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Oltre il fiume

Andare in giro per la propria città con occhio da turista è una cosa che riesce tutto sommato difficile a tutti.
Ci sono certi musei e certi luoghi che, proprio per il fatto di averli a due passi, si rimanda in continuazione di visitare, spesso fino a oltre l'ora della propria morte.
Io, per esempio, da oltre quarant'anni a Torino, non sono mai salito in cima alla Mole Antonelliana. Una tradizione locale vorrebbe che chi lo fa finisca con il non laurearsi più. Ormai a me è successo comunque, visto che ho abbandonato gli studi a due passi dalla tesi, ma preferisco non rischiare, oggi ci sono le lauree brevi, ti vendono le lauree finte dagli Stati Uniti… e poi si può sempre corrompere una commissione… o riprendere gli studi! Mi sono imposto, invece, di andare in altri posti, per via della mia professione di fotografo. Ho iniziato così un lavoro sistematico, che svolgo in assenza di altri impegni, su alcune zone ancora poco conosciute della città.
Una di queste si trova a cavallo della Dora, uno dei tre fiumi di Torino, nei pressi del cimitero monumentale. La scelta della location non fu condizionata dal mio lavoro per Oltre Magazine, ma ritengo d'altra parte che non sia casuale, forse dettata dalla passione per la tematica. Qui, come in altre aree cittadine, Torino sta subendo negli ultimi anni una imponente operazione di lifting urbano. La città intera sta cambiando volto. Si sta scavando per il metrò, si puliscono i palazzi antichi, nascono nuovi esercizi pubblici trendy, nuovi negozi.

Responsabili di tutto questo non sono solo gli appuntamenti olimpici, ma anche il desiderio di cambiamento di cittadini, istituzioni e aziende. L'area adiacente la Dora, conosciuta generalmente come Barriera Milano, trovandosi nella zona Ovest della città, storicamente sede di opifici e fabbriche, è una di quelle interessate dal rinnovamento. Ma qui, mentre vecchi edifici industriali sono stati ristrutturati o sono in fase di ristrutturazione, le vecchie case e le zone immediatamente prospicienti il fiume non hanno perso la loro identità e il loro fascino antico.
Un tempo qui si era già in periferia e l'unica caratteristica del luogo era, oltre al fiume, il fatto di trovarsi alle ultime propaggini della città prima del lungo viaggio per Milano. L'antica denominazione forse è oggi obsoleta. Dai primi decenni del secolo scorso fino a tempi più recenti l'area divenne sede di opifici artigianali e industriali, fabbriche e centri di scambio commerciale. Vi si trova infatti anche uno scalo ferroviario, la Stazione Dora, nei presi della quale ci sono i Docks. I Docks Dora oggi sono una meta molto conosciuta dal popolo notturno di giovani e meno giovani e qui le serate, all'interno di vecchi magazzini diventati locali trendy, passano dal tango alla musica house, dalle mostre fotografiche ai video.
Nei pressi dei Docks, sulla via Stradella, si trovano dei locali quasi antichi che videro i primi incerti passi di rock&roll dei nostri genitori e che oggi ospitano serate africane o di latino-americano. Più vicino al cimitero monumentale, invece, nei pressi dell'incontro tra la Dora e il Po, si può passeggiare amenamente lungo gli argini del fiume oppure correre in bicicletta lungo la pista allestita appositamente.
Di qui, andando in direzione opposta a quella dello scorrere del fiume e partendo dal Parco della Colletta, si arriva al Parco Crescenzo, dove si trova una delle numerose bocciofile urbane ancora popolate da personaggi provenienti da un altro tempo. Poco più avanti, distante quattro o cinque isolati dal fiume si trova il Basic Village. Si tratta della vecchia fabbrica del Maglificio Calzificio Torinese, poi diventato il noto marchio sportivo Kappa, oggi sede del Basic Group.
La sapiente ristrutturazione ha creato una sorta di villaggio che ha rispettato le antiche forme pur creando una scenografia di architet- tura contemporanea hi-tech che ospita un supermarket, bar e ristoranti, esercizi commerciali, gli uffici dell'azienda, loft adibiti a sale espositive o abitazioni, lo spaccio aziendale. Più avanti, dopo un tragitto di un paio di chilometri, si arriva in una zona dove su una ansa del fiume si trova un ponte sotto il quale si può scendere anche con la bicicletta, nei periodi di magra, e costeggiare il corso d'acqua.

In questo tratto da una parte e dall'altra si trovano delle vecchie case molto pittoresche, alcune di queste così caratteristiche da ricordare le antiche case fatte a torre che si trovano lungo i canali di Amsterdam.
Da qui, allontanandosi dal fiume verso la periferia, si incontrano molte vecchie fabbriche, alcune ristrutturate altre abbandonate a se stesse. Tra queste, di rilievo l'edificio dove si trovava la CEAT, che produceva pneumatici. Abbandonata da decenni è stata oggetto dell'interesse di enti culturali e aziende che hanno cercato di stimolare le istituzioni al recupero per destinazioni di carattere sociale e culturale. Niente da fare. Adesso è un monumento (enormemente suggestivo, desolato com'è) alla fatica del passato.
Stanzoni che si susseguono tra colonne in cemento armato, rottami e splendide antiche vetrate devastate, dove tutto è così come fu abbandonato oltre trent'anni fa. Un posto incredibilmente poetico che non serve a niente, o meglio è servito solo a me per realizzare un po' di immagini surreali.
Tornando sui nostri passi, verso il nostro punto di partenza ideale, possiamo incontrare altri posti singolari. Uno di questi è l'Espace. Uno spazio ampio e suggestivo dove, nel 1907, nasceva la ormai mitologica Ambrosio Film che produsse 1800 pellicole tra le quali "Maciste all'Inferno". Oggi è in via di ristrutturazione (parzialmente già terminata, sì qui ce l'hanno fatta invece!) per opera della Compagnia Sperimentale Drammatica.
Vi trovano palcoscenico mostre di giovani artisti, rassegne culturali, spettacoli teatrali d'avanguardia, concerti e feste di giovani universitari. Poco distante, ma sempre nella stessa zona a dimostrazione del fermento che la pervade, è nata persino Deside, una galleria d'arte privata, un nuovo spazio espositivo con caratteristiche peculiari. Quanto vi viene esposto spesso si trova a metà strada tra arte e design, altre volte con maggiore definizione in uno o l'altro dei due territori.
Vi si trovano lavori che scaturiscono dalle menti e dalle esperienze di un pool di artisti. Poco distante un complesso religioso romanico. Di fronte, sulla sponda opposta del fiume, il muraglione che protegge la cittadella dei morti, il Cimitero Generale. Un giardino ameno, con monumenti storici di rilievo. Forse il luogo adatto per una prossima passeggiata da raccontarsi su Oltre Magazine.
 
Mauro Villone


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