- n. 8 - Luglio/Agosto 2002
- Appunti di viaggio
ALLA FOCE dell'ACHERONTE
Dopo diversi anni di lontananza dalle coste greche ho deciso di trascorrere qualche settimana di vacanza proprio in quelle selvagge contrade. Sono luoghi caratterizzati, oltre che dalla maestosità del paesaggio, da una magica atmosfera che sembra inattaccabile anche dal continuo incremento dell'attività turistica. Approfittando della possibilità di partire nel mese di giugno ho potuto godere delle bellezze della costa subito a sud di Igoumenitsa, capoluogo della provincia di Tesprozia, in Epiro, senza incontrare, in alcune escursioni verso l'entroterra, anima viva.
L'intera zona è interessante per le coste e per le spiagge meravigliose, per i selvaggi boschi di ulivi, per i graziosi paesini arroccati nell'entroterra. Una sessantina di chilometri a sud del capoluogo si trovano, neanche a farlo apposta, le foci dell'Acheronte. Sì, Acheronte con la "A" maiuscola, perché il fiume, per chi non lo sapesse, esiste davvero e si snoda in un paesaggio carsico di rara bellezza dove a tratti scorre sotterraneo. Tale forse è la ragione per cui gli antichi greci pensavano che questo corso d'acqua avesse realmente accesso agli inferi. E ci credevano a tal punto da eleggere la zona a luogo di culto dei morti erigendovi anche una splendida costruzione (ancora ben conservata) con lo scopo di celebrarvi rituali legati al culto dei morti: il Nekromanteion.
Per la verità la morfologia dell'Acheronte non è l'unica responsabile dello svilupparsi di tali credenze, in quanto gli antichi greci ritenevano che il mondo dell'aldilà si trovasse all'estremità occidentale del mondo conosciuto, appunto la Tesprozia, la cui costa in tempi davvero remoti era così paludosa da far sì che il vecchio Omero nell'Odissea vi collocasse l'Erebo, ovvero il mondo degli inferi.
Delle paludi oggi sono rimaste tracce nei dintorni della foce dell'Acheronte, in alcuni bacini lacustri stagionali dell'entroterra e, soprattutto, nei pressi di Igoumenitsa, con un bellissimo parco naturale popolato da aironi e da altri animali.
Il Nekromanteion sorge invece su una altura dalla quale si dominano le vallate sottostanti e rappresenta l'unico sito archeologico di una certa rilevanza della zona. Ancora oggi trasuda di mistero e magia ed è un luogo assolutamente suggestivo per i visitatori. Nel sito, portato alla luce dagli scavi del Prof. Dakaris, si trovano rovine ben conservate di una grande costruzione costituita da numerose stanze. Il luogo doveva essere al tempo piuttosto attivo. Si possono osservare resti di sale di soggiorno, di magazzini e il Labirinto: un percorso tortuoso che simboleggiava la discesa nell'aldilà degli antichi mitici eroi. Si giunge poi alla sala dove avvenivano gli incontri con le anime dei defunti. Sotto questa sala si trova un sotterraneo ad archi al quale si può accedere mediante una scala. È qui che soggiornavano Ade e Persefone, la coppia divina che presiedeva al mondo degli inferi.
I pellegrini che giungevano sul luogo venivano sottoposti a un rituale complesso di lavaggio e purificazione seguito da una particolare dieta. Probabilmente venivano somministrate loro anche delle droghe. Per intontire e rendere più sicura la riuscita della messinscena direbbe un razionalista, per predisporre lo stato di coscienza all'incontro con le anime dei defunti direbbe uno psiconeurologo, audace studioso di stati modificati e trance. Noi non ci pronunciamo. Una delle peculiarità presentate dall'edificio è costituita dai sorprendenti e minuziosi incastri tra blocchi di pietra del peso di svariate tonnellate. Caratteristica che spesso si ritrova nelle antiche costruzioni di molte parti del mondo.
Il complesso è di età ellenistica e quello più antico descritto da Omero nell'Odissea potrebbe trovarsi al di sotto oppure nei pressi. Ma non c'è dubbio che il luogo di cui parlano i versi del poema sia questo perché la descrizione geografica corrisponde.
Si tratta dell'incrocio tra i fiumi Acheronte ("senza gioia"), Piriflegetonte ("brace ardente", a causa di bagliori e scintille che ne caratterizzano il corso per la presenza di sostanze fosforose trascinate giù dalle montagne circostanti) e Cocito ("lamento"), che confluivano nel lago Acherusìa, oggi prosciugato e coperto di vegetazione. Qualsiasi uccello osasse volare sopra le sue acque moriva per le esalazioni e la popolazione del luogo era falcidiata dalla malaria. Non si sarebbe potuto individuare luogo migliore per un simile progetto.
IL VIAGGIO
Oggi la zona è totalmente bonificata e la visita del Nekromanteion è un "must", visto che si tratta delle rovine meglio conservate della zona nonché di una costruzione assolutamente singolare. Sopra le antiche rovine ne sorge una più recente, una vecchia chiesa bizantina.
Anche la zona circostante merita una più attenta visita. È anche possibile noleggiare una barca e penetrare all'interno della foce dell'Acheronte e risalire il fiume per molti chilometri.
Più a Est nell'entroterra si possono raggiungere, nei pressi dell'abitato di Gliki, le sorgenti dello stesso corso d'acqua anche se crediamo si tratti in realtà di "risorgenze" carsiche, cioè di punti in cui il fiume torna alla luce dopo un tragitto percorso sottoterra. Le vere sorgenti sono più in quota e a molti chilometri più all'interno. Nella zona cosiddetta delle sorgenti è possibile anche praticare il rafting nelle acque gelide del fiume. Lungo il corso d'acqua si trovano numerosi e suggestivi ristoranti e locali con i tavoli e le sedie collocati fino a ridosso della riva.
Altra escursione piacevole dopo la discesa agli inferi e l'incontro con Ade e Persefone è alla cittadina di Parga, sulla costa, magari preceduta da una sosta in una delle meravigliose baie circostanti.
Più a nord, nei dintorni di Sìvota, si trovano invece numerose calette davvero molto belle, alcune delle quali dotate anche di taverna e servizi vari.
Molto interessanti sono anche le più impegnative escursioni su percorsi sterrati all'interno dei boschi di ulivi, sulle montagne e nella macchia mediterranea.
Per uno spuntino e un drink serali, dopo i lunghi percorsi nella natura più selvaggia, sono consigliabili i paesini all'interno, arroccati sulle alture, sorprendentemente ricchi di vitalità.
SCHEDA TECNICA
Periodo consigliato: aprile, maggio, settembre e ottobre. Evitare i mesi più caldi, ottimi per il mare, ma pieni di gente, e che rendono una tortura gli spostamenti. Il viaggio si può fare in 15 giorni, magari abbinando altre destinazioni non distanti, come la cittadina di Ioannina.
Come arrivarci: traghetto da Ancona o da Brindisi per Igoumenitsa. Da 400 a 600 Ê circa, a seconda del tipo di sistemazione, con Blue Star Ferries.
Dove dormire: la soluzione migliore è usufruire di camere presso i privati, facili da trovare in bassa stagione.
Dove mangiare: nessun problema nelle innumerevoli taverne sulla costa o nell'entroterra.
Ulteriori informazioni: travelscompany@hotmail.com