Rotastyle

berg, wozzeck, atto iii

"Tutto è silenzio e morte"

"L'uomo è un abisso. A guardarci dentro vengono le vertigini": così dice il soldato Wozzeck, l'allucinato protagonista del massimo capolavoro del teatro musicale novecentesco, il Wozzeck appunto di Berg, che debuttò a Berlino nel 1925. Alban Berg (1885 - 1935) aveva trovato ispirazione nella lettura dell'omonimo dramma di Georg Büchner, medico e scrittore tedesco morto ventiquattrenne nel 1837 che, partendo da un reale caso giudiziario di malattia mentale sfociata nell'omicidio, aveva straordinariamente anticipato il clima espressivo stravolto e allucinato delle avanguardie espressionistiche del primo Novecento.

Berg riprende e mette in musica appunto le vicende del misero soldatino che, vessato ed umiliato dai superiori, è tradito dalla compagna Marie, una ex prostituta da cui ha avuto un figlio, e la uccide con una coltellata alla gola. La scena della morte di Marie è ovviamente uno dei punti culminanti dell'opera, e dei più rappresentativi del suo clima espressivo, dominata com'è dall'immagine inesorabilmente premonitrice della luna ("come sorge rossa la luna", dice Marie, e "come un coltello insanguinato", risponde Wozzeck); ma soprattutto per la straordinaria idea musicale su cui si regge: "invenzione su una nota" la definisce Berg stesso, ed infatti l'ossessivo "ostinato" sul si è il corrispondente sonoro perfetto di ciò che sta per accadere in scena, ed il fortissimo "urlo" dell'intera orchestra su quell'unica nota nel momento dell'assassinio è una di quelle esperienze musicali e teatrali che si fissano indelebilmente nella memoria di chi vi abbia assistito.

Altrettanto memorabile, benché totalmente diversa per la tonalità espressiva, la scena della morte di Wozzeck: tornato sul luogo del delitto - un bosco presso uno stagno - inciampa nel cadavere della donna e cade in preda alle sue allucinazioni ("cos'è quel laccio rosso che hai intorno al collo?") ed al terrore di essere scoperto; ossessionato dalla luna rossa "insanguinata" che sembra volerlo smascherare getta il coltello nell'acqua e nello stagno sprofonda lui stesso, andando letteralmente incontro ad una morte desolatamente sospesa fra casualità e suicidio.

"Tua madre è morta": terribile la semplicità con cui nell'epilogo dell'opera un piccolo compagno di giochi si rivolge al figlio della coppia, che sta giocando con un bastone usato come cavalluccio, e altrettanto lo è la reazione: un "hop, hop" infantile che prosegue, e solo una breve esitazione prima di correre col proprio cavalluccio dietro agli altri, diretti al bosco per vedere il cadavere. E proprio nell'apparente indifferenza del piccolo ancora una volta intravediamo spalancarsi quell'abisso di cui parlava il padre, forse meno folle di quanto gli altri volessero credere.

 
Franco Bergamasco

Biemme Special Cars

Abbattitore Salme - Coccato e Mezzetti

GIESSE

GEM MATTHEUS - Creamazinoe animale

GIESSE - Risarcimento Danni

Rotastyle - L'arte del prezioso ricordo

STUDIO 3A - Risarcimento Assicurato SRL

Infortunistica Tossani

Alfero Merletti - Studio Legale

Scrigno del Cuore

FIAT_IFTA

Oltre Facebook