- n. 2 - Febbraio 2009
- Il pensiero di...
Funerali musulmani a Gioia del Colle
Lo Stato italiano ha disciplinato il settore funerario-mortuario e il conseguente trasporto dei defunti attraverso specifiche leggi, il D.P.R. 285 del 10/9/1990 e la legge n. 130 del 30/3/2001, con relative circolari ministeriali esplicative, cui si è aggiunta di recente la legge Regione Puglia n. 34 del 15/12/2008.
Dopo circa 40 anni di svolgimento della specifica attività, con incarichi dirigenziali sindacali a livelli provinciale e nazionale e con esperienze internazionali conseguite attraverso la partecipazione decennale a convention mondiali svoltesi nei 5 continenti, resto stupefatto da quanto ho letto su “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 13 dicembre 2008: il Comune di Gioia del Colle (BA) consentirebbe lo svolgimento di funerali “musulmani” che, secondo le loro usanze, vengono svolti con il defunto adagiato su una semplice barella portata a spalle da parenti ed amici attraverso le vie del paese, con sosta presso la moschea, e poi fino al cimitero locale, dove è stato riservato un reparto alla sepoltura “di tipo islamico”. Eludendo tutte le precauzioni di salvaguardia della salute pubblica e gli obblighi normativi vigenti che impongono l’uso di bara in legno massello di 2,5 centimetri, di controcassa in zinco di spessore 12/12 e di un carro funebre idoneo, onde scongiurare ogni rischio di carattere igienico-sanitario. Ciò a prescindere dall’errore reiterato nell’articolo nel quale si definisce “feretro” il solo corpo morto: feretro è l’insieme della bara con il defunto ivi contenuto.
Mi chiedo: perché profondere tanto impegno nel formulare leggi basilari per la convivenza civile in una società evoluta coma la nostra, se poi si consente che vengano disattese così clamorosamente?
A molte Autorità ho inviato una nota rimasta, però, inevasa.
Mentre gradirei che qualcuno mi spiegasse i motivi di tanta permissività, non posso non immaginare quali effetti potrebbe produrre il diffondersi di tanta libertà accordata agli extracomunitari di stanza in Puglia, permissività e libertà che cozzano in modo stridente con gli obblighi normativi imposti ai cittadini autoctoni di altre credenze religiose.
Non si corre il rischio che anche costoro in punto di morte si dichiarino fittiziamente seguaci della religione musulmana per conseguire un notevole risparmio economico a vantaggio delle famiglie colpite da eventi luttuosi?
Alfonso De Santis