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cimiteri e crematori: europa e america latina a confronto

L'esperienza del Sud America

Jaime Oquendo, presidente Alpar, ha illustrato a Tanexpo 2006 una realtà sfaccettata nella quale si fanno strada le aree verdi e dove le imprese funerarie hanno sviluppato un know how davvero innovativo e moderno.

Parchi per ricordare i propri cari, con una vegetazione ricca di alberi e di fiori. Il cimitero diventa così un'area verde piena di vita e di energia. I cimiteri parco sono stati oggetto della relazione con cui Jaime Oquendo, presidente Alpar (Associacion Latinoamericana de Parque Cementerios y Servicios Exequiales), ci ha illustrato la realtà dei Paesi del Sud America.
"La nostra gente ha una percezione della morte assai diversa da quella occidentale. L'America Latina è da secoli legata alla tradizione cattolica: i seguaci della Chiesa di Roma sono la maggioranza e in alcuni Paesi, ad esempio in Colombia, rappresentano più del 90% della popolazione. L'influenza europea si mescola quindi con le antiche tendenze locali e con una sensibilità particolare nei confronti di questo fondamentale momento della vita.
Gli Operatori Funerari hanno raggiunto un elevato livello professionale, curando in maniera particolare l'approccio psicologico con i dolenti. Per i latino-americani l'evento morte è un evento che si vive, che coinvolge i sentimenti. Le imprese funerarie hanno sviluppato, talvolta in maniera creativa, grandi sensibilità e capacità di attenzione verso il cliente, seguendo e accompagnando la famiglia dal momento del decesso al rito di commiato e alla sepoltura con personale altamente specializzato. Sono aumentate le figure di aiuto psicologico per cercare di attenuare il dolore della persona che si assiste, per aiutarla ad elaborare il lutto.
Sul sito internet di Alpar è possibile trovare una sezione che illustra pubblicazioni e libri dedicati all'elaborazione del lutto, il glossario tecnico del settore funerario e altri volumi che, ad esempio, spiegano come assistere i bambini vittime di una perdita in famiglia, magari il decesso di un genitore. Alla luce di tutto ciò ci si chiede se i cimiteri siano luoghi più da edificare o da vivere, se si debba tendere a dare maggiore importanza all'architettura o al senso romantico del parco, se il percorso nel verde diventi percorso del ricordo affettivo e della memoria. Se fino a cinquant'anni fa vi erano il classici cimiteri, gestiti prevalentemente in ambito pubblico o più raramente privato, negli ultimi 30 anni si sono sviluppati in maniera preponderante i cimiteri-parco, che si distinguono tanto per l'approccio urbanistico quanto per le modalità di gestione. Oggi, poi, si sta sviluppando un nuovo modello, il Centro Funerario integrato, in cui la cremazione diventa pratica fondamentale necessitando per i colombari, per l'interramento e per le nicchie in cui riporre le urne cinerarie di spazi assai ridotti. Sono strutture globali, comprese di spazi per la tanatoprassi, sale per l'esposizione del cadavere, luoghi per la cerimonia. E, spesso, con un proprio forno crematorio".
L'Alpar è stata costituita nel 1988 per sviluppare, confrontare e integrare interessi e necessità degli operatori funerari e cimiteriali del Sud America, favorendone la comunicazione e lo scambio di esperienze. In America Latina non esisteva alcuna organizzazione che mettesse a confronto l'industria funeraria con le esigenze sociali legate al culto e ai rituali. Oggi annovera, fra associati e affiliati, le imprese più rappresentative di Argentina, Brasile, Bolivia, Colombia, Costarica, Cile, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panamá, Paraguay, Porto Rico, Perú, El Salvador, Uruguay, Venezuela.
 
Nadia Grillo

Il cimitero metropolitano di Santiago de Cali

"Vi sono città in cui le morti violente raggiungono altissime percentuali e il cimitero rappresenta, grazie alla tanatoprassi, il luogo di cura delle spoglie del defunto, divenendo momento di riappropriazione di una dignità negata. Accade in una città colombiana, Santiago De Cali, e nel suo circondario dove, attraverso il complesso dei quattro cimiteri e dei servizi da questi offerti, il camposanto diventa luogo per l'elaborazione del lutto di una intera comunità falcidiata da omicidi e da aggressioni".
Francisco Javier Lozano Marin è l'ex gerente general del Camposanto Metropolitano dell'Arcidiocesi di Cali.
"Cali è una città antica, fondata nel 1536. Allora ebbe il suo primo cimitero a lato dell'attuale chiesa di Le Merced. Una metropoli dalle radici antiche. L'arcidiocesi della città, oggi, è all'avanguardia nella gestione degli interventi di ricostruzione dei cadaveri, soprattutto sulla faccia e in particolare sulla mandibola. Sono operazioni che rappresentano un grande aiuto psicologico utile a ricostruire idealmente anche il tessuto culturale e sociale della nostra patria. Perché la tanatoprassi serve più alla vita che alla morte e aiuta i parenti ad accettare con più serenità la morte del proprio caro e a ricordarlo così com'era da vivo".
Secondo gli ultimi dati Cali (3 milioni di abitanti) registra ogni anno circa 18mila decessi, duemila dei quali per morte violenta. Le statistiche del 2005 ci danno queste percentuali: 75% omicidi, 15% incidenti stradali, 6% morti accidentali, 4% suicidi.

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