- n. 1 - Gennaio 2009
- Cinema
Final Destination
La morte ha un disegno per tutti
Un gruppo di studenti di liceo alla consueta gita di classe. Destinazione finale: Parigi. Tra di loro vi è Alex (Devon Sawa), che prima del decollo è preda di una serie di terribili visioni: vede l’aereo alzarsi in volo ed esplodere pochi minuti dopo la partenza. Ripresosi dall’incubo intima a tutti di scendere, seminando il panico generale e rivelando la visione. Come previsto, nessuno gli crede: solo altri cinque studenti e una insegnante, per un motivo o per l’altro, vengono fatti scendere dall’aereo insieme ad Alex. Alcuni istanti dopo il decollo, sotto gli occhi atterriti ed increduli degli studenti rimasti a terra, un incendio provoca l’esplosione dell’aereo, esattamente come predetto da Alex. I sei studenti e l’insegnante sono gli unici superstiti del tragico volo 105.
La tragedia improvvisa è solo l’inizio di qualcosa di più oscuro, di più sinistro, di più incomprensibile. Perché la morte ha un disegno per tutti. E i sette superstiti hanno provocato qualcosa che nessuno, nemmeno la morte stessa, aveva previsto: le sonosfuggiti. Da quel momento un’ombra invisibile calerà su di loro e li seguirà, aspettando l’occasione perfetta. Poi agirà, uccidendoli uno ad uno, ripristinando il disegno originario.
Final Destinationè un horror sottile, che pone la morte come dominatrice assoluta dell’intera vicenda e, pessimisticamente, della vita stessa. Nessun mezzo termine, solo l’amara verità, espressa con prepotenza: l’ineluttabilità della morte, un cupo destino al quale non possiamo sfuggire. C’è qualcosa di angoscioso nel pensare che tutto quello che facciamo sia già stato scritto, e che abbia come ultimo atto la nostra fine.
I sette superstiti, infatti, si renderanno conto di essere perseguitati e non potranno che credere alle premonizioni di Alex. Il loro diventerà un disperato tentativo di crearsi il proprio destino, di modificare la propria sorte e di farsi ancora una volta beffe della morte. Impossibile. Le vittime si succedono una dopo l’altra, in un cinico e terribile labirinto di delitti.
Il filmè un richiamo al Fato, tanto caro ai personaggi di Omero e di Virgilio, a cui non si può sfuggire e che preserva a tutti un’ora finale, insindacabile. Un destino già segnato, quindi: ma sarà vero? Non è forse questo l’interrogativo che la civiltà si va ponendo da tempo immemore? D’altronde chi non ha mai pensato all’improbabilità di alcune coincidenze senza ipotizzare un disegno sotteso, in grado di far accadere le cose?
I temi, così profondi, sono però svolti con l’occhio ingenuo e disturbato di un adolescente, che consente al regista di alternare momenti di terrore a battute di comicità involontaria tipiche dei teenager. Il film allora diventa addirittura beffardo, perché sembra “prendere in giro” lo spettatore: i personaggi non muoiono come si presuppone (e come fa supporre l’inizio della scena), ma lo fanno in maniera improvvisa, rocambolesca e contorta.
Il regista è James Wong, lo sceneggiatore di X-Files, affiancato al suo debutto cinematografico dal fotografo Robert McLachlan. La fotografia e le immagini alimentano il carattere oscuro e sinistro della trama, con inquadrature buie e cupe. Magistrale la scena dell’incidente aereo: un lavoro di eccellente trasposizione che emerge nelle esplosioni, nei dettagli, nelle scene scure con cambi di luce.
Insomma, un buon prodotto, definito dai più un “cult movie mancato”. È il primo di una serie di sequel che tuttavia non sono riusciti a bissare la sua originale e affascinante trama. Omaggio a Hitchcock, che dà il cognome a uno dei protagonisti.
Laura Savarino
FINAL DESTINATION
(Usa, 2000)
di
James Wong
Durata: 97 minuti
Cast: Devon Sawa, Ali Larter, Kerr Smith, Seann William Scott, Amanda Detmer, Kristen Cloke, Chad Donella
CURIOSITA'
I cognomi di alcuni dei personaggi del film (Browning, Hitchcock, Murnau, Dreyer e Chaney) sono quelli di celebri registi o di attori cult del thriller e dell'horror.
Il successo di Final Destination ha originato tre sequel. Wong ha diretto anche il terzo episodio della saga, mentre a David R. Ellis è stata affidata la regia del secondo e del quarto capitolo.
Nello stesso anno l'attore protagonista Devon Sawa ha recitato il ruolo di Stan nell'omonimo videoclip di Eminem.
La professoressa Lewton, poco prima di morire, mette un disco di John Denver, cantautore morto in un incidente aereo.
Nel 1996 un boeing 747 esplose dopo il decollo: a bordo, diretti a Parigi, viaggiavano studenti americani con il loro professore di Francese.