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La "musica della vita"

Quasi sempre i funerali, le sepolture e le commemorazioni sono accompagnati dall’esecuzione di musiche. Accade in tutte le epoche e a tutte le latitudini. È un fatto insolito che genti di diverse culture siano o siano state così unite. Come mai?
La morte di un essere umano, il rito funebre e la sepoltura sono eventi forti per tutti coloro che ne sono coinvolti ed espongono i partecipanti e i dolenti ad una esperienza esistenziale molto particolare, fuori dall’ordinario, in una situazione in cui è difficile mantenere le emozioni sotto controllo. La musica può offrire un aiuto concreto in questi particolari momenti: mette in comunicazione le esperienze esistenziali, quasi si pone al centro di esse, ed è un importante detonatore per le emozioni che, con diverse modalità, prendono il sopravvento sulle persone coinvolte. Ci si deve confrontare con molteplici sentimenti, a volte anche contradditori e non subito riconoscibili, che vanno dal dolore all’indignazione, dalla disperazione alla rabbia … Tutte queste sensazioni hanno certamente le proprie ragioni e le proprie dinamiche, ma, allo stesso tempo, le persone colpite dal lutto sono oggetto di attenzioni e di conforto che si manifestano tramite gentilezza, sollievo, gratitudine e amore. Come è possibile far fronte a questo turbinio di emozioni?
Le emozioni scatenate da un lutto sono mutevoli: a volte variano velocemente, a volte molto lentamente, altre volte invece sembrano creare un muro che isola le persone, dominate completamente dalle proprie esperienze interiori. Quando si è in questo stato della mente è molto difficile che altri sentimenti possano far breccia nel nostro animo. La musica rappresenta una eccezione in quanto può penetrare questo muro e raggiungere quelle sensazioni più intime che stiamo cercando di occultare. È una intrusione che può comportare anche dei rischi: le emozioni scatenate attraverso la musica hanno bisogno di confluire in qualcos’altro, in una armonia, in una sorta di liberazione; e questo processo non dovrebbe avvenire in modo incontrollato. Non si può negare che una commemorazione funebre possa essere un insuccesso proprio per aver scatenato emozioni contrastanti e non riconoscibili. È quindi necessario essere consapevoli dell’importanza del ruolo della musica in un contesto di dolore e riflettere se il suo utilizzo può essere lasciato al caso o se invece debba essere frutto di una scelta ragionata. La musica ha un grande potere proprio in virtù della sua forza per incanalare emozioni, per demolire sentimenti repressi, per armonizzare e per guidare verso le giuste direzioni.
L’uso e la selezione di brani musicali per accompagnare un servizio funebre devono pertanto essere considerati attentamente e con responsabilità. I professionisti nell’organizzazione di una cerimonia dovrebbero avere in mente due punti ben precisi: che cosa un certo tipo di musica ha a che fare con la vita della persona scomparsa e con quella dei sopravvissuti? Che ruolo hanno i brani selezionati con gli argomenti “morte” e “lutto”? La prima domanda si relaziona con la personalità del defunto e pone la musica in uno specifico contesto sociale: la selezione dei brani musicali dovrà essere in sintonia con il vissuto della persona scomparsa e dovrà significare qualcosa sulla sua attitudine verso la vita. La seconda questione si riferisce invece al contributo specifico della musica in tema di morte e di lutto attraverso una forma estetica: è un aiuto per trovare risposte a tutti i quesiti e a tutti i timori legati alla sofferenza della perdita, soddisfacendo gli interrogativi che i sopravvissuti pongono a se stessi. Se è percepita e compresa come strettamente legata alla vita di fronte alla morte, come uno sforzo genuino di rispondere a questioni essenziali, allora, al di sopra di ogni esperienza emotiva, può connettere le questioni del vivere con la certezza della morte: in questo modo la musica della morte e del dolore diviene “Musica della Vita”, dando un senso e una ragione alla vita e alla morte ed offrendo un cruciale contributo nel far percepire la morte come parte della vita stessa, piuttosto che porsi in maniera antitetica ed ostile.
La musica balza nelle nostre vite da angoli impensati quando ha a che fare con il dolore della perdita collocandosi in una nuova relazione con la vita stessa: quella che tradizionalmente è sempre stata utilizzata per le cerimonie funebri non cambia, ma allo stesso tempo dovrebbe essere vista come “Musica della Vita” poiché nell’ora della morte e del distacco rimanda immediatamente alla persona scomparsa stabilendone una connessione con i dolenti. Ancora una volta la musica mostra quanto la morte faccia parte della vita e quanto sia parte di essa. Accettandola come “Musica della Vita”, il funerale non sarà più vissuto come un evento isolato e ci aiuterà a comprendere che l’essenza stessa della vita non si esaurisce con la morte.

Autore: Prof. Volker Kalisch, Robert-Schumann-Hochschule, Düsseldorf*
Traduzione: Raffaella Segantin
Foto: archivio Arlington National Cemetery

*Articolo contenuto nel volume “Funeral Heritage Report 2012”
edito da Fiat-Ifta in collaborazione con
International Association of Funeral Museum.




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