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A Kielce, dal 7 al 9 giugno

Necroexpo 2013 2/2

Gran parte del successo di qualsiasi attività dipende dalla competenza dei quadri dirigenti che sottende l’efficacia nell’agire. Trattandosi di fiere occorre dunque che ogni singolo evento sia messo nelle giuste mani. È precisamente il caso di Necroexpo. Da molti anni ormai Marcin Musial e Marcin Paszowski gestiscono con mano esperta il salone funerario polacco. Pur oberati dalla mole di lavoro che su di loro incombe, essi risultano sempre disponibili per espositori e visitatori. La nostra costante presenza a Necroexpo è anche, in parte, dovuta agli eccellenti rapporti che abbiamo instaurato nel corso degli anni e che si tradurranno, l’anno prossimo a Bologna per Tanexpo 2014, nella realizzazione di un’isola espositiva di produttori polacchi. Oggi come oggi già sei contano di partecipare, ma altri potrebbero, a quanto pare, essere interessati a saggiare il mercato italiano. Attendiamo notizie. Accanto ad essi un numero crescente di visitatori ci raggiungerà in Italia da quel verde paese (piove spesso: non ci son misteri, per il verde occorre la pioggia - vedi, in Francia, la Normandia) convogliati dall’estremamente attiva Federazione sponsor principale della manifestazione “kielzina” (si dice così?!). In tale contesto favorevole la fiera si è dunque aperta tra discorsi, squillar di trombe e giro presidenziale. A dire il vero dopo il primo giorno molti espositori torcevano il naso per la scarsa affluenza toccando, peraltro, ferro (od altro..) perché il secondo giorno non assomigliasse al primo. Così è stato ed effettivamente la giornata centrale è stata piuttosto attiva, con un numero sostenuto di entrate. Non solo, ma anche nella domenica di chiusura si son visti, in controtendenza, più visitatori che d’abitudine soprattutto tenendo conto del fatto che si chiudeva alle 15. Smentendo così, nel migliore dei modi, chi, come noi, riteneva, sbagliando, che “le carote fossero cotte già il sabato sera”. Ben vengano tali smentite per alimentare la nostra modestia e, soprattutto, per consentirci di contattare quante più persone ed aziende allo scopo di portarle in Italia nell’interesse dei nostri espositori e di coloro che vengono da visitatori e quindi da potenziali clienti. Segnaleremo, a titolo di curiosità, che nello stand del distributore polacco della Kalfrisa (produttore spagnolo, con base a Saragozza, di forni crematori) i colloqui d’affari si sono prolungati ben oltre l’orario di chiusura. L’azienda iberica ci ha confermato la sua partecipazione a Tanexpo World Brasil a San Paolo nel prossimo mese di ottobre. Per quanto riguarda il mercato italiano essa si riserva di intervenire non appena una nuova legge funeraria vedrà la luce nel nostro Paese consentendogli di allinearsi con quelli più avanzati in materia. L’EFI (Eccellenza Funararia Italiana), che raggruppa la “crema” del settore, si sta attivando, col Presidente Gianni Gibellini in testa, per dare una salutare scossa ad un sistema da molti anni semi immobile ed ormai sclerotizzato.
Come al solito le aziende italiane si sono distinte per la qualità dei loro prodotti. A parte coloro che esponevano per interposto distributore (Caggiati, Gem, Baltea, …), due erano gli stand monomarca. Entrambi di produttori di veicoli funebri. In ordine alfabetico, la Biemme Special Cars, che presentava un modello seducente appena uscito dal loro atelier, e Pilato, che, anche per festeggiare il cinquantesimo anno di attività, è stato presente in forze con una decina di veicoli su di un vasto spazio allietato, in seconda giornata, da uno sfarzoso banchetto con tanto di musica dal vivo. Naturalmente il Consorzio Tanexport era presente con un suo stand autonomo, brillantemente gestito da Raffaella Segantin, che ha riscosso un successo certo attirando la curiosità interessata di un buon numero di imprenditori polacchi. Lo stand Tanexport è stato presenziato anche dal socio Ceabis, nelle persone di Giuseppe Battello e Daniele Bertoncello che non hanno voluto mancare l’appuntamento polacco. Attiguo ad esso, lo stand di Tanexpo ha accolto, con immutato piacere, gli amici italiani in visita (Massimo Ellena, i Moretti padre e figlio, ….) nonché Robert Pine, dirigente della ultracentenaria Frigid Fluid di Chicago, con il quale abbiamo avuto l’occasione di sviscerare i mercati funerari di mezzo mondo.
