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Gustav Mahler,
I canti dei bambini morti

Friedrich Rückert (1788 / 1866) fu un poeta di una certa importanza nell'ambito della letteratu- ra tedesca dell'età romantica. Bisogna però ammettere che al giorno d'oggi la sua fama vive in tutto il mondo molto più presso gli appassionati di musica che fra i lettori di poesia. E questo accade perché un grande compositore come Gustav Mahler (1860/1911) ha utilizzato in più di una occasione testi di questo poeta per alcune delle sue straordinarie composizioni per voce e orchestra. Rückert aveva scritto i Kindertotenlieder (Canti dei bambini morti) dopo la tragica scomparsa dei suoi figli, Luise ed Ernst.
Non è escluso che su Mahler abbia agito, quando lesse la raccolta, anche un ricordo doloroso legato a quell'ultimo nome: Ernst si chiamava anche suo fratello, morto precocemente nel 1874; certo è che la presenza del tema della morte è largamente pervasiva nell'intero arco dell'opera del compositore. In questa occasione il canto del contralto (la voce femminile grave) e l'orchestra, con la strumentazione raffinatissima inconfondibilmente mahleriana, percorrono nei cinque Lieder una gamma non vasta, ma significativa, di sentimenti, fantasie, tempeste emotive legate al tema.


Nei primi Lieder di fronte alla tragedia avvenuta si osserva, increduli, il fluire della vita che per tutti gli altri continua; si ricorda, impietriti, il presentimento di morte che gli occhi dei piccoli racchiudevano (Ora capisco perché in certi momenti/mi lanciavate, occhi, fiamme così oscure); nei successivi il dolore insinua fantasie illusorie, come quando all'ingresso della madre nella stanza si crede di intravedere dietro di lei la bambina che per gioco si nasconde; o conduce la mente sul pericoloso crinale fra sragionamento e quiete, fra delirio e rassegnazione (Spesso penso che siano solo usciti/che presto ritorneranno a casa).


Ma in questa musica, scrisse il filosofo Th. W. Adorno, "l'affetto del prossimo si intreccia col conforto crepuscolare di una lontananza infinita"; e la speranza di ciò che non ha potuto essere, "postasi come un'aureola di santità intorno ai morti prematuramente, non si estingue nemmeno per gli adulti".



"Ed ora il sole vuole ancora sorgere
come se una disgrazia nella notte
non fosse accaduta. Ma a me accadde,
a me solo, ed il sole risplende per tutti.

Non devi richiudere in te la tua notte
bensì affondarla nella luce eterna.
S'è spento un lume sotto la mia tenda
ma sia benedetta la luce gioiosa del mondo!"

Da Friedrich Rückert, Kindertotenlieder,
traduzione di U.Duse, in U.D., Gustav Mahler, Torino, Einaudi, 1973

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