- n. 3 - Maggio/Giugno 2021
- Musica
Funerali gospel, una celebrazione della vita
L’approccio al lutto tra spiritualità, ricongiungimento e musica in memoria dei defunti.
L’utilizzo della musica
gospel, intesa come
Black Gospel, nei funerali all’interno della comunità afro-americana risale agli albori di questo genere musicale.
L’approccio alla morte da parte degli
African-Americans è molto diverso rispetto a quello a cui siamo abituati noi, dove il lutto è visto come la fine di tutto e la morte viene vissuta come un momento molto traumatico. Nelle cerimonie funebri della comunità afro americana, che hanno profonde radici nella loro forte spiritualità e nel loro modo di vivere la religiosità e la musica,
il Gospel è un mezzo per celebrare il defunto e la sua vita, non solo la sua morte. Il canto è un momento catartico e importante per “accompagnare” il proprio caro nel momento della transizione tra il mondo dei vivi e quello dell’aldilà.
Dai tempi della schiavitù, quando gli
spirituals (canti religiosi) venivano usati per tramandare il messaggio e le storie degli antenati e fino ad oggi, con i
Gospel utilizzati durante le messe e le cerimonie, la musica ha sempre avuto un ruolo molto importante per gli afro americani.
Dalla schiavitù ai tempi moderni
Con l’avvento della barbarica pratica della schiavitù, molto utilizzata in America da famiglie di possidenti che acquistavano schiavi provenienti dall’Africa per farli forzatamente lavorare nei campi e nelle piantagioni o come servitori, la visione della morte da parte degli schiavi africani divenne molto vicina a quella di una sorta di liberazione. Liberazione proprio dai lavori forzati a cui erano costretti, dalle vessazioni e dalle ingiustizie di cui erano vittime ogni giorno.
Morire era un modo per tornare alla propria terra, unirsi ai propri antenati e “tornare liberi”. Questo concetto prese il nome di Homecoming (tornare a casa). Negli anni l’approccio alla morte degli afro americani si è evoluto senza snaturare il concetto di “ritorno” e di ricongiungimento ai propri cari. Per questo la musica nelle loro cerimonie ha un ruolo importante di celebrazione, di gioia ma anche di lutto.
I funerali della comunità sono delle commemorazioni della vita del defunto dove si balla e si canta per accompagnarlo nel tragitto che lo porterà a riunirsi ai suoi antenati e a Dio. Durante la cerimonia funebre sono programmati numerosi momenti musicali dove l’intero coro, vestito con gli abiti specifici scelti dalla chiesa dove opera, intona canti famosi e storici, coinvolgendo tutta la platea che si muove, batte le mani e i piedi e si unisce alle celebrazioni cantando e ballando.
La storia del Gospel
La storia della musica
gospel è molto antica ed è strettamente collegata alla tratta degli schiavi che dal continente africano venivano acquistati e deportati in America. La lontananza forzata dai luoghi d’origine, la schiavitù, la violenza a cui questi uomini e donne erano sottoposti nelle piantagioni e nei campi di lavoro da parte dei “padroni” dettero vita all’unica forma di libertà possibile: il canto.
Le
work songs (canzoni da lavoro) e gli spirituals erano espedienti per sopportare le ore di lavoro infinite e i molteplici sopprusi; cantare era l’unico modo per trovare sollievo, per rimanere in contatto con le proprie radici. Ma non solo. Gli schiavi venivano impiegati nei campi in lavori pesantissimi: erano costretti a spaccare pietre con pesanti mazze del peso di circa 5 chili. Per coordinare i gesti e far salire e scendere il martello nello stesso momento nacquero canzoni come
This old hammer, un brano a domanda e risposta dove la domanda sospesa è il momento in cui si alza la mazza e la risposta breve è quando si lascia cadere il colpo.
Molte
work songs nascondevano messaggi in codice: era così che gli schiavi si scambiavano opinioni sui sorveglianti utilizzando nomi e personaggi della Bibbia che servivano a scambiarsi avvertimenti o per mandarsi messaggi cifrati in modo che i padroni non capissero e non punissero eventuali moti di ribellione.
Nel 1865 la schiavitù venne finalmente abolita ma la cultura delle
work songs e degli
spirituals non andò perduta. Le melodie che per anni avevano aiutato migliaia di schiavi a sopportare le dure condizioni di vita,
si fusero con le nuove sonorità: le blue notes (le “note tristi” che stanno alla base del Blues) unite alle armonie jazz dettero vita al Gospel. Nel 1985 venne celebrato in America il primo
Martin Luther King day: da allora la musica gospel è stata consacrata per tutte le celebrazioni ufficiali della comunità afro americana, compresi i funerali.
Il gospel nel mondo
Le radici
blues di questo genere, dalla cadenza coinvolgente e profonda, lo hanno reso uno dei più amati e richiesti nei teatri di tutto il mondo. Cori storici come l’
Harlem Gospel Choir e il
Mississippi Mass Choir portano i brani della tradizione gospel afro americana fuori dall’ambito religioso, cantando e suonando davanti a platee paganti del nuovo e del vecchio continente. Negli anni, inoltre, il
Gospel è stato inserito tra le materie da insegnare nelle scuole di musica e di canto e anche in Italia sono tantissimi i cori composti da cantanti di ogni genere ed età che si esibiscono ai matrimoni, nelle feste e nei piccoli teatri.
Questi cori americani, europei, italiani, sono sempre composti da numerosi cantanti che si esibiscono a cappella o con l’aiuto di alcuni musicisti, vestiti con tuniche o divise colorate. Nel coro sono sempre uno o due solisti maschili o femminili e un direttore che “dirige” le diverse voci che si intrecciano tra melodie, risposte e armonizzazioni.
Il
Gospel è una musica coinvolgente che ti trascina: è impossibile rimanere seduti o fermi davanti a un coro che canta e si muove sulle note di
Oh happy day o di qualsiasi altro brano in scaletta.
Uno dei motivi per cui questi concerti sono così amati è proprio per il fatto che il pubblico non è solo spettatore ma anche parte dello spettacolo.
Le canzoni gospel
I brani eseguiti durante i concerti e nelle cerimonie afro americane sono quasi sempre dei classici: brani conosciuti e amatissimi in tutto il mondo che fanno parte del repertorio dai cori
gospel.
Tra questi, primo fra tutti,
Amazing Grace, brano dal sapore spiritual conosciuto a livello mondiale grazie anche all’interpretazione di molti grandi artisti della musica moderna come
Ray Charles, Aretha Franklin, Rod Stewart fino agli
Aerosmith.Tra le canzoni che fanno parte del repertorio per l’
Homecoming troviamo anche
When we all get to Heaven, My sweet Lord, Oh happy day.La forza del
Gospel è travolgente; la sua storia fortemente legata a quella del popolo afro-americano lo rende la musica più richiesta per numerose cerimonie, comprese quelle funebri, per chiunque voglia dare l'addio ai propri cari con una nota di gioia per celebrarne la vita.
Tanja Pinzauti