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Funéraire ha celebrato il suo trentesimo compleanno

Dal 23 al 25 novembre 2017 si è rinnovato, nell'affascinate città di Parigi, l'appuntamento con uno dei saloni funerari più significativi a livello internazionale

Decisamente il 2017 è stato l’anno degli anniversari. Non erano finiti i festeggiamenti per i 25 anni di Necropolis-Tanexpo World Russia che già, a Parigi, si sono celebrati i trent’anni del Salone Funéraire. Nella stessa occasione il gruppo Hygeco ha voluto organizzare un ricevimento in grande stile per i 130 anni di esistenza dell’impresa (al quale Tanexpo è stata invitata)  che all’epoca, a Saint Ouen in prossimità del mercato delle pulci parigino, si chiamava Etablissements Marette, dal nome del  fondatore, a cui sono seguite quattro generazioni, sino al 2007 quando fu acquisita dall’olandese FT prima che ritornasse in mani francesi qualche mese fa ad opera di un fondo di investimento parigino.

Diciamo subito che l’edizione di Funéraire quest’anno non ha sofferto di avvenimenti esterni come era accaduto nel 2013 (scioperi generali giganteschi, come sempre, a Parigi) e nel 2015, l’anno in cui si era tenuta  a Villepinte anziché nella sede tradizionale di Le Bourget a causa della conferenza mondiale sul clima, che era stata segnata dai sanguinosi attentati terroristici di matrice estremista islamica. Siamo quindi ritornati alla “normalità” e con essa ad un numero adeguato di visitatori (i dati definitivi attestano 5.893 presenze) che hanno percorso i corridoi del padiglione fieristico , in certi punti molto larghi, in altri inspiegabilmente strettissimi.
C’è stata una diminuzione degli espositori (222 quest’anno contro i 241 dell’edizione precedente, come risulta, inconfutabilmente, raffrontando i cataloghi ufficiali 2015 e 2017) con un calo percentualmente ancor più pronunciato della superficie espositiva. Sarebbe superfluo soffermarsi  su paragoni tra le varie fiere o sulla leadership dell’una o dell’altra. Lasciamo volentieri tale incombenza a chi si diverte a dissertare su tali temi. Rimane il fatto che Funéraire, malgrado la scarsa predisposizione a cooperare con i colleghi organizzatori, rimane uno dei saloni di riferimento al mondo.

Ciò che ora è di maggiore interesse è una panoramica sui prodotti presentati e sulle aziende espositrici.

I Prodotti cimiteriali

Contrariamente a quanto accade in Italia, la presenza di marmisti e di produttori di accessori tombali è molto importante. Si tratta di una ovvia conseguenza della tipologia generale dei cimiteri francesi dove praticamente non esistono i loculi in altezza, salvo nel sud-est dove è talvolta riscontrabile un influsso italo-spagnolo. Tale profilo è confermato dalla presenza di fornitori cinesi di Xiamen, città del Fujian a sud-est della Cina, caratterizzata da una fortissima concentrazione di produttori di monumenti. Oggi spesso vengono spediti già tagliati e, una volta a destinazione, non rimane che montarli. Meno presenti in qualità di espositori ma molto attivi sul mercato e come visitatori in fiera, i fornitori brasiliani e indiani tra i quali l’onnipresente Sudhir Goenka (Galaxy-Granite di Chennai in India) un amico che ormai è una “vedette” dei saloni funerari. Non a caso “Stona”, la più grande fiera del settore marmi, non solo in campo funerario, ha luogo annualmente a Bangalore nello stato indiano del Karnataka (l’edizione 2018, dal 7 al 10 febbraio).
Tra i produttori francesi ve ne sono che propongono realizzazioni di grande interesse. Pensiamo soprattutto ad Acanterra i cui monumenti sono assolutamente al top in termini di design e del messaggio da essi veicolato o, su di un altro registro, a Cimtea, già espositore a Bologna, che egualmente riesce a creare prodotti originali di alto contenuto estetico e simbolico usando materiali innovativi. Non parliamo poi dei fiori sintetici, tutti provenienti dall’Asia.
Relativamente alle decorazioni tombali, come è noto, in Francia sono costituite essenzialmente da placche, in materiali vari, rappresentanti professioni, hobby ed altre attività del defunto. Su di esse figurano iscrizioni commemorative ed i nomi dei donatori. Leader assoluto è la Barthélemy che regolarmente esce, come è successo anche quest’anno, con modelli inediti. Tra i bronzisti “storici” italiani solo Pilla ha esposto proponendo tutta l’elegante gamma di cui dispone. Purtroppo la presenza di tali produttori è in calo quasi dappertutto a parte i grossi calibri tedeschi, Plein e Strassacker, bene in vista con le loro gamme di altissima qualità e design.

