Rotastyle

Il patrimonio cimiteriale italiano portato alla luce

Il resoconto della Tavola Rotonda inaugurale che si è tenuta il 4 aprile durante TANEXPO.

I cimiteri sono percepiti da molti come luoghi separati dalla città, quasi alla stregua di una periferia urbana trascurata mentre, per coloro che li gestiscono, essi appaiono sempre di più un concentrato di difficoltà economiche e finanziarie.

Per discutere della situazione del sistema cimiteriale italiano, il 4 aprile scorso, nella giornata di inaugurazione di TANEXPO 2024, si sono incontrati Asher Colombo1, ordinario di Sociologia nell’ateneo di Bologna e Presidente dell’Istituto Cattaneo, capofila di studi ed analisi sull’organizzazione sociale della morte in Italia ed Europa; Davide Sisto2, filosofo le cui aree di ricerca sono la tanatologia, la cultura digitale, il post-umano, docente presso le università di Trieste, Padova a e Torino; Daniele Fogli, esperto di norme e politiche dei sistemi funebri, cimiteriali e cremazione; Renata Santoro coordinatrice di progetti nazionali di valorizzazione storico-culturale dei cimiteri e Valeria Leotta, Responsabile di SEFIT-Utilitalia (Servizi Funerari Pubblici Italiani) che raggruppa una costellazione di aziende e comuni che si occupano di servizi funebri, cimiteriali e di cremazione.
Ha introdotto i lavori Mauro Felicori, attualmente l’Assessore alla cultura e paesaggio della Regione Emilia-Romagna - già fondatore di ASCE, una rete di circa 180 entità impegnate in Europa nella cura dei cimiteri più interessanti per ragioni storiche o artistiche – che ha evidenziato la funzione dei cimiteri quali elementi del patrimonio culturale da salvaguardare e valorizzare, come strumento di coesione e crescita culturale delle comunità e di tutti i visitatori. A questo proposito Felicori ha ricordato che la Regione Emilia-Romagna, esempio finora unico in Italia, ha recentemente approvato una legge per il riconoscimento e la valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici.

C’è vita al cimitero? Dal “giro ai morti” alla privatizzazione della memoria.



Asher Colombo, Professore ordinario di sociologia presso l'Università degli Studi di Bologna e Presidente Istituto Cattaneo

Dal “giro ai morti” alla privatizzazione della memoria

Ha quindi preso la parola Asher Colombo ponendo un quesito apparentemente paradossale: c’è vita al cimitero?
Chi di noi non ricorda il “giro ai morti” che caratterizzava alcune, certo già non più tutte, le domeniche delle generazioni passate quando, alla visita alla tomba di un parente, faceva seguito un breve percorso a tappe presso altrettanti parenti o conoscenti, in una sorta di lezione di microstoria famigliare o di quartiere? Questa abitudine esiste ancora con sempre maggiore fatica. Oggi il 64% degli italiani dichiara di essere andato al cimitero almeno una volta nell’anno precedente, ma questa quota si riduce al crescere del livello di istruzione e tra chi vive nelle grandi città. Ma, soprattutto, è in continuo calo3. È lecito quindi chiedersi se le nuove generazioni porteranno ancora i propri (sempre più pochi) figli a visitare i cimiteri. Vero è che nelle moderne società occidentali diamo sostanzialmente per scontato che tutti abbiano diritto a essere ricordati. Ma se il “se” non è in discussione, il “come” è oggetto di continue rivisitazioni. Certamente la diffusione delle cremazioni, l’avvento di internet, i cambiamenti demografici hanno messo in crisi i cimiteri come forma principe di questa memorializzazione4.

I cimiteri alla prova della trasformazione digitale. L’intersezione tra spazi tradizionali e luoghi innovativi.