Anche in questa fiera, come ormai dappertutto, si è notata, netta, la tendenza verso la cremazione. Oltre alle aziende precedentemente citate erano presenti anche la Tabo Svezia (attraverso il distributore locale Crematec) nonché la Facultatieve Technologies nello stand di Hygeco Polska. Ci sia consentito ricordare che consideriamo tale azienda con affetto paterno visto che l’abbiamo personalmente concepita, partorita e portata, infine, al fonte battesimale in una serata memorabile nella Karczma (trattoria rustica) dei Gessler (marito e moglie, che per molti anni erano stati al timone di comando delle cucine della casa reale spagnola a Madrid prima di aprire un numero impressionante di ristoranti nella capitale polacca: Fukiert, Gessler, Bellini, …) sul Rynek (piazza del mercato) di Varsavia. L’acqua del Giordano era stata in tale circostanza convenientemente sostituita dal distillato di cereali nazionale. Una bottiglia di vodka Zubrowka - quella dall’aroma accattivante e dal colore giallo paglierino per il filo d’erba che in essa si trova e la cui caratteristica è di essere stato abbondantemente irrigato dalla pipì dei bisonti che pascolano nelle pianure polacche; pare che tale “trattamento” sia responsabile dei caratteri organolettici del prodotto - sarà attribuita a chi, per primo, troverà il nome del beveraggio in questione. In tale atmosfera gioiosa anche il mite e rimpianto professor Orsel, Membro Emerito dell’Accademia di Medicina di Francia, aveva una tantum fatto uno strappo alla propria leggendaria morigeratezza e, cedendo alle affettuose insistenze di Iwona e Cesary Switkowski, i nostri partner-soci fondatori di allora sempre al comando - anche a Kielce - della filiale polacca del gruppo francese (sono loro che ci hanno portato a vedere il prete in Porsche e fatto conoscere la chiesa del Beato Popielusko a Zoliborz), s’era lasciato andare alla degustazione
delle diverse specialità locali: dal bigos (crauti succulenti con maiale e salsiccia affumicata cotti stufati per ore ed ore) agli zraze (involtini ripieni), dai pierogi (tortine di pasta ripiena a forma di mezzaluna sia salate che dolci) alla kasha (farina di saraceno bollita), senza dimenticare il makowiec (sorta di strudel farcito con semi di papavero).
Ecco, lasciando temporaneamente, con la voglia di ritornare quanto prima, la terra di Fryderyk Franciszek Chopin (se un giorno il lettore si troverà da quelle parti trovi il tempo per recarsi in pellegrinaggio a Zelazowa Wola, in Mazovia, e di sedersi nel giardino della casa natale del grande genio ascoltando la sua musica diffusa dagli altoparlanti discretamente disseminati nel piccolo parco) e la città del notissimo Henryk Sienkievicz (l’autore del “Quo Vadis”, nato a Kielce, che ha fatto entusiasmare generazioni e generazioni di ragazzini) ci rimane, assieme alla certezza di averci lasciato una parte di noi stessi, la consapevolezza che, tornando, ritroveremo amici felici di rivederci almeno quanto noi saremo felici di rivedere loro. Unicamente per il piacere di essere di nuovo insieme e di approfittare così di qualche momento privilegiato. Il che, con gli aridi tempi che corrono in cui spesso solo l’effimero successo (che molti, poverini, non sono capaci di misurare se non con lo spessore del portafoglio) conta, non è poco.
Buone vacanze a tutti!
 
Il Viaggiatore


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