- n. 4 - Aprile 2004
- Il pensiero di...
Considerazioni ad alta voce di Adriano Gionco
il futuro è ancora nelle nostre mani!
L'imprenditore poeta, al termine di TANEXPO 2004, manifesta pubblicamente il proprio pensiero e lancia, alla luce di una esperienza più che quarantennale, un sentito appello alla coesione e al dialogo.Da quando Nino Leanza, prima della fiera di Modena, mi chiese un contributo editoriale per OLTRE MAGAZINE, ho riflettuto a lungo. Non avrei voluto far torto ad alcuno: non agli amici Miazzolo e Samoggia, né a Zaffarano e Caciolli; non alla rivista TECNICA EDITORIALE, perché ammiro da sempre Fabrizio Vezzani e i suoi, né agli altri operatori, per i quali nutro grande stima. So quindi che non me ne vorranno; anzi, spero sappiano apprezzare il mio impegno.
Nel nostro settore, purtroppo, la diffidenza è una regola, la malignità una professione, la gelosia una prassi. Questo rende tutto più difficile. Sia chiaro che non desidero pontificare, né insegnare nulla a chicchessia: credo solo che, dopo quarantasette anni di vita e di lavoro nella Ilea, qualche riflessione sia doverosa, innanzi tutto per me e poi per altri. Da tempo assistiamo ad una progressiva disgregazione: FENIOF contro FEDERCOFIT, alcuni colleghi contro il resto del mondo, l'anfac e il Gruppo Federlegno contro il nulla; e altre inutili personalizzazioni, presunzioni, vanterie e dannose polverizzazioni. Tutto questo non va bene, fa solo inutile rumore. E "il rumore non fa bene, e il bene non fa rumore". Un po' di modestia e di consapevolezza dei diversi ruoli di ciascuno aiuterebbe molto. Così le imprese sarebbero in un solo gruppo e le fiere andrebbero fatte in accordo fra tutti i soggetti interessati: i costruttori, nell'impegno comune, darebbero valore alla libera concorrenza con armi di gran lunga più nobili e più italiane di quelle che vengono oggi utilizzate.
Rinvangare il passato con inutili nostalgie non serve. Ricordare per imparare, aggiungere e migliorare, mi parrebbe doveroso. Ma non è così. Colpe e responsabilità sono certamente di tutti. Non conta ricercare responsabili; servirebbe solo un po' di buona volontà nel rileggere il libro della storia, trarre auspici dalle cose fatte bene e dimenticare quelle fatte male e così rinnovarsi per progredire. Non dovrebbe essere difficile! Nel tempo ho visto modificare il peso sul mercato di molte aziende, ed è bene che sia così. È giusto, però, ricordare che la dimensione porta con sé anche il dovere delle responsabilità: ogni azione si riflette, nel bene e nel male, su tutti gli altri operatori del settore perché, in fondo, abbiamo tutti tanti interessi comuni.
È una questione di stile o, se preferite, di classe. C'è la competizione "sportiva", che io ammiro, fatta di ricerca, creatività, intelligenza, arte, rischio. E c'è la guerra contro tutto e contro tutti per primeggiare comunque: mi affascina meno, ma è certamente legittima, anche se poco bella, e alla fine, a mio parere, meno produttiva; ma per esserne consapevoli bisogna saper guardare lontano, e saper ammirare il sole più che i temporali! Per la poesia tutto ha il suo fascino … Ma solo per la poesia! La quotidianità, invece, impone di stare sempre con i piedi ben posati per terra.
Certo, tutto era più facile quando fra noi si dialogava di più! Non credo che il voler ricercare soluzioni in accordo sia disarmonico all'interesse comune; comunicare con tutti e sprintare ai traguardi mi pare più affascinante di una lunga marcia di resistenza e di logoramento, senza colore e dalla gloria incerta o spesso effimera.
Il futuro è comunque ancora nelle nostre mani … Vedremo!
Un caldo abbraccio a tutti
Adriano Gionco