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Lutto nel mondo delle due ruote

La prematura scomparsa di Luca Salvadori e quel titolo comunque meritatamente conquistato.

Il 14 settembre 2024 è una di quelle date che rimarranno indelebili nella storia del motociclismo professionista italiano.

In questa giornata dedicata alle qualificazioni per la gara in programma l’indomani a Frohburg in Germania, è tragicamente finita per sempre la corsa del nostro campione Luca Salvadori. L’incidente è stato innescato dalla caduta del pilota tedesco Didier Grams che purtroppo ha coinvolto anche Salvadori, deceduto poco dopo all’ospedale di Lipsia per le gravissime ferite riportate.

32 anni vissuti intensamente, animati da grandi passioni e da traguardi da raggiungere sempre più ambiziosi. Luca aveva puntato in alto, il massimo per un professionista delle due ruote: partecipare al Tourist Trophy, la mitica gara stradale che si tiene sull’Isola di Man, una competizione dura, spesso teatro di tanti incidenti, anche mortali. Ma è nel DNA di un campione affrontare il rischio, senza per questo sottovalutarlo. Viveva ogni nuova sfida con determinazione, coraggio e tanto entusiasmo perché quando ti rendi conto che il sogno può diventare realtà, ogni paura, ogni fatica, ogni rinuncia non rappresentano più dei limiti, ma solo tappe necessarie in vista dell’obiettivo finale.
Era proprio per prepararsi a questa leggendaria competizione che Luca aveva deciso di correre a Frohburg, nella International Road Racing per la categoria Superbike, una competizione su strade pubbliche, dunque particolarmente insidiosa.

A contatto con il mondo dei motori fin dalla nascita, (il padre, oltre ad essere un noto produttore musicale, è titolare della scuderia automobilistica Trident Racing) Luca Salvadori inizia a gareggiare nel 2009 nel campionato italiano velocità, passando poi al Superstock600. Il 2013 è l’anno che segna una svolta nella sua carriera ottenendo successi a livello europeo. Dieci anni più tardi, il suo esordio nelle gare del motomondiale correndo nel 2023 nella categoria MotoE in sella ad una Ducati V21L. Tuttavia quelle di maggior attrattiva erano per lui le corse più difficili, quelle su strada a cui aveva cominciato a partecipare negli ultimi tempi, collezionando diversi successi, grazie ad una guida molto tecnica e precisa maturata dalla lunga esperienza su pista.

Luca era un ragazzo solare che amava la convivialità e tra una gara e l’altra gli piaceva organizzare giornate in pista per amici o per qualche suo ammiratore per istruirli sulle modalità di guida su circuito. Alla passione per le moto aveva unito anche quella per i social, diventando influencer di successo. Aveva infatti studiato a fondo le strategie della comunicazione web ed è stato capace con i suoi video e i suoi post improntati sulla spontaneità e la naturale simpatia, di raggiungere e coinvolgere tantissimi giovani, tanto che il suo canale Youtube conta oltre 600.000 iscritti, e quasi altrettanti sono i follower della sua pagina Instagram. Siti che probabilmente continueranno a “vivere” almeno per un po’, ospitando filmati che erano già in lavorazione ma non ancora pubblicati.

Amatissimo per le sue doti sportive ed umane, la scomparsa del centauro milanese ha destato un’enorme emozione, tanto che il team rivale ha deciso di non correre le ultime due gare del National Trophy 1000 in modo da consegnargli il titolo, ufficialmente assegnato lo scorso 13 ottobre. Hanno commosso le parole del suo diretto rivale Filippo Rovelli: “Luca, sono anni che le nostre strade si incrociano in pista, ma mai come quest’anno ci siamo dati battaglia. Ogni gara è stata un vero testa a testa. Avevamo ancora due gare davanti a noi, due occasioni per sfidarci ancora una volta e continuare a crescere insieme. Ma oggi, per me, il campionato finisce qui. Non ha senso continuare senza di te in pista, senza la tua grinta, il tuo talento. Questo titolo è tuo, Luca, e te lo sei guadagnato con merito, gara dopo gara". Un grande gesto di sportività e di umanità a cui purtroppo non siamo più abituati .
Innumerevoli i messaggi di cordoglio da tutto il mondo delle due ruote, ma anche da tanti protagonisti dello spettacolo che conoscevano Luca personalmente grazie ai rapporti di lavoro con il padre Maurizio Salvadori. "Ricordo Luca bambino - scrive Jovanotti - che voleva correre prima ancora di stare dritto su una moto. In questi suoi 32 anni che si sono interrotti ieri sulla pista di Lipsia, ogni volta che ci siamo visti abbiamo parlato di moto, di corse, di questa passione che lo guidava e che era diventata la sua vita, il suo lavoro, la sua bella e pericolosa ossessione. Aveva sempre il sorriso, una gentilezza e una grazia che mi riempiva il cuore. In pista era un generoso, amatissimo da tutti e rispettato, e negli anni era diventato un esperto tra i più competenti, per i giovani piloti un vero maestro. Ci mancherai. Ti abbiamo voluto molto bene io e le mie ragazze".

Il mondo dello sport e dello spettacolo (oltre a Jovanotti ricordiamo tra gli altri anche i Pooh, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Alba Parietti…) si è riunito il 25 settembre assieme a migliaia di fan e di gente comune per tributargli l’ultimo saluto. Il funerale si è celebrato nella Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano ed è stato gestito con la massima professionalità dall’impresa funebre Motta dal 1945. Data l'alta affluenza di pubblico, all’esterno della chiesa sono stati installati due maxi schermi per consentire a tutti di seguire la funzione. Sul luogo ha sfilato anche un lungo corteo di motociclisti che al momento dell’uscita del feretro, tra gli applausi e le lacrime, hanno sollevato in aria i loro caschi proiettandoli simbolicamente verso il cielo. Sul cofano (firmato Rotastyle) contornato da girasoli gialli come il colore che indossava in pista nell’ultima gara, è stato posato il suo casco e applicata una targhetta con incisa la frase impressa anche sulla sua tuta: “Like a Sir” (come un signore). E un signore Luca Salvadori lo è stato per davvero.
 
Raffaella Segantin

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