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Quando l' asfalto si tinge di rosso

Presentato lo studio dell'Istat sulla mortalità dovuta agli incidenti stradali realtivi all'anno 2018.

Lo scorso 25 luglio l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) ha diramato i dati relativi agli incidenti stradali nel nostro Paese che si sono verificati nell’arco del 2018. Cifre pressoché invariate rispetto al 2017 che registrano una consolante, seppure modesta, tendenza ad un calo complessivo delle vittime.

Sono stati infatti 172.344 i sinistri con lesioni a persone che hanno avuto luogo nel 2018: una percentuale scesa di -1,5%, se raffrontata con quella dell’anno precedente. Conseguentemente si è assistito anche ad un calo sia dei feriti (242.621, -1,7%) che dei decessi avvenuti entro 30 giorni dall’evento (3.325, -1,6%).

Analizzando nel dettaglio si evince che, sebbene il numero dei lenzuoli bianchi stesi sull'asfalto si sia complessivamente abbassato, sulle autostrade vi è stata una controtendenza che ha visto salire la somma delle vittime da 296 (dato del 2017) a 327 nel 2018, con un inquietante +10,5%. Questo rilevante segno positivo è da imputare soprattutto alla tragedia del Ponte Morandi che ha coinvolto numerosi veicoli mietendo ben 43 vite umane. Se si esclude questa catastrofica ed eccezionale (almeno ce lo auguriamo!) circostanza, sulla rete autostradale il totale dei sinistri con esito mortale tra il 2017 e il 2018 rimane sostanzialmente invariato (da 253 a 255). Migliora invece la situazione sulle strade extraurbane (1.596 vittime) e urbane (1.402 unità) dove i decessi si riducono, rispettivamente di un -1,2% e di un incoraggiante -4,4%.
Gli incidenti sono dovuti per lo più a comportamenti errati. Tra i più frequenti si confermano la distrazione alla guida con l’utilizzo dello smartphone in testa tra le cause principali di disattenzione. Seguono il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,8% dei casi). Le violazioni al codice della strada risultano in diminuzione rispetto al 2017: le più sanzionate sono l’inosservanza della segnaletica, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza a bordo e, manco a dirlo, l’uso del telefono alla guida.
Mentre la maggior parte delle vittime appartiene alla fascia di età che va dai 60 anni in su (41,5%), sono i giovani (fino 30 anni) quelli più a rischio di essere coinvolti in un incidente, ma fortunatamente hanno molte più probabilità di sopravvivenza rispetto alla popolazione adulta o anziana.

La lieve diminuzione censita dall’Istat nel 2018 ricalca una tendenza a livello europeo dove si registra un analogo andamento del numero generale dei morti a causa di incidenti stradali (-1% rispetto al 2017), complessivamente poco più di 25.000 contro i 25.321 del 2017 nella intera UE. Se poi il confronto viene fatto prendendo in esame un arco temporale maggiore, e precisamente partendo dal 2010, risulta che in Europa la media è calata del 21% e del 19,2% in Italia.

Un piccolo passo avanti, soprattutto se si considera che il 2017 aveva rilevato un generale aumento di sinistri e di vittime rispetto all’anno precedente. C’è tuttavia ancora molto da fare per cercare di abbattere in modo sostanziale questa tragica conta: dal miglioramento delle condizioni del manto stradale ad una segnaletica più adeguata, da un progressivo rinnovo del parco motori a controlli più serrati lungo tutta la rete viaria. Ma in primo luogo è necessario che chi si mette al volante sia dotato di senso di responsabilità e di coscienza civile: troppo spesso i conducenti non sono sufficientemente concentrati sulla guida o in alcuni casi si fanno deliberatamente beffe delle norme, assumendo atteggiamenti oltremodo pericolosi per la propria e l’altrui incolumità.









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