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MUCCA PAZZA e DONNE CANNIBALI

Morivano le pecore di un misterioso morbo capace di uccidere un capo su dieci, morivano le donne a Papua, in Nuova Guinea, dove esisteva un singolare rituale funebre.
Uno scienziato americano, dotato di un forte senso di osservazione, notò tra le due epidemie un particolare legame: erano gli anni Sessanta e non si parlava ancora di "mucca pazza", ma qualcosa stava già capitando. Anzi, era già capitato.
Ripercorriamo le tappe di questa importante scoperta.
in Inghilterra avevano scoperto che, accoppiando le migliori pecore con i loro stessi figli, la razza migliorava.

La storia ha inizio nel lontano 1732. In quell'anno i frutti dell'incesto erano splendidi agnelli: un vero trionfo sulle leggi della natura.
Ma non andò poi così bene: alcune pecore diventavano lunatiche in tarda età, aggressive, e ciondolavano come ubriache. In più morivano di un morbo misterioso. Per due secoli si pensò che fosse uno strano microbo. Nel 1932 un veterinario, provando un vaccino tratto dal cervello di pecora, provocò, sempre in Inghilterra, un'altra epidemia di ovini. "Stranezze" delle pecore inglesi.

Negli anni Sessanta, lo scienziato americano Carleton Gajdusek trovò il primo nesso tra queste "stranezze" e gli esseri umani.
Visitando il Wellcome Museum di medicina a Londra, si soffermò sulle foto dei cervelli di pecore morte per quello strano male: erano davvero ridotti ad una spugna, letteralmente svuotati. E gli tornarono alla mente altri cervelli così. Li aveva visti a Papua, in quell'isola dell'Oceania. Qui gli indigeni chiamavano "kuru" una strana malattia, che era la prima causa di morte tra le donne della tribù "Fore". "Kuru" ne uccideva talmente tante che per ogni tre maschi di quella comunità era rimasta una sola femmina.
Il rituale funebre della tribù richiedeva di smembrare il corpo dei defunti e di cibarsene: "tagliare, cuocere, mangiare" dicevano. Le donne mangiavano il cervello, gli uomini i muscoli.
Le donne si ammalavano, gli uomini no.

Gajdusek, per questa scoperta, guadagnò il premio Nobel e identificò addirittura il funerale di una signora chiamata Neno, nel 1954: dodici famigliari su quindici presenti al "banchetto" erano in seguito morti di "kuru".

Cosa collegava allora le pecore inglesi e le donne a lutto di Papua? Quella strana epidemia era in grado di passare dagli animali agli uomini? Sì, così è accaduto.
Nel 1962 un collega di Gajdusek provò a iniettare nel cervello di scimmie da laboratorio il "kuru": per sfortuna delle bestiole, riuscì a infettarle e a farle morire.
Nel frattempo, già nel 1900 Hans Creutzfeldt aveva diagnosticato un morbo analogo negli uomini: colpiva gli esseri umani, anche se raramente, ma con effetti letali. Stessi sintomi di quella malattia misteriosa che aveva colpito le pecore inglesi, stessa morte delle donne cannibali.
Nel 1920, Alfons Jacob confermò l'esistenza del male che si abbatteva sull'uomo, da allora tristemente noto come "Creuztfeldt - Jacob desease".
C'è un filo, sottile e misterioso, che lega la pecora inglese del 1732 alle donne della Nuova Guinea e alle più recenti "mucche pazze", italiane e non. Lo stesso filo che porta alla variante della "Creuztfeldt - Jacob desease" umana, che ha ucciso già più di novanta persone in Europa.
Quale sia questo legame, ancora non si sa. Non si sa nemmeno per certo se passa agli uomini col consumo di carne.
Si sospetta fortemente che le vacche si siano ammalate mangiando altre vacche infette. Ma non si sa come è cominciata né quando finirà, né come diagnosticarla in tempo.
C'è una cosa, però, che sembra piuttosto evidente e che dovrebbe far riflettere: sembra uccidere chi infrange i tabù.
 
Gianna Boetti


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