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LETTERA DI UN PENSIONATO

Uno degli obiettivi della nostra rivista è quello di indagare e conoscere sempre meglio ogni aspetto del settore funerario e cimiteriale. La candidatura di Alfonso De Santis è stata favorevolmente accolta da chi dirige questa rivista non solo perché, pensiamo"caldeggiata" con passione e determinazione da Nino Leanza, ma, soprattutto, perché pensiamo che ci permetterà di cogliere con maggiore precisione opinioni largamente diffuse all'interno della categoria. Crediamo che De Santis, che non conosciamo personalmente, per quello che sappiamo della sua vita professionale abbia sufficiente autorevolezza per rappresentare il pensiero degli Impresari. Se poi possa essere considerato il 'traduttore ufficiale' di questo stesso pensiero, lo scopriremo con certezza da quelli che saranno commenti e risposte che vorrete farci pervenire.
CAPPEZZIN
In occasione della Quarta Giornata per la Cremazione, organizzata dalla SOCREM di Capitanata e nel cui ambito si è tenuta anche la prima Mostra di Urne Cinerarie, ho avuto modo di rivedere personalmente Guerrino Camporese, personaggio molto noto e stimato nel mondo dei fabbricanti e degli impresari. Guerrino è un amico al quale devo tanto, per avermi iniziato ai canoni etici cui devono essere ispirate le prestazioni professionali degli impresari funebri.

La nostra frequentazione risale agli anni '70, quando a Foggia si svolse l'Esposizione Nazionale per le Onoranze Funebri, da me fortemente voluta ed organizzata sotto l'egida della FENIOF, la prima in assoluto ospitata in una struttura fieristica, che ebbe un notevole successo proprio per merito di Guerrino Camporese che, letteralmente, trascinò nell'assolata Capitanata i più bei nomi dell'industria settoriale (GAIOTTI, ILEA, STRAGLIOTTO, PAGOTTO, PILATO, CASALE, per non citarne che alcuni). Si sviluppò negli anni per i continui contatti che, pur se privi di risvolti commerciali, ci consentirono di stabilire una amicizia che trascende gli interessi e che mi ha sempre arricchito di valori nobili ed autentici.

Ebbene, il 3 novembre scorso Guerrino è venuto a Foggia solo per essere presente alla Mostra di Urne Cinerarie organizzata dal suo amico Alfonso De Santis, perché non poteva mancare ad un appuntamento importante per sé, per me e per la nostra amicizia: doveva esserci. In tale circostanza mi ha raccontato dell'imminente iniziativa editoriale della CONFERENCE SERVICE e mi ha chiesto, anche a nome di Nino Leanza, di collaborare con la stessa. Gli risposi evasivamente, anche se la richiesta mi meravigliava e mi lusingava. Mi meravigliava perché giungeva inattesa ed imprevista e perché con Leanza non ho dimestichezza; ci incontrammo due o tre volte, a fine '85, durante la fase del passaggio dell'INFORMATORE dalla mia gestione a quella della CONFERENCE SERVICE.
Mi lusingava perché, dopo tre lustri trascorsi nella reciproca indifferenza, constatare che qualcuno nel settore si ricordava di me per la penna facile stava a dimostrare che le centinaia di articoli e lettere aperte scritti per l'INFORMATORE FENIOF avevano lasciato un segno ancor oggi apprezzato.

"Guerrino, posso essere certo che l'idea di invitarmi a scrivere ancora per il settore funerario sia dell'intraprendente Lenza? Non potrebbe essere che tu abbia suggerito il mio nome all'editore, consapevole che invitarmi a scrivere è come invitarmi a nozze? Se così fosse sarebbe la prima volta che il nostro rapporto, sempre cordiale e sincero, verrebbe inquinato da una "onesta bugia", come il tuo illustre conterraneo Goldoni definiva la menzogna proferita a solo fin di bene".

È un dubbio legittimo che mi rode e che le successive fasi dell'approccio non hanno del tutto fugato. Infatti, a fine gennaio, mi ha telefonato un secondo amico che, nel comparto e specialmente nel sud, è particolarmente apprezzato: il figlio di Silvio Forgione, Francesco, il quale mi ha chiesto l'autorizzazione a fornire a Leanza il numero del mio telefonino, per un contatto diretto.

Autorizzazione concessa con immediatezza. Infine mi ha chiamato lui in persona, il patron della CONFERENCE SERVICE, con il preciso scopo di rinnovare ed ufficializzare la richiesta di collaborazione alla nuova rivista. Anche questa volta ho nicchiato, non so perché, ed ho rinviato il mio eventuale impegno a dopo la visione della rivista OLTRE. Un modo dilatorio per rimandare qualcosa che sto già facendo, qualcosa a cui so di non potermi sottrarre per l'intima esigenza di continuare a dire quel che penso sul nostro lavoro, sulla nostra professionalità che va sempre più imbarbarendosi e decadendo a scapito di chi ha lottato e si è impegnato per l'affermazione dei più ortodossi principi etici.

Ormai sono formalmente un pensionato, ma di fatto continuo a seguire la mia piccola impresa e non posso fare a meno di interessarmi della metamorfosi involutiva e degenerativa che il nostro settore sta subendo, inarrestabile, che stigmatizzai già qualche decennio addietro, nel tentativo, rivelatosi vano, di mettere in allarme gli organi direttivi della FENIOF.

Sono un pensionato anomalo, che non vuole cedere le armi di fronte all'ineluttabile senilità e reagisce nel modo che più gli è congeniale: attardandosi a percorrere e ripercorrere il mesto ma dolcissimo viale dei ricordi, senza mai rinunciare a seguire tutte le riviste di settore dalle quali, però, non emergono novità od innovazioni sintomatiche di quel decisivo cambio di rotta fondamentale per perseguire la sempre più agognata qualificazione dell'imprenditoria funeraria privata italiana.

Ed eccomi qui, prima ancora che mi giungano i promessi primi numeri di OLTRE, a scrivere per essa, non per fare un piacere a Nino Leanza o a Guerrino Camporese, ma per contribuire, se possibile, all'emancipazione etico professionale della categoria. Scriverò per aiutare chi voglia impegnarsi fattivamente in quel processo di risanamento, di riscossa morale, di reazione al declino sempre più marcato di un comparto del quale non posso non sentirmi ancora parte integrante. A presto!
 
Alfonso De Santis

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