- n. 4 - Aprile 2013
- Intervista a...
Non esistono cofani funebri certificati Ecolabel
Accade sempre più spesso che, nel segno di un presunto spirito ecologista, molti Impresari si debbano confrontare, in diverse zone d’Italia, con richieste di
cofani funebri certificati “ecolabel” da parte di amministrazioni comunali e forni crematori. È la conseguenza di una informazione ancora molto carente di funzionari che si trovano ad emanare disposizioni senza conoscere a fondo la materia funeraria e senza compiere i necessari e più elementari approfondimenti.
Assocofani, l’Associazione Italiana Produttori Cofani Funebri e Accessori, in assenza di aziende e prodotti certificati con tale marchio,
ha inteso verificare la questione con l’autorità competente,
il Servizio per le Certificazioni Ambientali di Ispra.
“Dalla indagine svolta dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale è emerso che non risultano cofani funebri certificati e/o marcati “ecolabel” né che, tantomeno, il prodotto in oggetto può essere dotato di tale certificazione. Qualsiasi rivendicazione in tal senso costituisce abuso nell’utilizzo del marchio: ogni eventuale richiesta di cofani funebri certificati ecolabel è da considerarsi infondata e priva di ogni legittimità”.
Marco Ghirardotti è
presidente di Assocofani dall’ottobre 2011. Uno dei primi atti del suo mandato è stato l’adesione a
Federlegno Arredo, rendendo finalmente concreto un progetto di cui si era parlato già da tempo senza però che fosse finalizzato.
“Consideravo questo passo fondamentale per imprimere una svolta all’attività della nostra Associazione. Essere entrati in una organizzazione che aggrega oltre 2.700 aziende ci dà una forza politica e una rappresentatività che si alimentano anche nel confronto con importantissime realtà produttive. La nostra filiera, allargata oggi anche agli zinchi, alle imbottiture, alle maniglie e agli accessori, è stata riconosciuta come gruppo a sé stante: potremo così usufruire, oltre che di efficaci servizi di segreteria e di comunicazione, anche di convenzioni, di consulenze e di opportunità che possono essere garantite solo dall’appartenenza a FLA”.
Federlegno vi è stata vicina anche nell’ottenimento di una
Norma UNI per i cofani funebri in legno.
“Su questo aspetto siamo finalmente alle battute finali. Sta per avviarsi a conclusione l’inchiesta pubblica propedeutica all’approvazione di una norma che potrebbe rappresentare anche una considerevole semplificazione nella stesura della Legge Quadro Nazionale in materia funeraria. L’impianto generale è ottimo, ma andrebbe ulteriormente migliorato arrivando ad identificare ogni cofano, oltre che con il marchio del costruttore e il paese di provenienza, con un “codice prodotto”, un numero seriale cui dovrebbero corrispondere tutte le caratteristiche tecniche di ciascun modello: questa sorta di “carta di identità” consentirà controlli veloci ed efficaci a garanzia dell’impresario e del consumatore finale”.
La Norma UNI riguarda specificatamente i cofani funebri in legno. E i materiali cosiddetti “alternativi”?
“Da anni se ne fa un gran parlare: ogni tanto vengono proposte soluzioni diverse che, grazie anche ad una informazione approssimativa e superficiale, paiono rappresentare nuove frontiere sulla strada dell’ecologia e del progresso. La realtà è ben diversa e dovremo essere capaci di saperla comunicare efficacemente. Ma, al di là degli slogan spesso utilizzati da noi costruttori, non esiste in natura materiale più ecologico del legno: di ogni prodotto andrebbe valutato l’intero ciclo vitale, dall’origine alla lavorazione, all’utilizzo e allo smaltimento, senza lasciarsi condizionare da facili suggestioni e identificando le migliori soluzioni per intervenire sulle condizioni ambientali. In questa direzione, con il contributo di Federlegno, andremo ad intraprendere e ad aggiornare ulteriori studi e ricerche sulla materia. Tutta la filiera, per lo meno quella che si identifica nella nostra Associazione, ha dimostrato grande sensibilità sulle tematiche ambientali adeguando i propri sistemi produttivi e sviluppando nuove tecniche sul fronte della verniciatura che addirittura favoriscono, velocizzandolo, il processo di incinerazione”.
Siete seduti al tavolo del Consiglio Nazionale della Funeraria Italiana: è già possibile tracciare un primo bilancio di questa esperienza?
“Da troppo tempo il comparto rivendica una nuova legge quadro nazionale sulla materia funeraria. Le normative regionali, pur apprezzabili per molti aspetti, sono tuttavia diverse fra loro e generano difformità sul territorio nazionale che penalizzano non solo produttori e impresari, ma soprattutto cittadini già fortemente provati da un lutto. Occorre quindi darsi da fare, cercando di essere finalmente ascoltati da una classe politica che spesso, in passato, ci ha snobbati e ci ha illusi! Riunire intorno ad un tavolo tutte le espressioni interessate può essere il sistema per darci una forza ed una rappresentatività in grado di far sentire la nostra voce. Abbiamo intrapreso un riesame del testo della proposta di Disegno di Legge che vorremmo presentare ai legislatori. Stiamo lavorando, ma siamo ancora frenati dal non avere dotato il Consiglio della necessaria struttura organizzativa: si sta discutendo e le diverse posizioni non appaiono omogenee. Ognuno dovrebbe rinunciare a qualcosa a favore delle posizioni degli altri per il bene comune: facilissimo a dirsi, un po’ meno metterlo in pratica! Per la parte di normativa che più direttamente ci riguarda non dovrebbero esserci problemi: il riferimento alla Norma UNI, quando la stessa sarà pienamente efficace, è garanzia della piena rispondenza ad ogni nostra aspettativa. Sul resto cercheremo di dare il nostro contributo di idee e di esperienze con l’auspicio che un organismo rappresentativo dell’intero comparto dia allo stesso una spinta propulsiva identica a quella ottenuta da Assocofani con l’adesione a Federlegno Arredo”.
Carmelo Pezzino