- n. 2 - Febbraio 2004
- Cimiteri d'Italia
L'origine storica del Cimitero di Parma
fu Maria Luigia ad eseguire le volontà di Napoleone
Il decreto napoleonico "sur les sèpoltures" del 23 pratile dell'anno XII (12 giugno 1804) è la conclusione di un vivace dibattito riguardante la sepoltura dei morti sviluppatosi durante tutta la seconda metà del ‘700, dibattito al quale non mancarono i contributi italiani: valga per tutti l'opera dell'abate Scipione Piattoli Saggio intorno al luogo del seppellire, pubblicato a Modena nel 1774 e tradotto nel 1778 in lingua francese da Vicq d'Azyr con il titolo Essai sur les lieux et les dangers des sépoltures. Nel testo del Piattoli si definisce un abuso l'uso delle sepolture all'interno delle chiese sia per motivi storici, in quanto usanza assolutamente estranea agli usi degli antichi cristiani, ma principalmente per motivi igienici, in quanto rappresentano per i fedeli che le frequentano un vero pericolo e ribadisce "l'indispensabile necessità de' Cimiteri fuori dalle città". La Francia è il primo paese ove vengono emanate disposizioni in tal senso, tese ad eliminare i seppellimenti nelle chiese ed a trasferire i cimiteri esistenti fuori dalle città: Parigi, 1765; Troyes, 1766; Digione, 1778.
A Parma, come risulta dalle tavole dell'Atlante Sardi (1767), l'unico cimitero prenapoleonico è quello dell'Ospedale Vecchio. Il decreto napoleonico del 1804 sancisce la laicizzazione dei cimiteri e, anche se di fatto per l'Italia le realizzazioni dei cimiteri pubblici risalgono ai decenni successivi al Congresso di Vienna, già in esso sono contenuti i principi che ne determineranno una progettazione completamente nuova. Vengono enunciati alcuni importanti principi: a) il divieto assoluto ad effettuare seppellimenti in luoghi di culto chiusi e nelle città (art. 1); b) il cimitero deve essere all'esterno del centro abitato e possibilmente esposto a nord e cinto da un muro alto due metri; c) vi si afferma il diritto alla sepoltura individuale (art. 4); d) questa non potrà essere rinnovata che dopo cinque anni (art. 6).
Da queste ultime due disposizioni hanno origine le vaste dimensioni dei cimiteri urbani che vanno a riunificare tutte le sepolture; vi si introducono le piante con funzione purificatrice tant'è che nel decreto di Maria Luigia sui cimiteri e seppellimenti (1819) si specificano i tipi di piante adatte al luogo: "cipressi, pioppi piramidali, salici di Babilonia e qualsiasi albero non fruttifero che non si dirami molto orizzontalmente". La possibilità di ottenere un posto distinto e separato per sé e la propria famiglia, se non entrerà nell'uso comune delle famiglie abbienti nei primi decenni del secolo, verso la metà dell'800 costituirà un importante fattore per la "monumentalizzazione" del cimitero urbano. Il cimitero convenzionale si configura fortemente caratterizzato fin dall'esterno e con lo spazio interno regolato da una precisa gerarchia fra l'asse centrale che collega l'ingresso alla cappella (iniziata nella primavera del 1819, verrà benedetta il 24 maggio 1823 alla presenza di Maria Luigia), che generalmente è di sfondo, e le trasversali principali ed i vialetti che penetrano nei vari campi. Questo schema, ancora oggi, caratterizza le parti monumentali dei cimiteri urbani. La realizzazione di un cimitero urbano non avverrà che nel 1817 anche se con un decreto prefettizio del 1 gennaio 1811 si chiedeva di riunire i Consigli Municipali per munirsi di un cimitero conforme alle leggi; il Consiglio Municipale di Parma nella seduta del 28 febbraio 1811 decise di costruire due cimiteri: uno fuori porta Santa Croce ed uno fuori porta San Michele; del primo esisteva un progetto dell'ingegnere Giuseppe Cocconcelli che non venne mai realizzato. La realizzazione del cimitero urbano costituirà una delle opere di architettura civile con cui esordirà il Governo di Maria Luigia; con rescritto sovrano del 13 febbraio 1817 venne scelto il podere "Villetta" di proprietà del Collegio dei Nobili e che presentava il vantaggio di essere già cinto da un muro. I primi seppellimenti iniziano alla fine del mese di marzo dello stesso anno a causa di una epidemia di tifo che infieriva in città. Il progetto definitivo è dell'ottobre 1818 e consiste in un recinto a pianta quadrata all'esterno ed ottagonale all'interno; l'ottagono con quattro lati opposti maggiori e quattro minori, è completamente circondato da portici con pilastri sostenenti archi a tutto sesto.
I portici sono costituiti da 156 cappelle per le famiglie più abbienti e per gli ordini e le confraternite religiose. L'interno risulta suddiviso in quattro grandi campi destinati alle sepolture comuni da due viali che si incrociano ortogonalmente al centro del cimitero ed i prolungamenti dei lati maggiori dell'ottagono devono formare quattro spazi triangolari "per formarvi ossario ed anche cimiteri per quei che professano religione diversa dalla nostra", secondo quanto disposto dal Consiglio degli Anziani nella seduta del 17 ottobre 1818. La costruzione e la vendita degli archi, che inizia sempre nel 1819, sarà ultimata nel 1868. I quattro recinti triangolari verranno utilizzati secondo una pianta del 1856: quello a sud-est per l'ossario, quello a sud-ovest per il cimitero degli ebrei; mentre quello a nord-ovest per il cimitero dei giustiziati e dei suicidi con una piccola area riservata al boia ed alla sua famiglia (soppressa nel 1861) e l'ultimo, a nord-est, destinato ai bambini non battezzati o nati morti.
Nei primi anni settanta dell'Ottocento, poco tempo dopo il completamento dell'ottagono, verrà deciso il primo di una serie di ampliamenti con la costruzione di due gallerie coperte ai lati Sud (iniziata nel 1876 e terminata nel 1884) e Nord (iniziata nel 1897 e ultimata nei primi anni del ‘900) da destinarsi alle sepolture distinte, progetto che viene formulato in modo da poter essere eseguito a stralci ed in più anni. Le zone circostanti le Gallerie vengono adibite a campi per le sepolture;
in seguito saranno oggetto di modifiche ed ampliamenti: a Nord il recinto viene ampliato a partire dal 1930 con la costruzione di arcate perimetrali con colombari, mentre nel recinto Sud, i campi saranno progressivamente occupati da colombari negli anni fra il '50 ed il '60. L'espansione del cimitero continuerà negli anni '50 con il Campo Sud, circondato da arcate e negli anni '80 con il nuovo settore "San Pellegrino".
Roberto Spocci
(Responsabile dell'Archivio Storico del Comune di Parma)