Davide Sisto, Tanatologo e docente universitario dell'Università degli Studi di Torino

Le tecnologie digitali e la memoria

Sull’impatto che, attualmente, hanno le tecnologie digitali sui cimiteri intesi come luoghi di memoria sia fisici che simbolici si è interrogato Davide Sisto.
Vi è in corso un processo di personalizzazione del rito funebre e della memoria dei propri cari defunti che deriva dalla disintermediazione a cui ci hanno abituato i social media. In altre parole, vediamo che il quotidiano prolungamento delle nostre identità e biografie all’interno dei profili social genera il desiderio collettivo di mantenerlo anche dopo la morte.
Ne è un esempio significativo la produzione di QR Code da applicare sulle lapidi o la creazione di app che permettono di visitare i cimiteri tramite lo smartphone: c’è, cioè, il bisogno di lasciare un ricordo più completo della nostra esistenza, rimandando coloro che visitano i cimiteri ai luoghi online in cui abbiamo espresso le nostre passioni e le nostre peculiarità biografiche.
Si sta creando una situazione in cui ai resti fisici o materiali del morto si affiancano quelli digitali.
Quali ne sono le conseguenze? Da una parte, questo tipo di iniziative potrebbe favorire una maggiore democratizzazione del ricordo, dando la possibilità di lasciare un segno di sé post mortem non solo a coloro che se lo possono permettere economicamente o che lo meritano per particolari azioni nel corso della vita.

Dall’altra, potrebbe spingere i cimiteri a ripensare il loro ruolo all’interno delle città e dei paesi, diventando una specie di musei delle biografie dei cittadini, stabilendo un legame inscindibile tra il luogo fisico e il luogo digitale.

L'arte e la storia dei cimiteri quale potenziale utile per tutte le realtà.



Renata Santoro, Coordinatore TTL Nazionale di Valorizzazione cimiteri italiani SEFIT-Utilitalia, Referente Sefit per la diffusione sui media e per Atlante cimiteri, Responsabile Promozione e Valorizzazione cimiteri Torino

Il patrimonio culturale presente nei cimiteri può evocare emozioni e ricordi intensi

Sulla scorta di queste sollecitazioni Renata Santoro ha evidenziato come nei cimiteri il passato è (sempre) presente. Molti studi mettono in luce come la visita alle sepolture, immersi in un patrimonio che è insieme storico, artistico e culturale, è un’occasione per superare lo stress e le ansie quotidiane. Passeggiando nei cimiteri o partecipando a gruppi visita notiamo capolavori d’arte e troviamo i personaggi famosi della storia, ma anche figure di anonimi che si fanno ammirare e ci raccontano un’esperienza di un tempo. I cimiteri sono il luogo in cui trovare importanti monumenti ed esempi di architettura portatori di tanti significati, di ideologie, di speranza e di religiosità.
Nel 2016 Utilitalia SEFIT e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, hanno siglato un Protocollo d'Intesa per azioni condivise di promozione turistica e valorizzazione culturale dei cimiteri monumentali e dei luoghi della memoria. La realizzazione e la promozione dell'Atlante dei Cimiteri italiani, è
una delle attività attuate da SEFIT.
L'Atlante mette a fuoco alcuni punti di interesse nei cimiteri collegati alla comunità di riferimento ed in grado di accendere l'interesse turistico e culturale tanto verso quei luoghi quanto verso le città.
La prima pubblicazione è avvenuta a gennaio 2018 sul portale del Ministero, inaugurando l'Anno europeo del Patrimonio Culturale. Successive edizioni sono rientrate come indicazioni nella mappa dei Cammini d'Italia. L’iniziativa rimane costantemente in progress. Nel 2024 nuovi cimiteri si sono aggiunti all’Atlante (Alessandria, Caltagirone, Ivrea e Paternò) che si è anche arricchito di una sezione dedicata ai Sacrari e Cripte, ai Crematori e ai Cimiteri acattolici nominata “ExtrAtlante”. E così, anche conservare e diffondere il patrimonio culturale contenuto nei cimiteri può salvare il sistema cimiteriale italiano per non andare incontro alle peggiori previsioni di degrado ed oblio.

