze vive delle imprese già qualche giorno prima del 2 novembre. Non solo: il comune auspicio è che i problemi politici, che hanno in qualche modo ridotto quello che è stato nondimeno un grande successo, possano nel frattempo venire risolti, aprendo così le porte ad un numero ancor più importante di espositori e di visitatori.
[continua]



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