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La decollazione di San Giovanni Battista di Caravaggio

Le innumerevoli facce dell'essere umano

Malta, La Valletta, anno 1608. Michelangelo Merisi da Caravaggio realizza un’opera destinata a garantirgli, seppure per un breve periodo, onore e denaro e, nei secoli successivi alla sua burrascosa esistenza, la fama ed il posto incontrastato tra i “maestri del colore” che tutti conosciamo.
Il dipinto in questione è un olio su tela di grandi dimensioni (oltre cinque metri per tre) che rappresenta la decollazione di San Giovanni Battista. Il soggetto è tratto da un episodio molto noto del Nuovo Testamento, quello in cui si narra che durante un ricevimento nella reggia di Erode, Salomé, figlia di Erodiade (la cognata e convivente del re), danzò in un modo talmente coinvolgente da strappargli la promessa che avrebbe soddisfatto qualunque suo desiderio. Salomé chiese di poter avere la testa di Giovanni Battista servita su di un vassoio d’argento e, sia pure senza gioirne, Erode la accontentò.
Sulla parte sinistra della tela Caravaggio rappresenta il momento più cruento della narrazione, quello della decapitazione, fissando per sempre i gesti, le espressioni dei volti dei protagonisti e l’intera scena nell’attimo terribile in cui il boia sta per infliggere il colpo fatale al Prodromo di Gesù Cristo. Giovanni Battista è già a terra agonizzante e il suo sangue sta letteralmente schizzando fuori dal collo; il boia è in piedi sopra di lui e mentre con la mano sinistra lo afferra per i capelli, con la destra sta estraendo il pugnale col quale gli reciderà definitivamente il capo. Colpisce l’espressione fredda e concentrata del boia, intento ad eseguire il suo compito come se si trattasse di una pratica del tutto normale. Vittima e carnefice non sono soli, perché ad assistere al macabro gesto compaiono anche un uomo, forse un ufficiale di Erode, che indica col dito il vassoio su cui dovrà essere posata la testa di Giovanni, e due donne; quella più anziana è ritratta mentre compie il gesto tipico di chi assiste ad un evento tragico: con le mani infatti si sta stringendo il capo coprendosi le orecchie e parte del viso; la sua espressione è atterrita. La donna più giovane è da molti identificata come la stessa Salomé ed è ritratta di profilo, nell’atto di porgere il vassoio d’argento che accoglierà la testa appena tagliata del Battista. Sulla porzione destra della tela sono presenti, in penombra, altri due volti; si tratta di due prigionieri che assistono alla scena dalle grate della propria cella.
La luce colpisce in modo crudo ogni personaggio e sembra provenire esattamente dal punto di osservazione di chi guarda la tela; la composizione si presenta come il perfetto ritratto di un palcoscenico e questa caratteristica ha come effetto la massima concentrazione dello spettatore verso la scena rappresentata. Il realismo delle anatomie e dei particolari raffigurati nel dipinto fanno percepire l’evento come imminente, vero e drammatico. La morte incombe su Giovanni Battista, lo sta per afferrare nel modo più crudele, ma l’unico gesto che rivela umanità è quello dell’anziana donna che si dispera tenedosi il volto; in lei, e solo nel suo dolore, si riflette quel sentimento di pietà che invece dovrebbe accomunare tutti i presenti. Al contrario, davanti all’orriblie assassinio di un uomo innocente, Caravaggio ci mostra l’indifferenza di Salomè, interessata solo alla soddisfazione di un proprio capriccio, l’atroce senso di normalità che accompagna le azioni del boia e della figura maschile alle sue spalle, la curiosità annoiata dei due prigionieri che assistono alla scena da dietro le inferriate. Questa interpretazione del racconto degli evangelisti, rivela tragicamente le opposte reazioni dell’essere umano davanti alla morte provocata volontariamente e per decisione di un uomo potente quale Erode fu. Colpisce soprattutto constatare che i servitori fedeli del re eseguono gli ordini senza lasciare spazio ad alcun sentimento, illudendosi di guadagnarsi in questo modo un posto privilegiato a corte. Succede da secoli ed accade anche oggi, ogni volta che qualcuno viene ucciso in nome di un potere al quale, pacificamente, si oppone.
 
Daniela Argiropulos


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