Rotastyle

a Lione

funexpo 2004

Siamo arrivati nella "capitale des Gaules" dopo un lungo viaggio dalla Cina, giusto in tempo per fare provvista di cioccolata da Bernachon - il re, a nostro modesto avviso, della preziosa fava - che, tra le altre specialità, prepara i famosi "pallets d'or", il cui rivestimento esterno è picchiettato da scagliette dorate che in realtà, come chiaramente specificato sulla confezione, sono in oro a 18 carati (verificare per credere!).

Si tratta dunque di un indirizzo da tenere in evidenza per ogni futuro passaggio nella città sede dei campioni di Francia di calcio (partiti anche quest'anno con bella sicurezza) dopo aver ospitato, molto tempo addietro, una industria della seta universalmente famosa ed i cui fasti si ritrovano in un museo interessantissimo che merita una visita non frettolosa. Si respira già un'aria un po' italiana dovuta sia alla prossimità geografica col nostro Paese che ai fitti rapporti commerciali intrecciati da secoli con l'Italia (dai banchieri fiorentini che intervenivano in un settore, quello della seta, dove erano in gioco interessi finanziari importanti, agli industriali serici stessi).

La città gode, poi, in Francia e nel mondo, di una notorietà ben affermata a causa della sua cucina, "la cuisine lyonnaise", fatta di appetiti solidi e per persone non troppo assillate da problemi di colesterolo. A questa cucina si è ispirato Paul Bocuse che, dalla vicina Collonges au Mont d'Or, ha per anni costituito il punto di riferimento di tutti i cultori della buona tavola mondiale prima che altre personalità pigliassero il volo: Alain Girardet a Crissier nella periferia di Losanna, Joel Robuchon a Parigi o, ancor più recentemente, a Rosas in costa Brava nei pressi di Girona, lo sconcertante Ferran Adrià con le sue invenzioni pirotecniche ed imprevedibili (prenotare con molti mesi di anticipo tenendo anche conto della lunghissima chiusura invernale durante la quale lo "stregone" gira il mondo o si rinchiude con la sua squadra nel proprio laboratorio gastronomico alla ricerca di nuove, incredibili invenzioni). Da Bocuse hanno sviluppato le proprie attitudini e qualità cuochi eccelsi di tutto il mondo tra i quali anche Gualtiero Marchesi e i moltissimi giapponesi che tuttavia, come accade del resto anche con i loro suonatori di pianoforte, se tecnicamente sono perfetti si rivelano carenti di sentimento e di quel tocco di genio che non si può apprendere ma che deve sgorgare dal ventre, "les tripes" come dicono i francesi, per una sorta di ispirazione oseremmo dire divina. Merita precisare che il summenzionato Bocuse (la cui figlia non è altri che la moglie di Bernachon) non propone la cucina lionese classica, ma partendo dai suoi ingredienti di base l'ha profondamente modificata portandola a sottili e raffinati splendori, anche con apporti ed ispirazioni estremo orientali, che ampiamente giustificano una notorietà mondiale.

Tutto ciò è rimasto, tuttavia e purtroppo, solo pura accademia, avendo la partecipazione di TANEXPO, con il suo stand, alla manifestazione lionese monopolizzato le nostre forze e la nostra attività, senza lasciarci il tempo e soprattutto le condizioni psicofisiche per affrontare impegni culinari di primaria importanza che richiedono, invece, una lunga preparazione fatta di riposo, letture appropriate e riflessione profonda. Quasi si trattasse di un appuntamento galante da lungo tempo atteso e preparato seguendo (perché no?) gli assennati e sempre attuali precetti di Ovidio quali quelli da lui proposti nella notissima "Ars amandi".

La fiera quindi, come si diceva poc'anzi, ha monopolizzato le nostre forze ed i nostri intelletti, visto anche il grande interesse manifestato da molti visitatori per TANEXPO 2006. Si è trattato di persone che, vuoi per esserci già state vuoi per averne sentito parlare, hanno ribadito la propria determinazione di recarsi in Italia per il grande evento. Vi terremo ampiamente e costantemente informati, nel corso dei nostri prossimi appuntamenti, sul progredire della sua preparazione e sulle enormi sorprese che esso riserverà. Limitiamoci, per il momento, a FUNEXPO 2004 che ci è parsa essere leggermente in tono minore rispetto alle precedenti edizioni, sia per quanto riguarda il numero di espositori che per l'affluenza di visitatori. Il problema è identico dappertutto: una fiera ogni anno ed in ogni Paese è troppo, "tropp'assai" come direbbero a Napoli, e non c'è ragione finanziaria (necessità economiche di certe federazioni professionali che hanno bisogno - le quote dei soci non essendo sufficienti - di quattrini per vivere) o di altro genere ("ego" sovradimensionato o, più semplicemente, sete di protagonismo abbinata al desiderio di raggranellare qualche soldino; significativa ed istruttiva a questo riguardo la favola di La Fontaine sul ranocchio che scoppia) che giustifichi il proliferare, spesso in sedi estremamente disagiate, di iniziative che gravano i costi di tutti senza apportare alcun beneficio e che assomigliano quasi a delle metastasi che invadono un corpo sano. Non sarebbe meglio, alla luce di un minimo di buon senso, unire le forze e sviluppare un polo espositivo suscettibile di concentrare tutte le risorse del comparto al fine di apportare veramente un "più" al mondo funerario nazionale e - nel caso di TANEXPO e tenuto conto ormai della sua dimensione - europeo? La domanda è quasi pleonastica e dubitiamo che una risposta adeguata possa essere data spassionatamente e senza implicazioni di altro genere.

Ritornando a Lione vale la pena di precisare che si è trattato, per quanto riguarda i visitatori, di una manifestazione a profilo regionale, anche se si è vista qualche persona giunta dall'Italia. Dal punto di vista dei prodotti non abbiamo visto grandi novità, mentre tra le aziende italiane, ancora una volte le più numerose tra gli stranieri presenti (ma ha ancora senso parlare di "stranieri" nella nostra Europa?), si sono distinte DKS, con i sistemi digitali per la riproduzione su materiale ceramico e porcellana, FOTOCERAMICA CASCETTA, azienda avellinese di fotoporcellane, FRATELLI LORENZI, con gli accessori artistici di pregio in metallo, marmo e granito e, per ultimo, ma prima per la qualità ed il design dei suoi arredi, RADIV, l'intraprendente azienda di Costa Masnaga sempre più spesso ambasciatrice del made in Italy in Europa.

Ci è rimasto giusto il tempo di ripassare da casa per un veloce cambio d'abito prima di ripartire per Brno, nella Repubblica Ceca, dove si è svolta VENIA, la fiera funeraria locale. Si tratta dell'ultima manifestazione del 2004, anno ricchissimo, soprattutto nella sua parte finale, di eventi che hanno dato, se ancora fosse necessario sottolinearlo, la temperatura sulla volontà di molte aziende nazionali di intraprendere una politica aggressiva per l'esportazione e, per quanto un po' egoisticamente ci riguarda, la conferma dell'alto grado di apprezzamento riscosso, in ogni angolo del mondo, da TANEXPO.

A tutti i pazienti lettori vadano i nostri più sinceri auguri di buone feste ed i più fervidi voti per un 2005 ricco di ottima salute e di successi tanto personali che professionali.

 
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