Le altre mercelologie presenti a Funéraire

Per quanto riguarda le auto funebri accanto ai leader francesi Rivaud e Ducarme (senza trascurare la britannica Wilcox Limousines che ha trasportato quasi tutti i membri defunti della famiglia reale inglese) si sono fatti ammirare, ma non è una novità vista la grande tradizione italiana su tale mercato, Ellena e Pilato. Figurava anche un modello della modenese Renova, distribuita dalla Rivaud.

Un capitolo a parte deve essere consacrato alla cremazione ed a tutto ciò che gravita attorno ad essa. Presenti tutti i maggiori players europei mentre gli italiani della Ciroldi, pur non esponendo, sono venuti ad osservare quanto accade in preparazione di Tanexpo e, chissà, forse con la prospettiva di essere presenti in futuro anche in Francia.
A questo proposito merita segnalare che, accanto agli espositori italiani già citati, abbiamo rivisto con piacere la Fra.Sa. di Casoria con i suoi arredi funebri, la Funarte di Afragola con arredi ed urne, la Mondino Paolo di Piasco con i suoi tessuti “de toute beauté” ai massimi livelli e le catanesi Royal Plate produttrice di targhette per cofani e Tosca che propone porcellane d’autore.
Non solo ma anche i visitatori provenienti dall’Italia, che negli ultimi tempi avevano subìto un netto calo (mentre per anni erano avevano rappresentato la comunità straniera più numerosa che interveniva alle esposizioni in tutto il modo) hanno raggiunto in buon numero la “Ville lumière”, chi per la vicinanza geografica, chi per avere già degli affari in Francia e tutti, in ogni caso, perché Parigi rimane sempre una destinazione ambitissima per la sua bellezza e per tutto ciò che essa offre. Ve lo dice uno che da più di quarant’anni ci vive e che solo ora, dopo le scelte strampalate e demagogiche della sindaca della capitale in materia di circolazione, comincia ad averne le scatole piene (usiamo questo eufemismo….) di impiegare ore per fare pochi chilometri. Tanto più che Le Bourget, come noto a tutti coloro che ci sono stati, è di accesso estremamente disagevole. Abbiamo tuttavia osservato che sono in corso lavori per la costruzione di una fermata del Metrò. Saranno terminati fra due anni? “Qui vivra verra” (chi vivrà vedrà) come si dice da queste parti. Lo si può sperare visto che in Francia i tempi sono solo eccezionalmente non rispettati contrariamente a quanto succede in alcuni Paesi limitrofi.

Il prodotto cui tutti pensano al sentire la parola “funerale” è ovviamente la bara. Tutti sanno, l’abbiamo già osservato in un precedente articolo consacrato alla Francia, che i modelli di cofano sono diversi da quelli che abitualmente si usano in Italia. Anche qui tuttavia i gusti cominciano a cambiare soprattutto in termini di design vista la presenza di aziende come la Bernier che si distingue per un discorso di rottura, non totale beninteso, con il passato alla ricerca di nuove soluzioni estetiche. Dobbiamo riconoscere che Olivier Bernier è riuscito a dare una sterzata fondamentale alla produzione ereditando una eminente capacità imprenditoriale. È anche un modo per onorare i suoi genitori, Remy e la moglie, tragicamente scomparsi in un incidente d’auto qualche anno fa mentre si dirigevano all’aeroporto per prendere il volo che li avrebbe portati a Tanexpo dove purtroppo non sono mai giunti e dove da sempre venivano a visitarci. Ricordiamo ancora con tristezza lo sgomento nell’apprendere, il pomeriggio precedente l’apertura, che un’ora prima la loro vita operosa si era conclusa nel peggiore dei modi.