Rende o è una passività il patrimonio dei cimiteri?



Daniele Fogli, Amministratore Unico Euroact WEB Srl

Sostenibilità della gestione dei cimiteri

Daniele Fogli ha quindi pragmaticamente posto un quesito cruciale: rende o è una passività il patrimonio dei cimiteri?
Un tema cui per molti anni non si è prestata attenzione e ciò perché per oltre un secolo e fino al 2000, la maggior parte dei servizi erano gratuiti e coperti da trasferimenti statali. Contestualmente, a partire dal secondo dopoguerra, la maggiore richiesta del loculo sembrò una manna per i comuni. Le tumulazioni determinavano un immediato afflusso di risorse finanziarie anche se quasi dappertutto il sistema tariffario dei loculi era inadeguato per valori (troppo bassi) e per modalità di contabilizzazione (non veniva distinta nell’entrata da concessione la componente a copertura del costo di costruzione da quella connessa alla gestione). La situazione non è migliorata poi con la diffusione di cimiteri realizzati e gestiti in project financing, specie nei casi in cui agli affidatari è stato permesso di acquisire subito le componenti redditizie della tumulazione, senza alcuna attenzione agli accantonamenti da lasciare a disposizione del Comune per le future manutenzioni.
A partire dalle grandi città del Nord, questi assetti vengono da qualche anno messi in discussione dall’espansione della cremazione. Si tratta di un fenomeno che pare inarrestabile e che di qui a poco potrebbe diventare maggioritario fra le scelte di individui e famiglie. Non basta, oggi solo il 67% delle ceneri dei defunti cremati è sepolto in cimitero, il resto prende la strada dell’affido delle urne (21,33% delle cremazioni di residenti nell’anno 2021, fonte SEFIT), della dispersione delle ceneri dentro (1,77%) e fuori cimitero (9,68%).
Sia pure ancora in stato embrionale, stanno inoltre affermandosi fenomeni nuovi, non proprio favorevoli alle gestioni cimiteriali tradizionali: come la conservazione privata delle urne non solo nei domicili, ma anche, nelle Chiese o in cimiteri privati, oppure il green burial, la sepoltura ecologica, anche nel bosco, oggi in crescita in altri Paesi, ma con una qualche domanda anche in Italia.
Se come conseguenza di tutto ciò gli introiti della gestione cimiteriale finiscono con l’essere insufficienti a coprire i costi, che ne sarà del patrimonio cimiteriale esistente?
In buona parte questo patrimonio rischia di fare la fine delle vecchie aree industriali urbane in disuso qualora i Comuni, proprietari di cimiteri, si ostinino a non prendere coscienza dei problemi esistenti e non se ne facciano pienamente carico.
Diversi percorsi sono possibili, specie se i Comuni saranno aiutati da una moderna legge di settore.
  • Occorre agire sui costi del sistema attraverso una razionalizzazione degli enti di gestione, individuando ambiti in grado di sostenere efficienti economie di scala;
  • È necessario assicurare alla gestione cimiteriale, specie nelle realtà travolte dalle scelte di cremazione, ricavi aggiuntivi certi tramite un’adeguata parte del gettito IMU;
  • Nello stesso tempo servono dei crematori, non solo dei “cenerifici”, cioè luoghi di commiato rituale ad una persona cara, in grado di sviluppare e proporre anche servizi di presa in carico e accompagnamento per cittadini e famiglie;
  • Devono infine cambiare gli assunti funzionali ed urbanistici: il luogo del moderno cimitero non è, come all’inizio dell’Ottocento, fuori della città dei vivi ma deve partecipare al tessuto urbano. Ove possibile, le zone di rispetto cimiteriale vanno riqualificate in parchi urbani e nei cimiteri si devono riprogettare le aree interne dando un buon contributo ai nuovi concetti di foresta urbana.
Lo strumento principe di questi profondi cambiamenti è che i Comuni si dotino di un piano cimiteriale integrato (quello che in Paesi di lingua anglosassone viene definito master plan), con annesse simulazioni economico-finanziarie per gestione ed investimenti per un arco temporale minimo di due o, meglio, tre decenni.

