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Funerali papali più snelli e più sobri

Pubblicate le nuove linee guida per la celebrazione delle esequie dei pontefici, volute da Papa Francesco.

Ciò che ha contraddistinto Papa Bergoglio rispetto ai predecessori, fin dal primo momento della sua salita al soglio di Pietro, è stato il forte impegno volto ad instaurare un pontificato improntato sulla sobrietà e sulla vicinanza alla gente comune.

Lo si era capito già dalla scelta del nome, una evidente volontà ad ispirarsi al pensiero e allo stile di vita di San Francesco, che della povertà fece la sua bandiera.
È in quest’ottica che il Santo Padre ha rinunciato all’elegante residenza papale nel Palazzo Apostolico, optando per un piccolo appartamento nella struttura di Santa Marta. E sono molteplici i cambiamenti introdotti e i comportamenti che Francesco ha adottato nel nome della semplicità: dagli abiti meno sontuosi, dal modo diretto di porsi con i fedeli, fino ad infrangere i protocolli a favore di una maggiore libertà di movimento (è diventato storia l’essersi recato personalmente a ritirare un paio di occhiali in un negozio specializzato).
Anche pensando alle sue esequie, avendo egli stesso celebrato il complesso funerale di Benedetto XVI, in più occasioni ha espresso il desiderio e l’intenzione di semplificare il rito funebre dei pontefici, a cominciare dal proprio. E lo ha fatto approvando un documento redatto dall'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche che ha visto la pubblicazione ufficiale lo scorso mese di novembre con la seconda editio typica dell'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (la prima fu approvata da Giovanni Paolo II e pubblicata nel 2000).

Come cambia il funerale del papa

Il motivo principale, come più volte dichiarato, è che la cerimonia deve essere rivolta ad un pastore e discepolo di Cristo, non a un potente della terra. Di qui la necessità di una più contenuta ostentazione della salma e di un rito più snello che esprima al meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto. Da queste indicazioni l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, con l’aiuto di esperti, ha così provveduto ad una revisione dell’intero libro, intervenendo sui testi liturgici, sul lessico e sui singoli riti semplificandoli o eliminandoli completamente qualora ritenuti difficili da coordinare o oramai inadeguati. Allo stesso tempo sono state ridefinite le competenze e i ruoli di tutti i soggetti coinvolti nella preparazione e nello svolgimento dei riti.

Ma vediamo nel dettaglio le nuove regole. Un primo provvedimento ha interessato i titoli pontifici, cioè i vari modi in cui può essere chiamato il papa: termini pomposi come “Vescovo di Roma”, “Sommo Pontefice della Chiesa Universale” o “Sovrano dello Stato della Città del Vaticano” nei funerali saranno sostituiti da appellativi più semplici e diretti come “Papa”, “Episcopus”, “Pastor” o “Pontifex Romanus”.

L’impianto tradizionale dell’intera cerimonia, con la suddivisione in tre fasi principali - le cosiddette “stazioni” (nella casa del defunto, nella Basilica Vaticana e al luogo della sepoltura) - è stato mantenuto, ma nell’ambito di ognuna di esse sono stati apportati importanti cambiamenti.

Le tre stazioni

La prima stazione prevede che la constatazione della morte del Santo Padre avvenga nella sua cappella privata, anziché nella “Camera del Defunto”, e che, una volta accertata la morte, si proceda direttamente alla deposizione della salma nella bara, eliminando la traslazione nel Palazzo Apostolico. Novità anche per quanto riguarda il feretro: un’unica cassa di legno zincata all’interno, anziché le tre tradizionali rispettivamente in cipresso, piombo e rovere.
La seconda stazione è quella dedicata all’omaggio dei fedeli e alla messa esequiale. Il giorno successivo alla constatazione di morte, il feretro viene portato nella Basilica di San Pietro in Vaticano dove viene meno la deposizione nella bara in quanto già avvenuta nella precedente fase. L’esposizione avverrà direttamente nella bara aperta e non più su “un alto cataletto” (il catafalco che siamo abituati a vedere nei funerali papali) e accanto ad essa non sarà più posto il pastorale papale. Per quanto concerne la funzione funebre sono intervenuti significativi aggiornamenti sui testi dei vari riti, uniformando e in parte abbreviando alcune preghiere ed inoltre sono state eliminate alcune istruzioni sul repertorio musicale da eseguire per lasciare maggiore libertà di scelta.

La terza stazione riguarda il luogo della sepoltura. Qui la novità più importante consiste nella possibilità di essere tumulati in un luogo diverso dalla basilica di San Pietro, dove da secoli i pontefici riposano nelle grotte vaticane. Sono state pertanto riportate le modalità per esprimere indicazioni per l’eventuale sepoltura in altro sito. Dal canto suo è già da tempo che Papa Francesco ha reso noto di non volere essere inumato in San Pietro, bensì nella Basilica di Santa Maria Maggiore, un luogo sacro a lui molto caro in cui è solito recarsi in preghiera prima e dopo ogni viaggio apostolico.

Nuove disposizioni anche per i “Novendiali”, cioè le Messe in suffragio del Pontefice defunto, celebrate, secondo un’antica consuetudine, per nove giorni consecutivi a partire dalla Messa esequiale. Anche in questo caso sono stati semplificati i formulari delle preghiere e ampliata la scelta degli stessi.

L’intero volume contiene inoltre altri aggiornamenti di tipo squisitamente tecnico rispetto all’edizione precedente come l’omissione di molti testi propri del rito esequiale con un rimando ai libri liturgici in uso. Il risultato è di un volume più agevole, più chiaro nella consultazione e più preciso nelle indicazioni da seguire.
 
Raffaella Segantin

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