Tra i prodotti che più ci hanno affascinato, le urne della FGS (Funéraire Galerie Services) meritano un posto di rilievo. Disponibili in tutte le forme e colori e realizzate anche su disegno del cliente, grazie alla stampa in 3D, sono veramente portatrici un vento nuovo nella professione. Sempre in tema di urne sarà presente a Tanexpo un espositore di grandissimo prestigio con la sua gamma straordinaria: Bernardaud, il leader mondiale della porcellana di Limoges che tutti gli amanti del lusso conoscono per le realizzazioni per la tavola, l’arredamento ed i gioielli che dal 1863 vengono prodotti nel capoluogo del dipartimento della Haute Vienne. Recentemente la storica azienda ha deciso di presentarsi al mondo funerario con una gamma di urne di sommo livello. Tanexpo sarà particolarmente onorata di ospitarli in quanto la loro scelta viene dalle indicazioni fornite dagli enti nazionali preposti  alla promozione dei prodotti francesi che hanno stabilito che Tanexpo è, senza ombra di dubbio per la sua risonanza mondiale, il luogo dove “devono” esserci tutti coloro che hanno l’ambizione di vendere i loro prodotti al massimo livello internazionale funerario. Tale riconoscimento ci riempie d’orgoglio e tutti coloro che da 55 Paesi ci raggiungono a Bologna (quale altra fiera che può vantare un tasso di internazionalizzazione così elevato?) troveranno, se amanti oltre che della praticità anche del lusso e della bellezza artistica, pane per i loro denti!

Le principali differenze tra Francia e Italia nel settore funerario

Le differenze tra il nostro mercato e quelle d’oltralpe sono profonde. Delle sepolture abbiamo già parlato ma altri fattori differenziano sostanzialmente i due Paesi pur così vicini. Ciò che caratterizza i nostri “cugini” (c’è chi dice che i Francesi siano degli Italiani di pessimo umore) è la presenza di gruppi funerari di dimensioni cospicue le cui centrali d’acquisto possono negoziare con i fornitori prezzi estremamente interessanti. Su tale realtà si inserisce la presenza di una forte componente “assicurativa” (praticamente inesistente in Italia) che anch’essa esercita una grande influenza sui prezzi. Tali gruppi, ma anche molti “indipendenti”, dispongono inoltre di case funerarie (ve ne sono svariate centinaia) perfettamente equipaggiate tanto per la conservazione al freddo dei corpi che per la tanatoprassi. Ciò ha due conseguenze. La prima è che i funerali spesso si tengono anche 4/5 giorni dopo il decesso e la seconda è che tutta la strumentazione e gli articoli di tanatoprassi rappresentano un mercato ragguardevole a cui vanno aggiunte le linee cosmetiche con fornitori capaci di proporre prodotti di grande qualità.

La legislazione francese è estremamente evolutiva (ricordiamo il divieto, nel 2012, di conservare le urne a casa) e rapida. La professione è molto più tutelata ed i clienti non sono soggetti alle manovre, diciamo poco simpatiche, di certi (non tutti per fortuna, anzi) operatori che approfittano dello stato particolare in cui si trovano i dolenti per rincarare il conto. In Italia, invece, malgrado le dichiarazioni altisonanti ed i proclami di vittoria, l’orizzonte di una legge funeraria più consona ai tempi in cui viviamo sembra estremamente lontano.
La burletta continua e tra gli interessi degli uni e quelli degli altri nulla si muove. Dopotutto siamo (o piuttosto “siete”) in Italia dove per dirla col Gattopardo: “tutto cambia perché nulla cambi”. Auguri agli uomini di buona volontà!

 
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