Il sistema cimiteriale italiano è patrimonio di tutti, da qui l’auspicio che cessino le inconcludenti contrapposizioni tra pubblico e privato. La salvaguardia di questo retaggio del passato ed il suo futuro non sono pensabili se non matureranno le condizioni per una chiara alleanza tra il settore funebre e quello cimiteriale.

La gestione del patrimonio cimiteriale con il nuovo D.Lgs 201/2022.



Valeria Leotta, Responsabile SEFIT-Utilitalia (Servizi Funerari pubblici Italiani)

I Servizi funerari alla luce con il nuovo Testo Unico sui servizi pubblici locali

Le complessità sottostanti il sistema cimiteriale italiano, ha poi aggiunto Valera Leotta in chiusura dell’incontro, impongono una legge nazionale di settore che porti i servizi cimiteriali ad un livello evolutivo in linea con i migliori servizi pubblici locali.
Il recente TUSPL vorrebbe indurre le singole amministrazioni a ragionare sul rapporto tra attività pubbliche esclusive e quelle da svolgersi nel mercato e per il mercato. Se da una parte si cerca di dare le regole e gli strumenti con cui i Comuni possano rispondere in modo efficace e sostenibile ai bisogni dei cittadini, dall’altra tali disposizioni potrebbero non essere sufficienti per il comparto. I servizi funerari non possono essere ridotti a mere attività igienico-sanitarie: basti considerare il grado di industrializzazione che hanno raggiunto, la complessità della loro gestione ed i connessi fabbisogni di investimenti in opere infrastrutturali. È di tutta evidenza che continuare a rinchiudersi in una dimensione gestionale esclusivamente locale non farà che aumentare le criticità tanto delle singole amministrazioni che del sistema cimiteriale in generale.
Il legislatore nazionale deve acquisire la consapevolezza che i servizi cimiteriali, come insieme di istituzionali, manutentivi dell’infrastruttura necessaria, di cremazione e di luce votiva, vanno qualificati come servizi di interesse economico generale (SIEG) la cui gestione ottimale non può che essere a rete5.
Che fare oggi in attesa di una riforma? I comuni potrebbero sfruttare le possibilità offerte dal TUSPL che consente ai Comuni appartenenti ad una stessa area metropolitana di gestire in forma integrata i servizi6. L’idea di un ambito territoriale metropolitano cimiteriale (ATMC) è già stata recentemente discussa in Sefit7, sia pure nella consapevolezza che molte potrebbero essere le resistenze e le miopie da parte di amministrazioni comunali che potrebbero sentirsi minacciate da tali prospettive.
Come associazione rappresentativa del comparto, Sefit promuove la costituzione di soggetti in grado di assicurare servizi su una scala maggiore (ad es. su un bacino di scala provinciale) dove i Comuni siano chiamati ad esercitare in modo coordinato, le funzioni di programmazione, pianificazione, vigilanza e controllo. I vantaggi sono evidenti: assicurare gestioni caratterizzate da una sufficiente massa critica e da economie di scala, superare le frammentazioni esistenti, far emergere una concezione imprenditoriale del servizio in grado di far fronte alla richiesta di investimento in opere infrastrutturali.

