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Intelligenza artificiale: nuove frontiere

Re;memory il software che consente di comunicare con chi ci ha lasciato.

Si preannunciano tempi difficili per medium e sensitivi. Coloro che vogliono tentare di mettersi in contatto con l’anima di un trapassato non hanno infatti più bisogno di rivolgersi a loro.

Finita l’era delle catene di mani in cerchio appoggiate su tavolini che prendono vita oscillando sulle loro instabili tre gambe, non si udiranno più i colpi terrificanti che annunciano la presenza del defunto, basta folate di aria gelida provenienti dal nulla che spengono candele che illuminano ambienti inquietanti… Per parlare con un caro estinto ora non è più necessaria una interposta persona in stato di trance perché ci ha pensato l'azienda sudcoreana DeepBrain AI a facilitare il tutto con un semplice comando vocale. Si tratta di Re;memory, un software che, grazie all'intelligenza artificiale, riesce a creare l'immagine virtuale di una persona che non c’è più e a farla interagire con i vivi.

Facciamo un passo indietro e cerchiamo innanzitutto di capire che cos’è l’intelligenza artificiale. Viene definita intelligenza artificiale o AI (Artificial Intelligence) quella disciplina tecnologica, appartenente al campo dell’informatica, che intende umanizzare l’interazione uomo/macchina rendendo quest’ultima capace di simulare azioni e comportamenti umani. L’AI consente ai robot, oltre al riconoscimento vocale, alla visione artificiale e all’elaborazione di un linguaggio naturale, una capacità di calcolo tale da compiere ragionamenti complessi, del tutto simili a quelli di un cervello umano.

L’intelligenza artificiale, come si può immaginare, ha un campo di applicazioni infinito e può essere utilizzata in diversi ambiti, da quello industriale a quello domestico (basti pensare ai sistemi di domotica per tenere sotto controllo la propria abitazione). Alla DeepBrain AI hanno cercato di dare una risposta all’aspirazione che da sempre accompagna l’umanità, quella di parlare con i propri morti. Tuttavia alla base del progetto non c’è il fruitore che ha bisogno di questo “servizio”, ma colui o colei che ancora in vita decide di lasciare una traccia di sé per quando non ci sarà più. Tutto parte quindi da un bisogno diverso, quello di perpetrare in un qualche modo la propria esistenza.

Ecco come funziona Re;memory. Il “futuro defunto” si sottopone ad una serie di sedute di registrazione, dove risponde a domande, esprime emozioni, dispensa consigli e racconta innumerevoli episodi della propria vita, alcuni dei quali potrebbero anche non essere conosciuti dai propri cari. L’intelligenza artificiale riproduce l’aspetto fisico del soggetto in questione e ne apprende la voce, il tono, il lessico, le espressioni facciali e la gestualità al fine di crearne una perfetta copia digitale. Con una videochiamata i vivi possono contattare e vedere il loro caro che sarà in grado di rispondere a domande e condividere ricordi. Le persone in lutto possono scegliere tra diversi tipi di esperienze tra cui quella di "ricongiungimento", una delle più richieste, che prevede la presenza virtuale dello scomparso a compleanni, anniversari e così via.

Il concetto non è nuovo, almeno nelle fiction. Ne troviamo una anticipazione qualche anno fa in un episodio della serie televisiva Black Mirror trasmessa dal canale inglese Channel4, in cui la protagonista, da poco vedova, non solo utilizza abitualmente una app vocale per interagire con il marito scomparso, ma si confronta anche con la riproduzione del suo aspetto fisico, ritrovandosi a convivere con un fantasma digitale, che però le creerà non pochi problemi.

Un’idea quindi già accarezzata da anni, a cui più aziende stanno lavorando da tempo. Un progetto nato con l’intento di aiutare le famiglie ad affrontare il dolore della perdita, che tuttavia, come si può facilmente immaginare, non manca di suscitare polemiche soprattutto perché ritenuto non autentico se non macabro. Anche i costi sono oggetto di critica: realizzare la replica virtuale di se stessi oscilla tra i 12.000 e i 24.000 dollari, mentre il prezzo di ogni videochiamata è di circa 1.200 dollari, cifre decisamente fuori dalla portata della maggior parte della gente.
Nonostante le perplessità che una applicazione del genere può suscitare, Re;memory sta riscuotendo grande interesse e numerosi consensi, tanto che all’ultima edizione della fiera dell’elettronica di Las Vegas la DeepBrain AI ha ottenuto un premio per aver avviato uno dei progetti più innovativi nel settore della realtà virtuale e aumentata.

Un’applicazione dell’intelligenza artificiale che fa e farà sicuramente ancora molto discutere per le sue implicazioni etiche oltre che pratiche. Ma intanto il servizio, già disponibile in vari Paesi asiatici, è stato favorevolmente accolto negli Stati Uniti e a breve si prevede la sua commercializzazione anche in Gran Bretagna, aprendo così la porta per una diffusione in tutta Europa.

Non c’è da stupirsi se il salto tra fantascienza e realtà è stato brevissimo. La tecnologia ci ha abituati a cose inimmaginabili, anche se superare la morte è una sfida che non potrà mai essere vinta.
 
Raffaella Segantin

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