- n. 3 - Marzo 2004
- Eventi
Marmo&Design: l'uso del marmo nei luoghi cimiteriali
Anche quest'anno la più importante manifestazione europea di articoli funerari e cimiteriali sviluppa un ricco programma di iniziative collaterali. Fra queste una Mostra che, come sempre è avvenuto a TANEXPO, precorre i tempi e, nel segno della tradizione, propone soluzioni inedite ed innovative per i cimiteri del terzo millennio.
Il marmo rappresenta da molti secoli, per l'insieme di attitudini materico-espressive, il materiale più congeniale per caratterizzare e per immortalare i luoghi cimiteriali. Da sempre ha affascinato l'uomo regalandogli una ampia gamma cromatica e diverse consistenza e solidità per i vari utilizzi nelle sculture e nelle decorazioni di pavimenti, muri e colonne. Una pietra che ha fatto la storia, ideale per dare significato a palazzi, luoghi di culto e monumenti funebri.
Estratto in natura, il marmo si presta, per la straordinaria ricchezza espressiva della superficie e per le multiformi tecniche di lavorazione, ad un ampio e variegato ventaglio di applicazioni. Chi non ricorda le superfici scabre del "non finito" michelangiolesco o le superfici vibranti, quasi vitree, dei corpi berniniani? L'Italia vanta una gloriosa tradizione: basti ricordare le opere di Michelangelo, realizzate con il marmo estratto dalle cave di Carrara e conosciute in tutto il mondo.
Le cave di Carrara si trovano sulle Alpi Apuane, catena montuosa a cavallo tra le province di Massa Carrara e di Lucca. Il marmo ricavato è una roccia metamorfica composta da cristalli di carbonato di calcio di dimensioni microscopiche. Il tutto originato da rocce preesistenti che, a causa di forti variazioni di pressione e/o di temperatura, hanno subito una modifica della struttura cristallina, trasformandosi in un tipo di rocce differenti. Il paesaggio delle cave è quasi leggendario, le montagne brillano sotto la luce solare tanto da sembrare innevate. Sì, perché la peculiarità dei marmi versiliesi è proprio il candore della superficie dall'aspetto quasi evanescente che ben si presta ad abbinarsi ad altri materiali.
Le essenze più conosciute sono lo "statuario", la cui superficie di colore bianco è attraversata da delicate venature grigie, e il "bianco p.", candido e privo di impurità, quasi immateriale ed irreale. Oggi all'uso di questi tipi di essenze si affiancano pietre e graniti per offrire all'architetto, allo scultore, allo scalpellino o al marmista, una ampia gamma di colori e di superfici.
Le tecniche di lavorazione sono diverse: il taglio e la lavorazione della lastra si prestano ai rivestimenti lapidei, alle cappelle e ai monumenti sepolcrali, mentre la tornitura rimane la tecnica più diffusa per realizzare colonne e supporti.
Nelle moderne aziende troviamo macchine e attrezzature molto sofisticate in grado di estrarre, trasportare ed eseguire lavorazioni un tempo impensabili. Ma il vero fascino del marmo è legato alle botteghe artigianali, dove scultori e scalpellini si cimentano nella realizzazione di sculture e decorazioni. Restano ancora ad oggi uno straordinario contenitore di modelli, idee, soggetti e tecniche che si tramandano nel tempo.
TANEXPO 2004, con la mostra "Marmo & Design", vuole concentrare l'attenzione sul cimitero. Obiettivo della iniziativa è quello di operare un progetto di riqualificazione dei luoghi di sepoltura che, nell'ultimo scorcio di secolo, hanno seguito un degrado paragonabile a quello di molte periferie urbane.
Dietro la spinta, sempre più diffusa, di una affannosa ricerca di valori immateriali e di spiritualità si va assistendo, forse per contrastare una vita stressante e disumana, ad un rinnovato interesse per i luoghi cimiteriali. Dare qualità a questi luoghi di pace e di silenzio significa da una parte riformularne i contenuti, dall'altra operare un serio intervento di design su tutte le tipologie sepolcrali: dalle tombe a terra alla cappelle familiari, fino ad arrivare alle grandi pareti di loculi che affastellano, disordinatamente, i cimiteri odierni. I designer invitati ad elaborare i progetti hanno pensato le tombe non come elementi "isolati", ma come parti integranti di un contesto, quello cimiteriale appunto, dalle cui finalità è impossibile prescindere. Presente e passato traspaiono da tutti i progetti.
Le tombe nella versione "a terra" di Claudio Caramel e Davide Varotto ricordano un giaciglio più che una lapide. Il blocco del marmo, monolitico, è valorizzato dalle diverse lavorazioni della superficie su cui vibra la luce rendendo quasi scultoreo l'effetto di insieme. Le urne cinerarie, che alloggiano all'interno delle piccole nicchie rivestite in marmo, sono chiuse frontalmente da una lastra di vetro trasparente che ne permette una visione valorizzata da un led luminoso.
Nella tomba a terra di Pedrizzetti i complementi (portafiori, portaritratti, epigrafi), di una straordinaria semplicità, sono posizionati nelle apposite sedi secondo un ordine estetico prestabilito. La proposta di D'Arrigo riafferma, nella sua pienezza, che il marmo bianco, diafano, è il materiale che meglio si integra, per discrezione e sobrietà della superficie, con le esigenze estetiche e monumentali di una tomba.
La Mostra vuole ribadire che, per un serio progetto di riqualificazione degli spazi cimiteriali, il designer dovrà necessariamente interagire con chi si occupa dell'aspetto architettonico ed urbanistico. L'omologazione e la sciattezza che caratterizzano le aree più recenti dei nostri cimiteri evidenziano, infatti, l'assenza di un progetto "globale", in cui andrebbero a collocarsi i singoli interventi. Sobrietà in luogo di sontuosità, attenzione per i dettagli in luogo di un uso indifferenziato di ciò che offre il mercato, sono i presupposti per ridare dignità e significato alle "città dei morti".
Le proposte guardano anche al futuro: non poteva mancare la tecnologia, entrata prepotentemente a far parte della nostra vita quotidiana. "Touch" è il nome del prototipo della prima tomba multimediale, progettata da Lucchese. La lastra che copre il loculo non è la classica lapide da guardare, in quanto interagisce con chi osserva. L'interazione può avvenire anche a distanza, attraverso un "touch screen" utile ad effettuare una visita virtuale. La domotica entra quindi anche nel cimitero! L'effetto d'insieme della parete in cui sono alloggiati i "loculi multimediali" è assai coinvolgente: la luce che proviene dal retro della lapide si riflette sulle barrette trasparenti sulle quali è riportata l'epigrafe.
Passato, presente, futuro, si confrontano, quindi, a TANEXPO 2004, ribadendo la centralità del ruolo dei designer e l'assoluta leadership internazionale di tutte le Aziende che, con il loro intervento, hanno reso possibile questa affascinante iniziativa.
Roberta Balboni