Dal complesso degli interventi tenuti a TANEXPO 2024 è emerso come anche in Italia stiano cambiando le forme collettive del ricordo e di elaborazione del lutto e come tuttavia, gli universi digitali di memorializzazione e la realtà materiale dei cimiteri non debbano necessariamente confliggere.
Proprio perché vanno soddisfatti bisogni primari delle comunità locali, i servizi funerari assumono peculiarità che oltre all’aspetto di gestione
imprenditoriale ne contengono altri di natura etica e sociale, culturale e spirituale.
Dalla promozione dell’inestimabile patrimonio artistico che, a volte, si ritrova anche nei cimiteri più piccoli e poco frequentati d’Italia, è possibile ricostituire tessuti valoriali in cui la comunità di riferimento potrebbe riconoscersi.
Dal punto di vista più strettamente economico-finanziario i cimiteri devono potere essere riconosciuti come patrimoni contenenti opportunità di crescita civile delle comunità e non di sole passività sempre più insostenibili. Ciò impone gli opportuni cambiamenti nei loro inquadramenti legislativi e negli assetti gestionali.
(1) Di Asher Colombo sono da segnalare: “La solitudine di chi resta. La morte ai tempi del contagio”, 2021 e (acd) “Morire all'italiana. Pratiche, riti, credenze” 2022, editi entrambi da Il Mulino.
(2) Di Davide Sisto sono da segnalare: “La morte si fa social: Immortalità, memoria e lutto nell'epoca della cultura digitale” 2018; “Ricordati di me: La rivoluzione digitale tra memoria e oblio”, 2018; “Porcospini digitali: Vivere e mai morire online” 2022, tutti editi da Bollati Boringhieri.
(3) cfr.: Colombo, A., & Vlach, E. “Why do we go to the Cemetery? Religion, Civicness, and the Cult of Dead in Today’s Italy”. In Review of Religious Research, 2021, 63, 217–243.
(4) “Il cimitero è morto?”, si chiedeva in un libro di qualche anno fa (Is the Cemetery Dead?, University of Chicago Press, 2018) David Sloane, storico dell’urbanistica all’Università della California del Sud, autore di numerosi studi sui cimiteri americani nonché figlio dell’ex sovrintendente del Oakwood Morningside Cemetery a Syracuse (NY).
(5) Cioè, come da definizione: “… servizi di interesse economico generale di livello locale che sono suscettibili di essere organizzati tramite reti strutturali o collegamenti funzionali necessari tra le sedi di produzione o di svolgimento della prestazione oggetto di servizio, sottoposti a regolazione ad opera di un’autorità indipendente.”
(6) “Ferme restando le disposizioni regionali, nelle città metropolitane è sviluppata e potenziata la gestione integrata sul territorio dei SPL di rilevanza economica ivi compresa la realizzazione e gestione delle reti e degli impianti funzionali. A tal fine, il comune capoluogo può essere delegato dai comuni ricompresi nella città metropolitana a esercitare le funzioni comunali in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica per conto e nell’interesse di altri comuni.”
(7) Intervento di Daniele Fogli SEFIT10 edizione 2023 «di istituire delle società in house specializzate per i servizi cimiteriali, di cremazione e luce votiva che operino per l’area vasta metropolitana. Nei comuni piccoli e medio-grandi, il suggerimento è di puntare ad aggregare il settore cimiteriale a società in house già esistenti, con affidamenti di durata 5 anni, utilizzando la procedura semplificata; oppure, essendovi le condizioni, ad istituire nuove in house. E poi sfruttare il quinquennio per passare a durate di affidamento lunghe (30 anni), sperando che nel frattempo sia già diventata legge la riforma cimiteriale».
 
Antonio Dieni

Biemme Special Cars

Abbattitore Salme - Coccato e Mezzetti

GIESSE

GEM MATTHEUS - Creamazinoe animale

GIESSE - Risarcimento Danni

Rotastyle - L'arte del prezioso ricordo

STUDIO 3A - Risarcimento Assicurato SRL

Infortunistica Tossani

Alfero Merletti - Studio Legale

Scrigno del Cuore

FIAT_IFTA

Oltre Facebook